Nella ‘Repubblica indipendente’ dell’ARPA Sicilia, dove i funzionari diventano dirigenti promossi sul campo…

13 settembre 2017

Concorsi? Leggi? Legalità? Parole che all’ARPA Sicilia si ‘interpretano’ in funzione delle esigenze e dei capricci dei ‘capi’. Vi raccontiamo l’incredibile storia di un funzionario con contratto a tempo determinato – Pietro Maria Testaì – che dopo essere stato ‘promosso’ dirigente, dopo aver occupato un posto di avvocato senza essere avvocato, viene nominato direttore amministrativo! 

Cos’è l’ARPA Sicilia? L’acronimo sta per Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente. E’ presente in tutte le Regioni. Nella nostra Isola presenta una particolarità: si tratta di una sorta di ‘Repubblica indipendente’ dove le leggi non contano, ma dove contano soltanto la volontà e i capricci di chi la gestisce.

Un’esagerazione? Niente affatto! La storia che vi raccontiamo dimostra che quello che diciamo è la pura verità.

Il protagonista ‘assoluto’ di questa storia è Pietro Maria Testaì, ‘unto’ non si capisce bene da chi. E’ lui che, grazie ai potenti vecchi e nuovi dell’ARPA, fa una carriera veloce, bruciando tutte le tappe (e, soprattutto, in barba alla Legge!).

Prima di arrivare all’ARPA Pietro Maria Testaì lavorava all’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Dall’ISPRA passa al Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina. In questo Centro prende servizio con un contratto a tempo determinato di due anni circa.

Il suo contratto va dal 12 agosto 2015 all’ottobre di quest’anno. Tenete bene a mente questo contratto a tempo determinato, perché è fondamentale. 

Il dottore Testaì, dal Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina, passa all’ARPA. Come? In questo passaggio si consuma la prima ‘magia’.

Il 19 luglio del 2016 l’ARPA – retta all’epoca da Francesco Licata di Baucina – fa un atto di interpello. L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente cerca un dirigente amministrativo per il personale.

‘Scavando’ tra le carte si scopre che il Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina ha risposto all’interpello prima: l’8 luglio del 2016!

In pratica, i messinesi del Bonino Pulejo rispondono all’interpello prima dell’esistenza stessa dell’interpello! Hanno a disposizione una macchina del tempo e nessuno lo sa?

I messinesi rispondono che sì, loro hanno a disposizione quello che cerca l’ARPA Sicilia: si tratta, per l’appunto, del Nostro Pietro Maria Testaì, che, però, è un funzionario di quinto livello.

Ora, a parte che l’atto di interpello non è previsto, a parte la ‘magia’ del Bonino Pulejo di Messina che risponde prima che l’ARPA formuli lo stesso interpello, scopriamo un’ulteriore stranezza: l’ARPA chiede un dirigente e i messinesi mettono a disposizione un funzionario!

A questo punto va in scena la cosiddetta “cessione del contratto”: in pratica, i messinesi cedono il contratto di Pietro Maria Testaì all’ARPA.

Agli atti c’è il Decreto ARPA n. 448 del 6 settembre 2016 con il quale Pietro Maria Testaì viene inquadrato all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente come dirigente di struttura semplice: per la precisione, dirigente dell’Unità Operativa Risorse umane e politiche del personale.

Insomma, da funzionario, Pietro Maria Testaì viene ‘promosso sul campo’ dirigente. Viene incardinato nella struttura, mentre il Nostro può svolgere funzioni speciali al di fuori della struttura, come stabilisce il suo contratto originario.

Pietro Maria Testaì si insedia per svolgere compiti di ordinaria amministrazione: cosa che non può fare!

Intervengono i Revisori dei conti che, in un verbale, fanno sapere che la nomina di Pietro Maria Testaì è illegittima, perché si configura come una nuova assunzione. I Revisori chiedono quindi il ritiro della nomina a dirigente di Pietro Maria Testaì.

La stessa cosa fanno gli uffici dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente (l’ARPA viene pagata con i fondi della sanità siciliana, circa 30 milioni di euro all’anno, ma fa capo all’assessorato al Territorio e Ambiente).

