No al grano che arriva con le navi: ma PD e Forza Italia sono contro il grano siciliano e a favore del CETA!

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Si avvicina il voto per le elezioni regionali siciliane. E c’è chi ‘scopre’ i problemi dell’agricoltura. I siciliani debbono sapere che centrodestra e centrosinistra – che a turno hanno governato la Regione siciliana – non hanno fatto nulla per bloccare il grano duro canadese al glifosato e alle micotossine che arriva con le ‘famigerate’ navi. E non hanno fatto nulla per contenere una Grande distribuzione organizzata che ci impone prodotti agricoli del Centro Nord Italia ed esteri 

Leggiamo sulla rete i post di tanti uomini e donne di buona volontà che manifestano grande sensibilità verso i temi dell’alimentazione che in Sicilia dovrebbero essere – anche se spesso non lo sono – legati alla nostra agricoltura: alla nostra agricoltura. Dice un grande chef: “Il segreto dei grandi piatti sta nei cibi a chilometro zero”. Bene, se è così perché sulle tavole dei siciliani debbono arrivare le arance spagnole o Nord africane? Perché le angurie e i meloni Cantalupo debbono arrivare dall’Egitto? Perché l’olio extra vergine d’oliva deve arrivare dalla Tunisia? E, soprattutto, perché il grano duro deve arrivare con le famigerate navi dai Paesi esteri – Canada in testa – ben sapendo che contiene contaminanti, a cominciare da glifosato e micotossine DON?

Ci poniamo queste domande perché esponenti di varie forze politiche – per carità, legittimamente – cominciano a discettare dei temi dell’agricoltura e dell’alimentazione. Qualcuno inizia a parlare del grano duro siciliano, bistrattato nonostante sia uno dei migliori del mondo.

Dobbiamo dare atto ai parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle di aver ripreso la battaglia sul grano duro siciliano che questo blog porta avanti da oltre un anno. E va dato atto a qualche parlamentare regionale di aver iniziato a parlare – anche se in campagna elettorale – della qualità della pasta, del pane e, in generale, della qualità di tutti i derivati del grano.

Benissimo. Basta questo per cominciare a cambiare le cose? A nostro modesto avviso, no.

Il nostro amico Cosimo Gioia, bravissimo produttore di grano duro in quel di Valledolmo, è veramente convinto che il centrodestra siciliano affronterà la questione del grano duro della Sicilia?

Eppure Cosimo Gioia dovrebbe essere già ‘vaccinato’: da dirigente generale della Regione siciliana del dipartimento Agricoltura è stato il primo – e fino ad oggi l’unico – ad avviare i controlli sanitari sul grano duro estero che arriva con le navi in Sicilia. I suoi controlli andarono avanti per qualche mese: poi il presidente della Regione dell’epoca – “l’autonomista” Raffaele Lombardo – lo cacciò via.

Con chi la vogliono fare la battaglia per un grano pulito gli agricoltori e i consumatori? Con l’avvocato Gaetano Armao, che piace tanto a Berlusconi, già assessore del Governo regionale di Raffaele Lombardo, il presidente della Regione che cacciò via Cosimo Gioia dal dipartimento Agricoltura?

La vogliono fare con Nello Musumeci? Persona degnissima, per carità. Che ha anche presentato un’interrogazione parlamentare dopo che abbiamo denunciato la presenza di grano duro canadese a Castel di Iudica, in provincia di Catania (QUI L’ARTICOLO).

Nello Musumeci, candidato alla presidenza della Regione siciliana, con chi lo vorrebbe fare il suo Governo regionale? Ha detto no a Forza Italia? Non ci sembra. Se sono ancora divisi è perché i berlusconiani vorrebbero come candidato presidente un proprio esponente, con Musumeci nel Governo, magari nel ruolo di vice presidente.

Musumeci – detto con parole semplici – non è contro i partiti politici nazionali: tant’è vero che è sostenuto dalla Lega di Salvini e da Fratelli d’Italia. E sarà sostenuto anche da Forza Italia se, insieme, troveranno un’intesa sulle poltrone (perché di questo si tratta, alla fine).

Gli agricoltori siciliani e, in generale, i cittadini-consumatori siciliani che vanno ancora dietro a Berlusconi e al centrodestra sono così ingenui da pensare che un Governo regionale di centrodestra bloccherebbe le navi cariche di grano al glifosato e alle micotossine DON che arrivano in Sicilia per ‘arricchire’ le mense dei siciliani?

Lo stesso discorso vale per i siciliani che vanno ancora dietro al PD. Questo partito governa la Regione dal 2008. Quando il nostro amico Cosimo Gioia – come già ricordato – avviò i controlli sulle navi cariche di grano duro ‘tossico’ il Partito Democratico faceva parte del Governo Lombardo.

I dirigenti e i parlamentari regionali del PD apprezzarono i controlli disposti dall’allora dirigente generale, Gioa? Noi ricordiamo di no. E ricordiamo anche che quando lo stesso Gioia venne cacciato il PD non difese Gioia. Figuriamoci!

Del resto, fino ad oggi, l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, esponente del PD, che cos’ha fatto per il grano duro siciliano? Nulla. Ha messo su un servizio per verificare la salubrità del grano estero che arriva con le navi in Sicilia? Non ci risulta proprio!

Insomma: è così difficile capire che i partiti nazionali non fanno nulla di positivo per la Sicilia e per i siciliani?

Ci rivolgiamo a tutti i cittadini consumatori della Sicilia che vorrebbero mangiare pasta, pane, pizze e dolci prodotti con grano siciliano: lo sapete che al Parlamento europeo gli esponenti del PD e di Forza Italia hanno votato in favore del CETA?

Sappiamo che i cittadini siciliani che vorrebbero sulle proprie tavole derivati del grano senza veleni e che vorrebbero pane, pasta, pizze e dolci prodotti con il grano siciliano sono tanti, tantissimi e aumentano di giorno in giorno. Ebbene, cari cittadini siciliani: lo sapete cos’è il CETA? Lo sapete che è un trattato internazionale, già approvato dal Parlamento europeo, un trattato economico e commerciale che, se verrà approvato dai 27 Paesi della UE, ci costringerà a mangiare il grano duro canadese pieno di glifosato e micotossine DON?

Cari cittadini siciliani: pensate veramente che, votando per il PD e per Forza Italia – due partiti che al Parlamento europeo, come già ricordato, hanno già votato in favore del CETA e che al Parlamento nazionale si accingono a votare in favore del CETA – riuscirete ad avere sulle vostre tavole derivati del grano privi di veleni?

Pensate veramente che un Governo regionale di centrosinistra a trazione PD bloccherà il grano duro che arriva in Sicilia con le navi per tutelare la vostra salute e quella dei vostri figli e dei vostri nipoti?

Pensate veramente che un Governo regionale di centrodestra, a trazione Forza Italia, bloccherà il grano duro che arriva in Sicilia con le navi per tutelare la vostra salute e quella dei vostri figli e dei vostri nipoti?

Se pensate questo siete sulla strada sbagliata!

Oggi siamo venuti a sapere che un gruppo di giovani imprenditori siciliani si accinge ad entrare nell’agone politico della nostra Isola – a quanto si dice con una propria lista – con un programma che prevede la valorizzazione dei prodotti agricoli siciliani. La cosa ci ha colpito favorevolmente. Ci hanno anche informato che seguono con grande attenzione la battaglia del grano che sta portando avanti questo blog.

Poi abbiamo scoperto che, forse, appoggeranno Musumeci. Ripetiamo: persona degnissima. Ma che c’entra con la battaglia in favore del grano siciliano?

Questi giovani imprenditori siciliani (il movimento, così ci hanno detto, si chiama ‘Generazione giovani’) pensano veramente che un Governo regionale di centrodestra – appoggiato dalla Lega Nord, da Fratelli d’Italia e da Forza Italia – consentirebbe a Musumeci di bloccare le navi cariche di grano duro canadese che arrivano in Sicilia?

Questi giovani imprenditori siciliani pensano veramente che le grandi industrie del settore che lavorano il grano duro canadese – che hanno sede nel Centro Nord Italia – consentirebbero a un Governo regionale siciliano di centrodestra (con dentro Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia) di bloccare le navi cariche di grano che arrivano dal Canada, creando problemi alla grande industria del Centro Nord Italia?

Questi giovani imprenditori siciliani pensano veramente di riuscire a riempire gli scaffali della Grande distribuzione organizzata di prodotti agricoli siciliani?

Badate che questa è una battaglia centrale. I siciliani, ogni anno, spendono 11-12 miliardi di euro per gli alimenti. Ebbene, di questi 11-12 miliardi di euro all’anno, solo 2 miliardi di euro (e forse meno) vengono spesi dai siciliani per l’acquisto di prodotti alimentari siciliani.

Di fatto, 9-10 miliardi di euro i siciliani li spendono per acquistare alimenti prodotti nel Centro Nord Italia e all’estero. Non perché lo vogliono, ma perché la Grande distribuzione organizzata lo impone alla Sicilia e ai Siciliani.

Si possono e si devono condurre le battaglie in favore del grano duro siciliano (se non altro per difendere la nostra salute dal grano tossico!).

Si possono e si debbono condurre le battaglie politiche per dirottare almeno 4-5 miliardi di euro di spesa alimentare dei siciliani su prodotti agricoli coltivati in Sicilia (questo sì che rilancerebbe l’agricoltura e l’economia siciliana!).

Pensare, però, di condurre queste battaglie con centrodestra e centrosinistra – due schieramenti politici che, a turno, hanno affossato la Sicilia – è da ingenui.

 

 

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  • Rendete pubblica a tutti gli agricoltori la faccenda grave anzi gravissima!!!
    Ci vogliono avvelenare.

  • Sento spesso parlare di grano in questo blog accostando questo o quel personaggio che la pensa presumo in modo differente. Semplicisticamente mi sembra di capire che il grano siciliano è il migliore mentre quello canadese è una schifezza. Sono quindi due cose diverse con due mercati diversi, prezzi e strategie diverse. Se per il bene comune si pensa che il grano canadese non sia conforme alle norme sanitarie in vigore, mi sembra di avere letto che Busalacchi che tra l’altro è il leader, abbia detto una cosa sensata: si bloccano le navi al porto avvalendoci della sanità. I mezzi giuridici ci sono, si tratta di applicarli. Potrebbe tuttavia accadere che la nave non sbarcando in Sicilia lo farebbe altrove per cui chi si occupa di porti e di sbarchi non sarebbe certamente contento. E se affrontassimo la cosa in modo diverso? Cibo sano, territorio e cultura, funzionano sempre, ma è necessario oltre che a fare sistema, saperlo vendere. Per realizzare ciò è necessario elaborare una sofisticata strategia di marketing e qui sta il vero problema che da circa trent’anni sollevo non solo in Sicilia, ma nel resto d’ Italia: la confusione fra marketing e la vendita o promozione. Ci provo a sintetizzarlo con una citazione che avevo riportato in un testo adottato in Bocconi.
    Che cosa è il Marketing?
    E' una filosofia di vita. E' un processo comportamentale che consiste nel dare applicazione a metodologie, le cui finalità si riconducono all'individuazione dei bisogni del cliente, alla gestione della domanda e al perseguimento di obiettivi che permettano di raggiungere una reciproca soddisfazione.

    E’ quindi necessario conoscere la micro e la macro economia, il diritto comparato, la statistica, la psicologia, la sociologia, l’antropologia culturale, la pianificazione urbanistica (nel caso specifico applicato al Turismo), …… e le strategie di guerra. Tante lauree messe insieme? Molto di più, per cui si lavora in gruppo e tutto quello che si decide nelle grosse società come la grande distribuzione o altri settori come l’auto, ecc. lo si fa negli altri Paesi, non in Italia. Il Giappone ha conquistato il mondo con il marketing che viene insegnato già dalle elementari. Gli americani hanno creato una associazione (www.ama.org) molto prestigiosa a livello internazionale con un suo codice deontologico al cui interno troviamo Università, Ospedali, Uffici delle imposte, banche, Istituzioni e persone come me che fanno i ricercatori.
    Liddell Hart ha realizzato uno studio su 30 guerre nell'antica Grecia, su un totale di 280 campagne. L'analisi ha confermato che solamente in sei di esse l'attacco frontale diede esito positivo. Questo per dirvi che combattere contro il Canada è una partita persa.
    Gli stessi strateghi giapponesi erano originariamente dei generali che avevano fatto la scuola di guerra e la tradizione è rimasta. Si parla sempre di obiettivo, di bersaglio, e non si va molto per il sottile. Le strategie giapponesi più comuni per combattere la concorrenza che hanno conquistato il mondo sono:
    Strategia di attacco ai fianchi, Strategia di accerchiamento; Attacco frontale; Strategia di by-pass; ecc. Questo è quello che avviene nel mondo e chi ha responsabilità o vorrebbe averla sulla cosa pubblica, non può ignorarlo. La Sicilia che ha uno Statuto Autonomo, se adotta una strategia comune con chi queste cose le sa fare, potrà risultare vincente sui mercati o dove gli pare. Di certo, la sua situazione economica e sociale può cambiare nel rispetto della sua gente alla quale non si può negare l’orgoglio di essere siciliani, da una postazione vincente in funzione dei valori che vorrà scegliere e condividere, non a parole, ma utilizzando gli strumenti giusti. Mi è stato chiesto più volte se sono siciliano, ho sempre detto di no perché sono nato a Genova, ma potevo nascere chissà dove. In effetti mio nonno da parte di mia madre era siciliano e da piccolo mi parlava di questa isola che aveva dovuto lasciare per andare in America per poi ritornare. Probabilmente oltre che nel mio DNA qualcos’altro mi ha lasciato e poi chi non ce l’ha un poco di sangue siciliano? Datemi retta cari amici siciliani, io rappresento in Italia una Comunità internazionale costituita da oltre cento Paesi nel mondo, quella che da credibilità o meno ai sistemi Paese e che è disposta ad aiutarvi, per cui non parlerei se non potessi fare. Grazie per la vostra attenzione.

    http://www.forumpachallenge.it/soluzioni/un-nuovo-rinascimento-italiano

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