Elezioni comunali di Palermo 4/ Interrogazione di Claudia Mannino al Ministero dell’Interno: “Riconteggiare le schede”

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Troppe le anomalie riscontrate durante lo spoglio delle schede a causa di una legge regionale assurda, che ha imposto ai componenti dei seggi di lavorare 48 ore consecutive e, in alcuni casi, 72 ore consecutive senza mai riposare! Sulla vicenda interviene anche il parlamentare regionale, leader di #DiventeràBellissima, Nello Musumeci, che ha presentato un disegno di legge per eliminare lo spoglio notturno delle schede  

Anche se, in tutti i modi, la vecchia politica prova a mettere la sordina sulle anomalie andate in scena durante le elezioni comunali di Palermo, con riferimento soprattutto allo spoglio delle schede (ancora, dopo quasi due settimane, non si hanno notizie della proclamazione dei 40 consiglieri comunali!), le cronache registrano due novità: un’interrogazione al Ministro dell’Interno da parte della parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino, e un intervento del leader di #DiventeràBellissima, il parlamentare regionale Nello Musumeci, che ha presentato un disegno di legge per cambiare le modalità dello spoglio delle schede.

Cominciamo con l’interrogazione di Claudia Mannino sulle elezioni comunali di Palermo di due settimane addietro:

“Dall’analisi dei risultati elettorali – scrive le parlamentare – emerge un dato piuttosto significativo in ordine alla percentuale, più che elevata, di schede nulle: ben 16.192, pari al 5.52% del totale dei voti espressi, ovvero equivalenti a quelli di una lista che ha superato il quorum del 5% (alle quali debbono essere aggiunte anche le 5.042 schede bianche, rappresentanti l’1.72% del totale);
il dato di Palermo inerente alle schede nulle – in gran parte non contestate in quanto non tutte le liste avevano rappresentanti di lista in ogni sezione – risulta, peraltro, ancor più macroscopico se paragonato a quello che si è registrato nelle altre città italiane in cui si è votato, nelle quali la mole dei voti nulli è di gran lunga inferiore”.

“Oltre alla rilevante percentuale di schede nulle conteggiate nella Città di Palermo, come già sottolineato, grandemente al di sopra della media nazionale, emergono, altresì – scrive sempre la parlamentare – ulteriori anomalie come, per esempio, quella inerente alla eccessiva lungaggine delle operazioni di spoglio (con uno scrutinio che è andato avanti per 48 ore consecutive ed, in alcuni casi, per 72 ore), quella riguardante l’improvvisa sostituzione di oltre 300 presidenti di seggio (sui 600 presenti a Palermo), quella legata alla sparizione e/o alla mancata o incompleta compilazione dei verbali (spesso privi, altresì, del timbro della sezione, della firma del presidente del seggio e delle firme degli scrutatori), quella connessa all’esistenza di una presunta, e non ben definita, ‘documentazione integrativa’ attualmente non prevista da alcuna disposizione di legge in materia elettorale o, ancora, quella relativa alla presenza di liste nelle quali i voti di lista risultano maggiori dei voti di preferenza”.

A proposito dei voti di lista che risultano maggiori dei voti di preferenza, Claudia mannino sottolinea che “evidentemente, tale ultimo fatto è di per sé possibile ma, tuttavia, può apparire atipico ed inconsueto – quanto improbabile – nel caso di elezioni comunali, spesso caratterizzate da voti espressi a favore della persona e non della lista”.

“Ad avviso della scrivente – leggiamo sempre nell’interrogazione parlamentare di Claudia Mannino – le summenzionate circostanze hanno determinato un non regolare andamento delle consultazioni e si sono, conseguentemente, dimostrate idonee ad incidere, anche in maniera decisiva, sui risultati della tornata elettorale de quo nonché sulla mancata proclamazione del Consiglio comunale e dei Consigli di circoscrizione alla data odierna”.