Anche gli uffici dell’assessorato al Territorio e Ambiente chiedono all’ARPA di ritirare la nomina di Pietro Maria Testaì.

E all’ARPA che dicono? Non gliene può fregare di meno!

Il dottore Pietro Maria Testaì ha preso servizio l’1 ottobre del 2016. Un sabato.

Due giorni dopo – lunedì 3 ottobre – altro salto pindarico del Nostro funzionario-dirigente, che viene nominato dirigente di un struttura complessa!

Il Decreto dell’ARPA che lo nomina dirigente di struttura complessa è il n. 497 del 3 ottobre 2016: affidamento incarico ex articolo 18 del contratto della sanità.

In pratica, Pietro Maria Testaì diventa, come per magico incanto, dirigente di tutta la struttura del personale dell’ARPA!

Ricordiamoci che il contratto originario di Pietro Maria Testaì è a tempo determinato. Il passaggio è fondamentale. All’articolo 15, comma 7 quinques del Decreto legislativo n. 502 del 1992 si legge:

Non possono essere nominati soggetti con contratto a tempo determinato.

Evidentemente questa legge non vale per la ‘Repubblica indipendente’ dell’ARPA Sicilia, dove i ‘capi’ fanno quello che vogliono.

Solo i Revisori pensano che l’ARPA Sicilia dipenda ancora dalle leggi dello Stato italiano e della Regione siciliana: e lo mettono per iscritto.

E all’ARPA? Vanno avanti lo stesso. Altrimenti che ‘Repubblica indipendente’ sarebbe?

Il Nostro dottore Pietro Maria Testaì viene così nominato ad interim capo della struttura complessa Affari generali e legali. Per ricoprire tale incarico bisogna essere laureati in Giurisprudenza, essere avvocati con tanto di iscrizione all’Ordine con la facoltà di difendere l’amministrazione.

Qui sembra di essere passati alla Segreteria generale della presidenza della Regione siciliana, dove i titoli, da qualche anno a questa parte, si ‘interpretano’: Pietro Maria Testaì, infatti, è sì laureato, ma non in Giurisprudenza. E se non è laureato in Giurisprudenza non dovrebbe essere avvocato.

Ma all’ARPA Sicilia di Licatone di Baucina queste sono ‘sottigliezze’…

Siamo arrivati al luglio di quest’anno. Il caldo e gli incendi che colpiscono la Sicilia non sfiorano la ‘Repubblica indipendente’ dell’ARPA Sicilia, che ‘partorisce’ un nuovo Decreto: è il Decreto n. 314 del 28 luglio di quest’anno con il quale Pietro Maria Testaì ‘incassa’ la proroga, per cinque anni, di tutti gli incarichi dirigenziali!

Ricordate? Il contratto a termine di Pietro Maria Testaì va dal 12 agosto 2015 all’ottobre di quest’anno. E lo nominano per altri cinque anni!

Intanto Licata di Baucina va via e arriva il nuovo numero uno dell’ARPA Sicilia: Francesco Verzana. Ed è proprio quest’ultimo che, la scorsa settimana, nomina Pietro Maria Testaì direttore amministrativo.

Ancora non abbiamo avuto il piacere di leggere tale atto di nomina. Vero è che la legge dice che gli atti vanno pubblicati sul sito istituzionale. Ma non dimentichiamo che l’ARPA Sicilia è una ‘Repubblica indipendente’…

Invitiamo i nostri lettori ad avere pazienza. Appena verrà fuori l’atto della nuova, ‘mirabolante’ nomina del Nostro-funzionario-dirigente plurinominato vi delizieremo. La ‘Repubblica indipendente’ dell’ARPA Sicilia ha tempi di pubblicazione degli atti diversi dal resto del mondo…

Che dire? Chi è, in realtà, questo signor Pietro Maria Testaì? Chi lo protegge? Ci sarà un giudice, magari a Palermo, per far rispettare la Legge anche all’ARPA Sicilia?

 

 

 

 

 

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