Renzi-Micari: ma che bella accoppiata in salsa ‘crocettiana’ con Orlando che li benedice…

9 settembre 2017

Ormai nel centrosinistra siciliano non si salvano nemmeno le ‘forme’. Fino a qualche giorno fa Leoluca Orlando diceva che “Micari non è il candidato di Renzi”. E ieri, a Taormina, Renzi ha presentato il ‘suo’ candidato Fabrizio Micari alla presidenza della Regione siciliana. Orlando voleva il candidato “discontinuo” rispetto a Rosario Crocetta. E ieri Renzi ha ringraziato pubblicamente Crocetta…

“Fabrizio Micari non è il candidato di Renzi, ma un candidato civico”, diceva qualche giorno fa il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ormai ha sostituito, in tutto e per tutto, il segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti, per conto di Renzi. Dopo di che, ieri, a Taormina, a quanto pare in un hotel mezzo vuoto (ma manco un hotel riescono a riempire questi del PD siculo-renziano?), Renzi in persona ha lanciato la candidatura di Fabrizio Micari alla presidenza della Regione siciliana.

Così, con Renzi che smentisce il suo braccio destro in Sicilia, il già citato Leoluca Orlando, si apre la campagna elettorale di Micari. Una persona normale, vedendo esibire Renzi, Orlando e Micari insieme, sentendoli parlare, non può non porsi la domanda ‘fatidica’: “Ma questi del PD ci sono o ci fanno?”.

Notevole, per ‘acume’ e per capacità di ‘leggere’ la politica, il discorso di ieri a Taormina di Renzi. Tutti sanno che, storicamente, chi vince le elezioni in Sicilia poi le vince a Roma. Lo sa bene Berlusconi che, pur di presentare il centrodestra siciliano unito, ha rinunciato alla candidatura dell’avvocato Gaetano Armao alla presidenza della Regione, accettando Nello Musumeci (mettendo nel conto l’ipotesi che Musumeci, se verrà eletto presidente della Regione, farà di testa sua: altro che ascoltare l’ex Cavaliere!).

Per Berlusconi, la candidatura di Armao alla presidenza della Regione sarebbe stata in continuità con il suo mondo di affari e di soldi: cos’è stata e cos’è, infatti, per Berlusconi la politica, se non il mezzo per consolidare le proprie aziende e organizzare altri affari e fare altri soldi?

Vincere le elezioni in Sicilia per poi vincere le elezioni politiche nazionali, andare a governare e risistemare un po’ le proprie aziende, ‘spremendo’ un po’ gl’italiani: questo, in breve, il programma di Berlusconi. E’ così difficile capirlo?

Del resto, parlano i fatti, gli affari dell’ex Cavaliere non vanno affatto bene: la pubblicità è in calo, il Milan è ormai il passato e l’economia italiana…

Qui Berlusconi la pensa come Renzi: mai dire la verità, mai dire che ci sono 12 milioni di poveri, dei quali quasi la metà poveri in canna, mai ammettere che la raccolta ‘differenziata’ dei rifiuti ormai la fanno i disgraziati che, ogni giorno, vanno a rovistare tra i cassonetti d’immondizia alla disperata ricerca di qualcosa di riutilizzare e, magari, rivendere.

Mai dire che l’economia italiana precipita nel baratro: meglio dire che l’Italia non cresce come dovrebbe crescere e bla bla bla.

E che dire ai siciliani? Renzi ha già preso una sonora ‘legnata’ nell’Isola. Lo scorso 4 dicembre sette siciliani su dieci hanno votato “NO” al referendum renziano sulla folli riforme costituzionali.

Non solo. A Palermo e a Catania, quando nelle settimane precedenti il referendum costituzionale Renzi è stato contestato dagli studenti, ci sono voluti i celerini con tanto di manganelli per bloccare i ragazzi che lo ‘acclamavano’.

Non sarebbe stato meglio restare a Firenze, o al limite a Roma, invece di piombare in Sicilia per smentire Leoluca Orlando che ha provato, fallendo, a presentare la candidatura di Fabrizio Micari come non renziana?

