I fondi del Feasr Sicilia 2007-2013 hanno creato poca occupazione: la Cisl scopre l’acqua calda

28 settembre 2017

Da un dato gli amici della Cisl siciliana hanno scoperto l’acqua calda (e questa già è una cosa importante…). Però, a quanto pare, non sanno chi ha ‘riscaldato’ l’acqua per utilizzare, tra il 2007 e il 2013, gli oltre 4 miliardi di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale. Proviamo a raccontare quali imbrogli e quali truffe ai danni della Sicilia si nascondono dietro queste cifre 

Siamo rimasti stupiti nel leggere un comunicato della Cisl siciliana a proposito della spesa delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2007-2013. E’ come se i vertici di questa organizzazione sindacale non sapessero come sono andate le cose: come se, per esempio, non avessero mai fatto parte, con propri rappresentanti, dei Comitati di sorveglianza…

Leggiamo insieme cosa scrivono questi ‘geni incompresi’ della Cisl siciliana:

“È sconcertante quanto si legge nelle tabelle del Defr 2018-2020, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. Se poi l’antipolitica disfattista e nichilista monta, una ragione c’è”.

Queste le parole di Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, alla notizia che, secondo le tabelle varate dal Governo, con i 4,2 miliardi di euro certificati – con riferimento al Fesr 2007-2013 – sono stati creati nell’Isola 8.663 posti di lavoro”.

Segue una disquisizione sui posti di lavoro creati, che sarebbero stati mille in meno di quelli preventivati.

Non è nemmeno chiara, secondo la Cisl siciliana, “la tipologia dei rapporti di lavoro creati con quegli investimenti”, cioè “se stabili o precari”.

“Il fatto è, punta il dito la Cisl che, stando alle stesse tabelle, ogni posto creato ha richiesto la cifra-monstre di 484 mila euro di spesa. Quasi 500 mila euro – scopre incredulo Milazzo – per ogni posto. Roba da non crederci”.

“Come segnalato dall’economista Franco Garufi, e stando alle elaborazioni del nucleo di valutazione degli investimenti pubblici della Regione – si legge sempre nel comunicato della Cisl – gli investimenti a valere sul Fesr 2007-2013 hanno generato, complessivamente, un incremento del Pil di un miliardo circa”.

Insomma, osserva la Cisl, “la Regione degli ultimi due governi, che hanno gestito sul piano politico-amministrativo il Fesr 2007-2013, spende 4,2 miliardi, ne genera appena uno di incremento del Pil. E determina la creazione di 8.663 posti al prezzo di quasi 500 mila euro a posto”.

Come dire, commenta Milazzo, che le tabelle varate dalla Giunta regionale “certificano il fallimento sul piano delle politiche economiche e sociali e della gestione dei fondi Ue, del governo Lombardo, rimasto in carica dal 2008 al 2012. E di quello Crocetta, che gli è succeduto e che tra poche settimane taglierà il traguardo della sedicesima legislatura”. Con questa politica c’è poco da stare allegri, sottolinea la Cisl per la quale “dire che c’è bisogno di una svolta sembra quasi un’ovvietà”.

A parte le considerazioni politiche su una Cisl siciliana che, dal 2008 ad oggi, ha, se non appoggiato, quasi sempre sostenuto i due Governi di centrosinistra di Lombardo e Crocetta, ci sembrano importanti alcune considerazioni strategiche.

Milazzo lo sa come sono andate le cose con la spesa del Fesr 2007-2013? Abbiamo il dubbio che gli sia sfuggito qualcosa. O è sfuggito a lui, questo ‘qualcosa’, o sarà sfuggito ai sui predecessori che non l’hanno informato abbastanza su tale materia.

Se quasi 3 miliardi di euro del Fesr 2007-2013 destinati alla Sicilia sono stati gestiti dall’ANAS e dalle società che fanno capo alle ex Ferrovie dello Stato che incremento dell’occupazione c’era da aspettarsi? Vogliamo ripercorrere le più importanti opere finanziate?

Si parte con il nodo di Palermo, l’anello ferroviario e il Tram dello stesso capoluogo siciliano. Due di queste grandi opere ferroviarie – il Passante ferroviario e l’anello ferroviario – pur essendo costate, fino ad oggi, oltre un miliardo di euro sono ancora all’alba: nel senso che Iddio solo sa quanti altri soldi – e quanti altri anni – ci vorranno per completarle.

Per la cronaca, i lavori del Passante ferroviario e dell’anello ferroviario hanno creato e continuano a creare disagi enormi ai cittadini. E hanno creato e continuano a creare problemi alle attività imprenditoriali della città.

Mentre i 15 km di Tram sono costati un ‘botto’ di soldi – oltre 320 milioni di euro – e costano, in termini di manutenzione, un altro ‘botto’ di soldi: circa 10 milioni di euro all’anno!

La Cisl siciliana è contraria a tali opere? E perché non l’ha detto prima?

Andiamo avanti.

Ecco un’altra opera che non finisce mai: la Circumetnea, ancora ferrovie…

Poi arrivano le strade. Ecco la “velocizzazione” della strada a scorrimento veloce Palermo-Agrigento. La parola “velocizzazione” suona beffarda per i siciliani, che non percorrono più questa strada da quando sono cominciati i lavori: lavori che si interrompono, riprendono, si interrompono, riprendono…

Il disastro della Palermo-Agrigento fa il paio con le strade provinciali abbandonate: scenario che questo blog ha descritto lo scorso maggio (QUI L’ARTICOLO).

