… e fu così che Totò Cardinale ‘bruciò’ Roberto Lagalla. E Orlando? Si giocò Fabrizio Micari…

16 agosto 2017

Nel centrosinistra siciliano si ‘divertono’ a eliminare i possibili candidati alla presidenza della Regione. Forse perché, ‘psicanaliticamente’, hanno capito di aver fallito e sembra vogliano avvertire i siciliani dicendo: “Non ci votate, non ci votate”. E nel centrodestra? O Miccichè e compagni si mangeranno la minestra di Nello Musumeci, o si getteranno dalla finestra, magari provando la ‘grande coalizione’ con il PD. Intanto la Sinistra anti-PD di Ottavio Navarra avanza… 

Dicono che, da oggi, centrodestra e centrosinistra cominceranno a fare sul serio. Nel senso che comunicheranno, a breve, i rispettivi candidati alla presidenza della Regione siciliana. Sarà così? La sensazione, in verità, è che non sia stato il Ferragosto, ma i veti incrociati, a bloccare questi due schieramenti politici.

Nel centrodestra, ad esempio, il commissario-coordinatore di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, sembra più confuso che persuaso. Dal novembre dello scorso anno prova a smontare la candidatura di Nello Musumeci. Ma di fatto, da otto mesi, è come se avesse lavorato, sotto traccia, per lo stesso Musumeci, che in assenza di un candidato alternativo ha portato dalla propria parte mezza Forza Italia.

L’altra metà di Forza Italia made in Sicily, più che stare con Miccichè, non vuole Musumeci (è il caso, ad esempio, dell’europarlamentare Salvo Pogliese e del parlamentare nazionale, Basilio Catanoso). Cosa, questa, che più che semplificare le cose, le complica.

A Miccichè non ne va bene una. Mettendo da parte l’acredine verso Angelino Alfano, che risale ai primi anni del 2000, ha provato a far confluire nel centrodestra Alleanza Popolare, il partito del Ministro degli Esteri. Si è fatto aiutare anche da Berlusconi, che qualche giorno fa ha lanciato un appello dai toni ‘gozzaniani’ all’unità del centrodestra in Sicilia (“le buone cose di pessimo gusto”, se è vero che il centrodestra siciliano unito, oggi, somiglia a “L’amica di nonna Speranza”…). Appello caduto nel vuoto. Il segnale, inequivocabile, che per Berlusconi le “adunate oceaniche” di popolo, in Sicilia, sono solo un ricordo.

Il risultato è che l’unico candidato del centrodestra, fino ad ora, resta Nello Musumeci. Mentre gli altri possibili candidati – per esempio, Giovanni La Via (che sembra piaccia molto all’Unione Europea del CETA… ma non piace affatto al senatore Giuseppe ‘Pino’ Firrarello), Stefania Prestigiacomo, Basilio Catanoso, Gaetano Armao, Giovanni Pitruzzella e via continuando sono solo chiacchiere.

Le ipotesi,a questo punto, per il centrodestra siciliano, sono tre.

Prima ipotesi: cedere a Nello Musumeci. Per Miccichè sarebbe la sconfitta su tutta la linea.

Seconda ipotesi: trovare un candidato alternativo a Musumeci e presentare, come cinque anni fa, il centrodestra diviso (e probabilmente perdente).

Terza ipotesi: l’ala di Forza Italia controllata da Miccichè lancia l’idea di una grande coalizione con il centrosinistra per sconfiggere i grillini.

Non va meglio nel centrosinistra. Dove, nei giorni scorsi, Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli ha lanciato in modo un po’ scomposto la candidatura di Roberto Lagalla.

In realtà, Roberto Lagalla, ex rettore dell’università di Palermo, è già candidato. Cardinale si è limitato a dare a tale candidatura la ‘copertura’ del centrosinistra. E non è facile capire se l’ha fatto perché ci crede per davvero, o per provare a ‘bruciare’ Lagalla.

Cardinale è un ex democristiano molto abile che viene dalla ‘scuola’ di Calogero Mannino. Nella vecchia DC – chi ha vissuto quegli anni lo ricorderà – nei momenti ‘topici’ i leader di questo partito dicevano una cosa, ne pensavano un’altra e poi ne facevano un’altra ancora.

E’ probabile, insomma, che Cardinale si sia voluto sbarazzare di Lagalla, perché le sue dichiarazioni pro Lagalla hanno innescato, con la precisione di un’equazione chimica, la reazione di Rosario Crocetta, che ha definito Lagalla “il candidato di Totò Cuffaro”: niente di più efficace, oggi, per ‘bruciare’ un candidato alla guida della Sicilia.

Crocetta – che ha deciso di fare ‘inghiottire’ al PD la sua ricandidatura, ha colto il destro per attaccare anche Leoluca Orlando, il sindaco di Palermo che – non si capisce se per il suo solito egocentrismo, o per mandato di Renzi – si è autoproclamato, senza che nessuno in Sicilia glielo abbia chiesto, leader del centrosinistra siciliano.

