UDC: oggi Cesa e Buttiglione a Palermo per serrare le fila in vista delle elezioni regionali

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L’UDC di Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione riparte dalla terra di don Luigi Sturzo. Oggi i leader del partito piombano a Palermo per riorganizzare il partito. Secondo le ‘malelingue’, si sono catapultati in Sicilia per contribuire a ‘svuotare’ il partito del Ministro Angelino Alfano, che ormi perde un ‘pezzo’ al giorno… 

Oggi, a Palermo, arriveranno Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione. Tema: il rilancio in grande stile dell’UDC. Messi da parte i messinesi – il parlamentare nazionale Giampiero D’Alia e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ormai alla ricerca di ‘strapuntini’ nel PD (ma quanti ‘posti’ deve assicurare ‘sto PD siciliano? Alfano e i suoi, D’Alia, Ardizzone e altri: si vede che hanno una riserva di voti sconosciuta…) – l’UDC siciliana torna alle origini: formazione politica moderata, in alleanza con il centrodestra, ma senza sottomissioni a Berlusconi.

Ma per essere autonomi (o “liberi e forti” avrebbe detto don Sturzo), il partito deve e essere radicato nel territorio. Ciò significa ricompattare questa formazione politica, approfittando, anche, della delusione di un elettorato cattolico che il PD siciliano – soprattutto dopo la disastrosa esperienza del Governo di Rosario Crocetta – non sembra più in grado di rappresentare.

Troppi i drammi sociali che il Governo Crocetta ha aumentato. E blanda l’azione politica di Forza Italia, che in Sicilia comincia a perdere ‘pezzi’. per non parlare del partito del Ministro Angelino Alfano – Alleanza Popolare – che rischia di ‘squagliare’ al sole elettorale settembrino.

La maggiore ‘emorragia’ si registra proprio tra gli alfaniani, che rischiano di diventare il partito di “io mammeta e tu”.

A parte il passaggio del parlamentare regionale del collegio di Ragusa, Giorgio Assenza, che ha lasciato Forza Italia per confluire nella formazione politica di Nello Musumeci, #diventeràbellissima (QUI L’ARTICOLO), va detto che quasi tutti i passaggi di questi giorni stanno andando ad ingrossare le file dell’UDC siciliana.

Il primo passaggio di rilievo è quello di Vincenzo Figuccia, sostenitore di Nello Musumeci candidato alla presidenza della Regione del centrodestra della prima ora. Dopo una polemica durissima con il commissario-coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, Figuccia ha lasciato il partito di Berlusconi e si accinge a candidarsi nell’UDC.

Sempre su Palermo si è mosso anche il parlamentare uscente, Pietro Alongi, che avrebbe già detto addio al Ministro Alfano per acquartierarsi anche lui nel partito di Cesa.

Voci di corridoio danno anche in arrivo – sempre nell’UDC – Armando Aulicino. Tra i fondatori, insieme con Fabrizio Ferrandelli del movimento ‘I Coraggiosi’, appena ieri, avendo saputo che Ferrandelli è ripassato nel PD, pronto ad appoggiare Fabrizio Micari, ovvero il candidato alla presidenza della Regione di Renzi, Leoluca Orlando e Rosario Crocetta, Aulicino si è subito dissociato. In un post su facebook (CHE POTETE LEGGERE QUI), Aulicino ha detto sostanzialmente addio a Ferrandelli. Passerà anche lui nell’UDC? Chissà.

Grandi movimenti in corso anche a Messina. Dove alla candidatura in Forza Italia di Luigi Genovese, figlio del parlamentare nazionale, Francantonio Genovese, l’UDC potrebbe rispondere con una ‘mitragliata’ di candidati: sarebbero in arrivo, almeno così si dice, Cateno De Luca (già battagliero parlamentare regionale), Pippo Naro, Rosario Sidoti e, non si capisce bene con che ruolo, Domenico Scilipoti.

In ‘movimento’ anche – sempre dalle parti di Messina – il parlamentare regionale Nino Germanà: un altro alfaniano che le voci di corridoio danno in uscita dagli alfaniani, forse in direzione UDC.

Ad Agrigento, sempre nell’UDC, sarebbero in arrivo i gemelli Ruvolo, da sempre impegnati in politica nelle formazioni cattoliche. Il deputato in questione è Giuseppe ‘Peppe’ Ruvolo. Sempre in quest partito c’è anche il parlamentare, Gaetano Cani.

A Siracusa il partito di Cesa potrebbe schierare Pippo Gennuso.

A Trapani l’UDC dovrebbe contare su due parlamentari regionali uscenti: Mimmo Turano e Giovanni Lo Sciuto. Quest’ultimo è un altro alfaniano che si accingerebbe a lasciare il partito del Ministro degli Esteri.

