Canicattì come Alcamo: bruciano i rifiuti, fumo nero e paura. Chi c’è dietro i criminali del fuoco?

6 agosto 2017

A sette giorni di distanza dall’incendio che ha colpito il centro per la raccolta differenziata di Alcamo le fiamme colpiscono anche un centro per la raccolta differenziata a Canicattì. E mentre la parlamentare nazionale Claudia Mannino pubblica la ‘mappa’ di tutti gli incendi che in Italia stanno colpendo i centri per la raccolta differenziata, ci si interroga sui perché di una strategia criminale. Intanto, in Sicilia, c’è chi sogna il ritorno alla gestione commissariale…

Dopo Alcamo, in provincia di Trapani, è toccato a Canicattì, in provincia di Agrigento. Anche in questo centro, noto per la coltivazione dell’uva Italia, un violento incendio ha colpito il centro per la raccolta differenziata dei rifiuti. Anche qui si è ripetuta la scena di Alcamo: fiamme, una grande colonna di fumo nero. E tanta paura.

Leggiamo su Canicfattiweb:

“Un incendio ha colpito una porzione del Centro raccolta differenziata di contrada Calandra, nel centro abitato di Canicattì. All’opera cinque squadre di vigili del fuoco, con l’ausilio di autobotti private, visto che nell’impianto della ex Dedalo Ambiente, gestito oggi da un’Ati, non ci sono sufficienti scorte d’acqua. Il cielo sopra Canicattì è oscurato da un’intensa coltre di fumo nero e acre. Bruciano alberi, materie plastiche, copertoni. L’incendio ha annerito anche gli immobili limitrofi a quello che era un mattatoio, poi trasformato in centro di stoccaggio di rifiuti differenziati”.

Anche a Canicattì, come a Carini e ad Alcamo ecco l’inquinamento dell’aria con diossine, antraceni, amianto e altre sostanze dannose per la salute umana (alcune di queste sostanze sono cancerogene).

Sembra che, anche dietro gli incendi che colpiscono i centri per la raccolta differenziata ci sia una strategia criminale. I possibili retroscena li ha raccontati la parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino (gruppo misto). Che parla di un giro di affari illegali che coinvolge tutta l’Italia, con particolare riferimento al Sud (QUI LE DICHIARAZIONI DI CLAUDIA MANNINO).

In Sicilia questo è il settimo incendio che colpisce un centro per la raccolta dei rifiuti.

Ricordiamo l’incendio che ha distrutto uno dei più importanti centri per la raccolta differenziata dei rifiuti della Sicilia a Grammichele, in provincia di Catania (QUI L’ARTICOLO SULL’INCENDIO DI GRAMMICHELE).

Poi due incendi sono stati registrati nella zona industriale di Carini, in provincia di Palermo: a fuoco è andata l’azienda per la raccolta di rifiuti speciali, Ecofarma e l’azienda – Sidermetal – dove venivano stoccati metallo, plastica e rifiuti ospedalieri.

Incendio nel centro per la raccolta differenziata di Patti, in provincia di Messina.

Incendio nel centro per la raccolta differenziata di Baucina, in provincia di Palermo.

Quindi l’incendio di Alcamo.

E ieri l’incendio nel centro per la raccolta differenziata di rifiuti di Canicattì.

Tutti questi incendi sono avvenuti da maggio ad oggi.

La parlamentare Claudia Mannino torna sul’argomento e si rivolge al capo del Governo nazionale, Paolo Gentiloni, e al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti:

“Quante decine di impianti per la raccolta differenziata dei rifiuti dovranno ancora avvelenare l’aria che respiriamo prima che il Governo nazionale intervenga? Io continuerò a fare tutto quello che posso perché si diano una mossa”.

Sulla propria pagina facebook Claudia Mannino pubblica la ‘mappa’ degli incendi che hanno colpito i centri per la raccolta differenziata dei rifiuti in tutta l’Italia negli ultimi due mesi.

In effetti, si rimane basiti nel vedere quanti incendi hanno colpito, da Nord a Sud, i centri per la raccolta differenziata dei rifiuti, o i centri per la raccolta di rifiuti speciali.

Sono una trentina di incendi (la parlamentare va aggiornando questa pagina al verificarsi di nuovi incendi).

La domanda è: chi c’è dietro questa strategia criminale? Il problema, come spiega e documenta Claudia Mannino, è nazionale: eliminare certi rifiuti è costoso, bruciando tutto si azzerano i costi a spese della collettività (che deve pagare i costi dell’inquinamento dell’ambiente e le eventuali malattie, spesso gravi).

Ma c’è anche uno scenario siciliano che l’ingegnere Salvo Cocina, dirigente regionale che si occupa proprio di raccolta differenziata ha spiegato con estrema chiarezza su facebook:

“La crescita della Differenziata. Metto dei fatti in sequenza e constato che questa terra sembra condannata a non cambiare: 1. Incendi degli impianti di trattamento della differenziata di Alcamo, Grammichele, Baucina, Patti; 2. chiusura impianti di Ramacca, Joppolo e Pace; 3. false notizie sui media che creano sfiducia nei cittadini: plastica, carta e vetro raccolti si gettano in discarica; 4. provvedimenti per riapertura di discariche. 5. alcuni imprenditori che, in carenza di seri controlli, hanno puntato solo sul profitto, oppure altri tartassati… Sforzi di tanti sindaci, amministratori, tecnici, Comuni e Regione vanno in fumo… Ogni cosa normale in Italia diventa complicata e difficile in Sicilia”.

In Sicilia, per la cronaca, mentre vanno in fumo i centri per la raccolta differenziata si registrano “provvedimento per la riapertura delle discariche”.

Discariche che nella nostra Isola, nelle grande maggioranza dei casi, sono gestite da privati.

Chiudiamo con un retro-pensiero che condensiamo in una domanda:

non è che con il caos che si sta creando in Sicilia nella raccolta dei rifiuti, tra discariche che aprono e chiudono, tra rifiuti che rimangono per giorni nelle strade e, adesso, con gli incendi dei centri per la raccolta differenziata, qualcuno pensa al ritorno alla gestione commissariale?

Lo scriviamo perché lo scorso 18 luglio abbiamo letto un comunicato della CISL siciliana che si conclude, guarda caso, con la richiesta della nomina di “un supercommissario nazionale che ci auguriamo arrivi presto”…(QUI IL COMUNICATO DELLA CISL SICILIANA).

La Sicilia ha già provato la gestione commissariale dei rifiuti, dalla fine degli anni ’90 del secolo passato fino al 2013. A cos’è servita la gestione commissariale dei rifiuti ad opera dei presidenti della Regione siciliana? Di certo non sono stati risolti i problemi. Ma, in compenso, sono state gestite centinaia di gare di appalto senza evidenza pubblica. Centinaia di milioni di euro per la realizzazione di centinaia di centri per la raccolta differenziata dei rifiuti in massima parte lasciati a metà…

Ah, dimenticavamo: la gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia è stata bloccata grazie a un emendamento alla legge Finanziaria nazionale 2014 presentato alla Camera dei deputati da Claudia Mannino.

Non ricordiamo più quante volte il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha chiesto a Roma il commissariamento per la raccolta dei rifiuti oggi chiesto anche dalla CISL siciliana…

QUI L’ARTICOLO DI CANICATTIWEB

Foto tratta da Agrigentonotizie 

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