Orlando, da parte sua, ha lanciato la candidatura di Fabrizio Micari, l’attuale rettore dell’università di Palermo voluto proprio da Lagalla alla guida dell’università siciliana. Ma anche la candidatura di Micari nasce ‘azzoppata’, sia perché in contrapposizione a Lagalla, sia perché sembra la meno adatta per raccogliere il voto dei giovani.

Ricordiamo che il rettore Micari, di fatto, è uno dei grandi sconfitti del referendum dello scorso 4 dicembre, quando Renzi ha provato a far ‘digerire’ agl’italiani la sua pessima riforma costituzionale. E’ stato proprio Micari a invitare due o tre volte Renzi a Palermo, tra le proteste degli studenti bloccati (e picchiati) dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.

La sensazione, insomma, è che Leoluca Orlando si muova per conto di Renzi, dal momento che quello che dovrebbe essere il leader dei renziani siciliani, il sottosegretario Davide Faraone, in pratica non lo è più, se è vero che tanti dirigenti di punta del PD siciliano, negli ultimi mesi, sono passati con Renzi ignorando Faraone.

Insomma, Leoluca Orlando – democristiano come l’attuale segretario nazionale del PD – si conferma l’uomo di Renzi a Palermo e in Sicilia: e di questo gli elettori siciliani – che per il 70% hanno sconfitto Renzi e la sua pessima riforma costituzionale – se ne ricorderanno.

Alla fine, l’unica novità politica di queste ore è la crescita della lista della Sinistra alternativa al PD. Parliamo della candidatura e, soprattutto, della lista di Ottavio Navarra, che si annuncia come una vera e propria spina nel fianco di un PD siciliano che sta cercando, senza riuscirci, di scaricare sul solo presidente della Regione uscente, Rosario Crocetta, il fallimento di cinque anni di Governo.

In un post su faceboob Navarra scrive:

“Le dichiarazioni di queste ore di autorevoli esponenti della sinistra siciliana confermano la giustezza di un percorso sul quale lavoriamo da tempo. Occorre mettere in campo in Sicilia un progetto che premi la Sicilia positiva e che non porta responsabilità nello scempio di questi anni. Abbiamo lavorato senza preclusioni e pregiudizi e quindi sarà nostro compito promuovere nei prossimi giorni un incontro con tutte le forze che condividono tale necessità. Rafforziamo il nostro lavoro programmatico. Mettiamo a punto i primi provvedimenti che segneranno la svolta siciliana”.

Se Leoluca Orlando e il segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti, impegnati, anche se in modo confuso, a costituire un “campo largo” della centrosinistra pensavano di recuperare la Sinistra alternativa al PD hanno già perso in partenza.

A questo punto arriva il secondo messaggio politico a Orlando, Raciti e compagni:

“Le nostre liste provinciali – scrive sempre Navarra – racconteranno le storie di questa meravigliosa terra. Lasciamo ad altri il compito di raccontare il ‘rivoluzionario’ governo siciliano, i cittadini siciliani sapranno giudicare e distinguere il grano dalla gramigna e sapranno capire che non è possibile vestire di nuovo quello che nasconde il vecchiume politicista”.

Non è difficile rintracciare l’ironia verso la “rivoluzione crocettiana” e, soprattutto, la presa di distanza dal PD e dai suoi alleati, definiti “gramigna” e “vecchiume politicista”.

Quindi il terzo messaggio politico:

“Faccio appello ai tanti amministratori siciliani – scrive ancora Navarra – aiutateci a costruire una svolta profonda. Non abbiate paura. Servono idee, coraggio, passione e competenza fuori da civismi indistinti. La squadra che metteremo in campo avrà queste caratteristiche: il meglio della società siciliana disposta a buttare il cuore oltre l’ostacolo. Adelante!”.

Il passaggio sugli “amministratori siciliani” significa che la Sinistra sfiderà Leoluca Orlando, che sfruttando in modo improprio la presidenza dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) conta di ‘intruppare’ nella propria lista un nutrito drappello di sindaci sindaci.

Anche Navarra e company – questo è il messaggio politico – stanno lavorando sul territorio per coinvolgere nelle liste amministratori comunali.

La presenza della lista di Sinistra terrorizza il PD siciliano, che conta di mantenere i propri voti grazie all’astensionismo dell’elettorato siciliano di sinistra. Navarra e compagni, infatti, ‘rischiano’ di portare alle urne elettori nauseati dal PD di Renzi e di Crocetta: cosa, questa, che farebbe precipitare la lista del PD sotto il 10%.

Non solo. La presenza di Crocetta – che fino ad ora è l’unico candidato del PD – rischia di allontanare l’ipotesi di alleanza tra PD, Articolo 1 MDP e Sinistra Italiana. Queste ultime due formazioni politiche potrebbero convergere su Navarra: e per il Partito Democratico siciliano sarebbe la rovina…

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