A Catania, Caltanissetta ed Enna il partito di Cesa ha lavorato sul territorio, ma stenta un po’ a trovare candidati di peso. Ed è anche logico: all’ombra dell’Etna impattano sull’asse Musumeci-Forza Italia, a Caltanissetta ci sono da una parte gli ‘industriali’ impegnati in politica che non mollano l’osso e il ‘capo’ dei leghisti siciliani, Alessandro Pagano. Mentre ad Enna il centrosinistra tiene ancora.

Infine, una possibile sorpresa: si parla di un personaggio, fino ad oggi molto vicino al presidente della regione, Rosario Crocetta, che potrebbe passare nell’UDC.

 

 

 

 

 

 

 

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  • Vedo che in Italia sono il solo a non essermi candidato alle elezioni in Sicilia. Persone per bene suppongo, per amore della Sicilia e del suo sviluppo, per dare orgoglio e buon qualità della vita. Sillogismo aristotelico: se con le stesse persone sino ad ora lo sviluppo della Sicilia non c’è stato, probabilmente qualche cosa non ha funzionato. Non credo che i candidati siano tutti degli emeriti sprovveduti. Al contrario, se riescono a barcamenarsi per cosi lungo tempo al centro dell’attenzione, forse qualche cosa hanno imparato.

    Io rappresento in Italia una Organizzazione internazionale leader nel mondo per lo sviluppo nonché la voce più autorevole dell’Urbanistica a livello internazionale. Ci sono oltre un centinaio di Paesi, alcuni dei quali ci hanno fondato come la Francia, Olanda, Regno Unito, USA, Egitto, ecc. oltre a Ferrovie, Confindustrie, Casse e Depositi e Prestiti, grande e piccola distribuzione, Università, Centri di ricerca, ecc. che fanno sistema, per cui non parliamo con tutti, ma con uno solo (tipo il Premier o il Governatore) oppure come è successo a me con tre Ministri e due direttori generali a Taiwan che non volevano perdere tempo come da quelle parti si usa fare. Nel momento in cui ci contattano, le cose si fanno e non sono cose segrete, per cui mi stupisco che l’Italia sia cosi fuori da queste dinamiche comportamentali. Tutto ciò, ci consente di agire per il loro interesse, evitando balletti e percorsi impervi come vedo in Sicilia, ma direi in tutta Italia.

    Una cosa enorme che ha contribuito allo sviluppo di tutte quelle città che ora vediamo alla televisione creando milioni di posti di lavoro in mezzo mondo. Possibile che in Italia nessuno se ne sia accorto?

    Se cerco di immedesimarmi in un possibile candidando, mi rendo conto che fra riunioni, litigi, conflitti e via dicendo c’è poco tempo per riflettere e trovare delle soluzioni. Almeno io non sarei capace di farlo, eppure in questo momento stiamo sviluppando tutti i Paesi del Baltico che come sapete hanno la migliore qualità della vita nel mondo e stanno pensando pure di creare una balneazione perché le spiagge del Meridione appaiono forse troppo affollate e calde per il loro carattere.

    Probabilmente il mancato sviluppo è dovuto al fatto che nessuno di questi autorevoli personaggi mi ha mai contattato, ne risposto alle mie email perché a questo punto sarebbe stato facilitato dal fatto che avrebbe risollevato le sorti della Sicilia e quindi avrebbe meno folla attorno a lui. O forse le stesse Università che come fanno le altre in tutto il mondo non hanno insegnato queste cose? Chissà! Nel frattempo il lavoro e lo sviluppo lo fanno gli altri.

    Facciamo un esempio sul ponte di Messina. Dall’originario progetto del 1866, ma ancor prima lo volevano i romani, a tutt’oggi, non se ne è fatto nulla, pure il nonno di mio nonno (che progettava velieri come architetto includendo il calcolo strutturale) e mio nonno tra l’altro siciliano, lo avrebbero voluto vedere prima di morire. Fu chiesto ad INTA, un parere che con un gruppo di esperti, si pronunciò a favore, indicando modalità e impiego. Proprio nel periodo della missione in Sicilia degli esperti, si decidevano e si dava attuazione progettuale ad altri due ponti: quello di Malmö che va dalla Danimarca alla Svezia ( costruito in 18 mesi), e quello di Millau in Francia denominato il ponte sulle nuvole, costruito in tre anni.

    Fernando Nunes da Silva Rettore a Lisbona https://youtu.be/5Q3NZW4NxFo

    Questo è un link https://www.slideshare.net/MauroParilli/inu-format-pannello-immagini
    che riguarda il mio progetto di portare in Italia una Silicon Valley che però con tanta gente che discute sono stato indotto a portarla a Tallinn in Estonia, sempre nel Baltico. Ovviamente tutto questo è stato possibile dopo l’esperienza californiana che è stata seguita di concerto con le Autorità e Università, per predisporre il territorio con i suoi asset strategici. Non è consigliabile preparare risorse umane nelle Università per poi vedersele scappare prescindendo da quanto detto sopra.

    http://www.forumpachallenge.it/soluzioni/un-nuovo-rinascimento-italiano
    Grazie per l’ospitalità.

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