Poi c’è la strada Agrigento-Caltanissetta, altra opera che sta costando un ‘botto’ di soldi. E, ancora, l’autostrada Siracusa-Gela.

Tenga conto, segretario Milazzo, che queste opere dovrebbero essere realizzate con l’intervento ordinario dello Stato e non con i fondi europei, che sono aggiuntivi e non sostitutivi rispetto a quelli dello Stato.

Queste precisazioni non le abbiamo mai sentite pronunciare dai vertici della Cisl siciliana. Siamo stati distratti? Ci siamo persi qualcosa?

Chi scrive ricorda che, quando con i fondi di Agenda 2000 si realizzò – erano i primi anni del 2000 – il parziale completamento dell’autostrada Palermo-Messina (oggi di nuovo ‘delirante’), Bruxelles si rifiutò di certificare la spesa di tale opera, pagata alla fine dallo Stato e dalla Regione (in pratica, tutta dalla Regione, se è vero che poi lo Stato ha tagliato i fondi per opere successive).

Oggi, invece, l’Unione Europea certifica la spesa con i fondi europei per opere che sono di competenza dello Stato! A Bruxelles hanno cambiato opinione. Così la Sicilia è stata fregata due volte: la prima volta, come già accennato, per la mancata certificazione della spesa per la Palermo-Messina; la seconda volta, oggi, con la UE che consente all’Italia di utilizzare fondi europei per realizzare opere che dovrebbero essere a carico dello Stato. 

Se in Sicilia ci fosse un Governo regionale degno di questo nome, Bruxelles avrebbe dovuto rispondere di tutto questo. ma considerato che l’attuale Governo regionale, su tale materia, è latitante, se non inadeguato, tutto sta passando in cavalleria.

E voi che opinione avete, cari amici della Cisl siciliana, su questa truffa dello Stato ai danni dei siciliani, visto che con i fondi europei destinati alla Sicilia – che, lo ribadiamo, dovrebbero essere aggiuntivi rispetto ai fondi statali – si finanziano investimenti che dovrebbero essere a carico dell’ANAS?

Continuiamo.

Acquedotto di Montescuro e acquedotto Gela-Aragona.

Nei primi anni del 2000 è stata creata una società per azioni – Sicilacque spa (c’è dentro anche la Regione con una percentuale azionaria molto bassa) – che ha ricevuto in ‘regalo’, non ricordiamo più se per trenta o per quaranta anni, tutto il cosiddetto “Sovrambito”: dighe, acquedotti e reti idriche.

Sicilacque spa avrebbe dovuto sistemare le dighe, in buona parte incomplete e mal funzionanti, e gli acquedotti. E avrebbe dovuto rifare le reti idriche.

Queste cose Sicilacque spa dovrebbe farle con proprie risorse, visto che rivende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani.

Invece, nel silenzio generale, siamo al grottesco: con una società – Sicilacque spa – a stragrande maggioranza non siciliana, che utilizza i fondi europei destinati alla Sicilia per realizzare opere che dovrebbe realizzare con i propri fondi!

Che ne pensano gli amici della Cisl siciliana di questa storia, visto che ancora oggi quasi tutte le dighe siciliane, dopo le piogge, vengono svuotate per evitare pericoli, visto che nessuno le ha sistemate?

Tra società delle ex Ferrovie dello Stato, opere stradali che vanno a singhiozzo e il ‘babbio’ su acquedotti, dighe e reti idriche quali posti di lavoro si dovrebbero creare?

E’ proprio così difficile capire che buona parte dei fondi Fesr 2007-2013 sono serviti agli ‘equilibri’ di ANAS ed ex Ferrovie dello Stato piuttosto che alla Sicilia? Ma queste cose non avrebbero dovuto essere denunciate dal sindacato quando si programmavano e andavano in scena e non alla fine?

Ultima notazione sempre sul lavoro. Gli amici della Cisl siciliana non possono non sapere che il dipartimento per la Programmazione della Regione siciliana, con la connivenza degli uffici della UE, hanno certificato oltre un miliardo di euro di risorse Fesr a valere su opere pubbliche realizzate venti anni fa o giù di lì.

Questo artifizio contabile – che in pratica è un imbroglio contabile – oggi viene chiamato ricorso ai progetti ‘retrospettivi’, mentre fino a qualche anno fa si chiamavano ‘progetti di sponda’, molto gettonati già con Agenda 2000.

Gli amici della Cisl non possono non sapere che, nella gestione dei fondi strutturali, le Regioni ad Obiettivo convergenza anticipano le somme che poi l’Unione Europea certifica come spese e le restituisce.

Ma, egregi amici della Cisl siciliana, se Regione siciliana e Unione Europea ‘certificano’ come fondi spesi per opere realizzate negli ultimi sei sette anni opere che sono state realizzate quindici, venti anni fa, quale nuova occupazione ci volete trovare?

E visto che è di moda attaccare l’Autonomia siciliana, vi invitiamo a riflettere sul fatto che con questi imbrogli contabili – i fondi europei che si sostituiscono a quelli dello Stato, vanificando il significato stesso di fondi strutturali, e le certificazioni fasulle – l’Autonomia siciliana non c’entra propria nulla!

 

 

 

 

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