Regionali, affluenza al minimo: 46,7%. In calo rispetto al 2012

6 novembre 2017

Sembra incredibile, ma dopo anni di sofferenze i siciliani non reagiscono e lasciano che a decidere delle loro sorti sia una minoranza. I primi exit poll- da prendere con le pinze- delineano un quadro che sorprende poco: Musumeci avanti su Cancelleri, debacle del PD

L’unico dato certo, al momento, è quello dell’affluenza: per le elezioni regionali siciliane si è recato al voto il 46,76% degli aventi diritto. Un dato in calo rispetto al 47,41% del 2012. Il che significa che i siciliani che hanno scelto di votare sono solo 2.179.474 su 4.661.111. Nel 2012, quando già il numero degli elettori aveva fatto scattare l’allarme, erano stati più di 2.2 , milioni.

Un calo che la dice lunga sulla disaffezione della gente per la politica, ma ancora di più sul disimpegno civile dei siciliani che, stando a casa, hanno fatto decidere, ancora una volta, ad una minoranza, del futuro di questa terra.

Per i risultati si trova attendere almeno la mattinata di oggi, alle 10 ci saranno le prime proiezioni, basate, a differenza degli exit poll, sullo scrutinio reale che comincerà alle 8.

Considerando l’affluenza, però, i primi exit poll non risultano del tutto incredibili: si sapeva che un basso numero di elettori avrebbe favorito il centrodestra e così pare che sia andata: Nello Musumeci risulta avanti (36-40%) rispetto al candidato dei 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri (33-37%). La differenza non è tanta, la partita si gioca dunque sul filo di lana e, come detto, trattandosi solo di sondaggi realizzati all’uscita dei seggi, la prudenza è d’obbligo. Sempre secondo queste rilevazioni, terzo sarebbe il candidato del PD, Fabrizio Micari (16-20%) che, contrariamente alle aspettative, si sarebbe piazzato prima di Claudio Fava (6-10%). Roberto La Rosa (Siciliani Liberi) tra l’1 e il 2%.

Ancora più prudenza necessitano i dati- sempre exit poll- che riguardano le liste. Il panorama che sta emergendo, in realtà, non rivela nulla di nuovo o inaspettato. Si intravede un flop del PD e delle liste collegate (in primis quella di Angelino Alfano). Boom invece per i 5 Stelle che, con oltre il 30%, sarebbe comunque il primo partito. Buona l’affermazione dell’Udc che oscillerebbe tra il 6 e il 10%.

Lo ribadiamo: gli exit poll per liste sono un azzardo, ma lo scenario che si configura sembra alquanto logico. Da qui i primi commenti amari: Davide Faraone ha parlato di una sconfitta “chiara ed evidente” e se la prende con il Presidente del Senato, Pietro Grasso: “Micari ha avuto il coraggio di candidarsi, quel coraggio che il presidente Grasso non ha avuto. Abbiamo atteso per due mesi il suo sì”. La candidatura d Grasso, in teoria, avrebbe dovuto riunire un campo largo, sul modello delle elezioni di Palermo con Leoluca Orlando. Disegno non appoggiato da Mdp- cui Grasso fa riferimento- e Sinistra Italiana. “Chi si è sfilato dal sostegno a Micari, lo ha fatto solo per fare danno a Renzi. Questo è l’unico messaggio che è venuto dalla sinistra, mentre si doveva pensare al bene della Sicilia”.

Anche Lorenzo Guerini se la prende con la sinistra: “Se i risultati confermeranno gli exit poll  ci troveremmo davanti a una sconfitta tanto annunciata da tempo quanto netta e indiscutibile. Verificheremo domani i risultati finali anche delle liste e dei candidati ma certo la sfida gentile che Fabrizio Micari ha generosamente lanciato con impegno, competenza e coraggio non e’ bastata per vincere le elezioni siciliane”. Il coordinatore della segreteria del Pd riserva una stoccata a Fava: “Chi alla nostra sinistra immaginava sorpassi rimane fermo ed inchiodato al risultato di cinque anni fa nonostante tutto il battage di questi mesi – continua Guerini -. E se ci fosse stata più generosità a sinistra e maggiore apertura al centro avremmo giocato le nostre carte anche contro una destra unita”.

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