Presidenza dell’Ars: a rischio l’elezione di Gianfranco Miccichè?

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Per come si stanno mettendo le cose, il rischio di venire ‘impiombato’ in Aula dai ‘franchi tiratori’ è alto. Gianfranco Miccichè contava prima di ‘incassare’ l’elezione a presidente del Parlamento siciliano e poi dare i nomi degli assessori. Ma Nello Musumeci vuole accelerare sulla formazione della nuova Giunta. E allora… 

Le promesse sono state cento. Trentasei sono stati eletti (tanti i deputati di centrodestra presenti nel nuovo Parlamento dell’Isola), gli altri sono rimasti fuori. Non per questo alcuni dei non eletti non contano: tutt’altro. Ma i posti disponibili sono quindici: la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, più i dodici assessorati, più la presidenze di due commissioni legislative di peso: Bilancio e Finanze e Sanità. Poi, come si dice dalle nostre parti, c’è ‘u pitittu…

Fino a qualche giorno fa si diceva: prima si insedierà la nuova Assemblea regionale siciliana, si eleggeranno il presidente del Parlamento e i due vice presidenti (più i due deputati segretari e i due deputati questori). E poi il presidente della Regione, Nello Musumeci, darà vita alla nuova Giunta.

Ma, a quanto pare – così leggiamo sui giornali – il presidente Musumeci vorrebbe accelerare sulla nuova Giunta: sembrerebbe che, entro lunedì prossimo, la Sicilia potrebbe avere il nuovo Governo regionale, ovvero i nomi dei dodici assessori.

Sarà così? Il punto interrogativo ci sta tutto. Vero è che, in un modo o nell’altro, il centrodestra siciliano si è riunificato con la ‘regia’ del commissario-coordinatore di Forza Italia nell’Isola, Gianfranco Miccichè. Vero è che, in un modo o nell’altro (a nostro avviso più ‘nell’altro modo’), lo stesso centrodestra ha vinto le elezioni.

Ma adesso c’è da pagare le ‘cambiali politiche’ a chi si è impegnato in campagna elettorale mettendoci la faccia e, soprattutto, i voti.

Musumeci, da parte sua, le risposte le dovrà dare governando. Ma il ‘regista’ della vittoria del centrodestra, il già citato Gianfranco Miccichè, le risposte le deve dare subito.

Infatti, coloro i quali, in campagna elettorale si sono spesi per lui e per la sua alleanza politica, in queste ore gli stanno dicendo:

“Gianfranco camaffari?”.

I deputati eletti – e qualche non eletto – invece reclamano le poltrone nel Governo promesse… E, come già detto, le promesse sono più delle poltrone disponibili.

Il commissario-coordinatore di Forza Italia in Sicilia, che è un furbacchione, pensava di farsi eleggere prima alla presidenza dell’Ars e poi, una volta che ‘u purcu è dintra (il porco dentro è dentro), spartire i posti del Governo.

Qualcuno – anzi più di qualcuno – resterà fuori. Ma ormai Gianfranco sarebbe presidente dell’Ars e ciao ciao, anzi ciaone a tutti!

Ma, come già detto, Musumeci vuole accelerare sulla nuova Giunta: questo significa che, gli piaccia o no, Miccichè dovrà decidere i nomi degli assessori di Forza Italia.

Con la camurria che Vittorio Sgarbi non ne vuole sapere di andare a ricoprire il ruolo di direttore della Fondazione Federico II: vuole l’assessorato ai Beni culturali. L’unica cosa che ha concesso a Miccichè è l’aver precisato che lui non è in quota Forza Italia.

Ma gli alleati di Gianfranco non sono fessi: nel conteggio Sgarbi è Forza Italia. Punto. E Miccichè, per non perdere un posto, ha già deciso che toglierà la poltrona ai leghisti di Alessandro Pagano.

Ma, leghisti a bocca asciutta o meno, i conti non tornano lo stesso: a Giunta fatta ci saranno un sacco di ‘mal di pancia’. Che, inevitabilmente, si rifletteranno sugli umori dell’Aula al momento del voto per l’elezione a presidente dell’Ars.

E siccome il voto è segreto, Gianfranco Miccichè, non potendo gabbare i deputati che aspettano la nomina ad assessore prima dell’elezione a presidente dell’Ars, è a serio rischio ‘impiombatura’.

Del resto, l’accordo di Miccichè con il PD – la vice presidenza del Parlamento siciliano al supervotato nel collegio di Catania Luca Sammartino – nasce proprio per questo: per provare a compensare l’azione dei ‘franchi tiratori’ del centrodestra che Gianfranco ha già messo nel conto.

La domanda è: il numero di voti che arriveranno dal PD compenseranno il numero di voti di deputati del centrodestra che, nel segreto dell’urna, ‘impiomberanno’ Gianfranco Miccichè?

 

 

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