Niente affatto! Renzi non capisce perché Berlusconi è riuscito a prendere in giro i siciliani e lui, invece, non ci riesce. L’ex Cavaliere, tra il 2001 e il 2006, ha promesso ai siciliani il Ponte sullo Stretto di Messina e se l’è rimangiato; ha promesso la riapertura del casinò di Taormina e non se n’è fatto nulla; aveva detto – tramite l’allora ministro delle Regione, Enrico La Loggia – che avrebbe affrontato e risolto la questione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano: e invece anche questa è stata una clamorosa presa in giro.

Mannaggia, sospira Renzi: com’è che Berlusconi continua a prendere in giro i siciliani e io non ci riesco?

In attesa di trovare la ‘chiave’ per parlare ai siciliani (che, in verità, hanno ormai capito il personaggio – l’hanno ‘pittato’, come si dice dalle nostre parti – e lo tengono a distanza con la ‘canna’…), Renzi parla della Sicilia, negando l’evidenza e la storia:

“Le prossime elezioni regionali siciliane – dice Renzi – sono solo un fatto locale”. Il voto siciliano “non è uno stress test”.

“In queste elezioni regionali – aggiunge il segretario nazionale del PD con accanto Micari – c’è in ballo il futuro della Sicilia. E se qualche politico o qualche commentatore della stampa usa le elezioni regionali come test nazionale commette un errore e fa del male ai siciliani”.

Forse senza rendersene conto, Renzi rende un pessimo favore a Micari. Sminuendo l’importanza delle elezioni regionali siciliane, in realtà il segretario del PD lascia trasparire la paura di perdere. E siccome perdere in Sicilia significa, la storia lo insegna, perdere poi le elezioni politiche nazionali, Renzi prova ad esorcizzare quello che teme: cioè la sconfitta.

Ma facendo questo sacrifica il candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari.

Poi è la volta di Leoluca Orlando, quello che diceva che la candidatura di Micari è “civica” e non è stata voluta da Renzi. Smentito da Renzi proprio sulla candidatura di Micari, il sindaco di Palermo cambia argomento prova a riunificare il centrosinistra.

Orlando ricorda l’incontro dello scorso 1 luglio. E rivolge un “appello forte a tutti, a chi vi ha preso parte e a chi non era presente, affinché insieme lavoriamo per un nuovo futuro di cambiamento e sviluppo, per non consegnare la Sicilia a prospettive catastrofiche”.

Forse a Orlando sfugge che la catastrofe, in Sicilia, c’è già: a provocarla sono stati il Governo Renzi e il Governo Crocetta. Grazie a questi due ‘campioni’, le ex Province siciliane sono sostanzialmente fallite, quasi tutti i Comuni dell’Isola sono senza soldi (compreso il Comune di Palermo amministrato da Orlando, che non ha più i soldi per togliere l’immondizia dalle strade della città), strade e autostrade cadono a pezzi, non si capisce chi si occupa della manutenzione degli edifici scolastici, l’agricoltura è allo sbando e lo stesso Governo nazionale si tiene i fondi europei della Sicilia destinati agli agricoltori siciliani.

La Sicilia è già una catastrofe. Ma Orlando non se n’è accorto. Forse non si è accorto nemmeno che, ieri, Renzi ha ringraziato pubblicamente Crocetta, che si è ritirato in buon ordine consentendo a Micari di candidarsi senza avere lo stesso Crocetta come avversario nello stesso centrosinistra.

Sì, Renzi ha ringraziato Crocetta mentre Orlando, fino a qualche settimana fa, ripeteva ossessivamente che alla Sicilia, al centrosinistra siciliano serviva una candidatura alla presidenza della Regione “discontinua” da Crocetta: quel Crocetta che, oggi, appoggia la candidatura di Fabrizio Micari insieme con Leoluca Orlando…

Quando si dice la coerenza in politica!

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti