Migranti, Copasir: “Preoccupati per la sicurezza”. Gabanelli: “Ong vadano a Nizza”

3 luglio 2017

Mentre da Parigi si parla dell’ennesimo accordo, il Comitato parlamentar per la sicurezza parla dei un piano per mettere in difficoltà il nostro Paese. Intanto, Milena Gabanelli, fuori da ogni retorica ipocrita, suggerisce un’idea alle navi delle organizzazioni non governative…

Ormai i radical chic del buonismo e le star dei convegni in cui trionfa la retorica pietistica e pavonesca, sono rimasti in pochi. Ormai anche le istituzioni italiane, in ritardo come sempre, ammettono che il fenomeno migratorio è insostenibile. Una vera e propria  emergenza che rischia di determinare “una situazione ingestibile” per usare le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

In queste ore arrivano notizie di un accordo con la Francia e la Germania. Il testo, che avrebbe l’appoggio di Parigi e Berlino, prevede la regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste. E, ancora una volta, impegna i Paesi a rispettare gli accordi sulla ricollocazione. Non è il primo accordo sbandierato al vento e chissà se come i precedenti resterà solo sulla carta.

Certo, sarebbe da ingenui pensare che diventerà realtà senza distinguo. Già abbiamo sentito che i francesi accoglierebbero solo i rifugiati politici, ovvero la minima parte dei migranti che arrivano.

L’accordo, in ogni caso, dovrà essere ‘ratificato’ a Tallinn, in Estonia, dove i ministri degli Interni dei Paesi dell’Unione, tra giovedì e venerdì prossimi, si riuniranno per un vertice ufficiale. Vediamo cosa ne verrà fuori.

Ci auguriamo che l’Italia abbia pronto un piano B nel caso, assai probabile, in cui l’Ue tornasse a voltare le spalle.

Tanto più che un nuovo allarme oggi arriva dal Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica: “Se le navi europee portano i migranti solo in Italia non c’e’ altra spiegazione che da parte di altri Stati ci sia un piano per mettere in difficoltà il nostro Paese” ha detto il vicepresidente, Giuseppe Esposito, in un’intervista al quotidiano Il Mattino.

Un concetto che già era stato espresso da Carmelo Zuccaro, il procuratore di Catania che per primo ha avuto il coraggio di parlare dello strano proliferare di navi Ong nel Mediterraneo e che ha ipotizzato un piano di destabilizzazione contro l’Italia.

“Fino ad ora – ha proseguito Esposito- l’intelligence ha svolto il proprio lavoro con cura, ma è evidente che se i ritmi degli sbarchi resteranno quelli di questi ultimi giorni diventerà molto difficile effettuare controlli seri delle persone che sbarcano nei nostri porti”.

E ancora: “Sul fronte del terrorismo sono preoccupato. La sicurezza ha bisogno di politiche di lungo corso che non possono procedere secondo logiche di stop and go o inseguendo le emergenze del momento come purtroppo sembra avvenire in questi giorni”.

Sul ruolo delle Ong ha evitato, come suo costume, ogni forma di ipocrisia anche Milena Gabanelli, storica giornalista di Report: non bisogna demonizzare ma “l’unico dato certo è che non ci sono mai state tante navi che si adoperano per il salvataggio e mentre nel 2015 i morti in mare sono stati 2800, nel 2016 siamo arrivati a 4300. Una considerazione andrà pur fatta. Più metti in opera possibilità di salvataggio e più i trafficanti po “l’unico dato certo è che non ci sono mai state tante navi che si adoperano per il salvataggio e mentre nel 2015 i morti in mare sono stati 2800, nel 2016 siamo arrivati a 4300. Una considerazione andrà pur fatta. Più metti in opera possibilità di salvataggio e più i trafficanti portano in mare i migranti”.

“Forse sarebbe sufficiente – ha dichiarato la giornalista- se, da subito, qualche Ong straniera facesse un’azione dimostrativa. Medici senza frontiere potrebbe sbarcare migranti a Nizza o la Moas a Malta. Vediamo se il democratico Macron ha il coraggio di dire, qui non li portate”.

Se non lo fanno di loro iniziativa, l’Italia potrebbe attuare il piano a cui già le istituzioni hanno pensato: chiudere i porti alle Ong che battono bandiere di altri Paesi.

Ricordiamo a questo proposito che mentre restano ombre sui finanziamenti che ricevono (emblematico il caso della Moas) e mentre continuano a recitare la parte dei capri espiatori, queste organizzazioni hanno rifiutato di fare salire a bordo delle loro navi ufficiali di polizia.

Come mai?

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