Alla luce di quanto esposto, rivolgendosi al Ministero dell’Interno, la parlamentare Claudia Mannino chiede:

“se, alla luce di quanto esposto in premessa, non ritenga opportuno provvedere ad una puntuale verifica in ordine alla correttezza del conteggio dei voti ed ad un complessivo riesame delle schede relative alle Elezioni Amministrative di Palermo del 11/06/2017 al fine assicurare l’assoluta certezza sull’effettività dei voti espressi dai cittadini e di avvalorare i sopra richiamati risultati elettorali”;

“se non ritenga opportuno chiarire il tenore letterale nonché la valenza giuridica della sopra citata nozione di ‘documentazione integrativa’ al fine di verificarne l’eventuale conformità rispetto alle vigenti disposizioni di legge in materia elettorale”.

Per la cronaca, dubbi sulla ‘documentazione integrativa’ sono stati espressi anche dall’esponente dei Verdi, Nadia Spallitta (come potete leggere qui).

Ricordiamo che il caos nello spoglio delle schede alle elezioni comunali di Palermo è il frutto, in buona parte, di una legge regionale che ha imposto ai componenti dei seggi elettorali di lavorare di notte. Presidenti di seggio e scrutatori sono stati costretti ad iniziare lo spoglio delle schede domenica sera alle 11,00, dopo una lunga giornata di lavoro. Prescrizione, questa, che ha costretto i componenti dei seggi elettorali a lavorare 48 ore di seguito, senza mai riposare e, in alcuni casi, 72 ore di seguito senza mai riposare!

Sulla vicenda interviene, come già ricordato, il parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana, Nello Musumeci. Che scrive:

“Alle prossime elezioni amministrative in Sicilia lo spoglio delle schede votate inizierà nei seggi l’indomani mattina e non più a seguire dopo la chiusura delle cabine”

Musumeci ha presentato un apposito disegno di legge per la modifica delle disposizioni riguardanti l’elezione dei sindaci, dei consigli comunali e degli organi circoscrizionali.

“L’attuale normativa – spiega il deputato – ha evidenziato una serie di difficoltà che hanno gravato sulla speditezza delle operazioni di spoglio, mettendo a dura prova la resistenza fisica dei componenti dei seggi elettorali. L’applicazione delle norme vigenti ha causato uno stato di enorme disagio tra i soggetti componenti i seggi elettorali, in quanto i presidenti, i segretari e gli scrutinatori si sono insediati nei rispettivi seggi alle ore sei della domenica mattina e, terminate le operazioni di voto alle ore 23,00, dopo una ininterrotta giornata di lavoro, hanno dovuto iniziare le operazioni di scrutinio fino alla chiusura dei verbali, anche dopo ventiquattr’ore di lavoro”.

Nello Musumeci ricorda, nella sua relazione al disegno di legge, l’esperienza offerta dalla città di Palermo nell’ultima consultazione dell’11 giugno, per la contemporanea elezione per il rinnovo del sindaco, del Consiglio comunale e degli organi circoscrizionali:

“I componenti dei seggi hanno dovuto effettuare due distinti scrutini, entrambi resi più impegnativi dalla concomitante novità del doppio voto di genere, del voto disgiunto e dell’effetto trascinamento, tanto che, nella quasi totalità dei seggi della Città capoluogo, le operazioni di scrutinio si sono concluse solo nella tarda serata del lunedì. Né appare superfluo evidenziare come la successione degli adempimenti ed il massacrante tour de force al quale i componenti dei seggi sono stati sottoposti abbiano da un lato determinato l’intervento, in più occasioni, dei sanitari del 118; dall’altro hanno, in molti casi, pregiudicato la fluidità e sistematicità del lavoro di scrutinio”.

Il disegno di legge di Musumeci prevede, quindi, la chiusura dei seggi elettorali alle 23 di domenica, “la apposizione dei sigilli all’urna, agli incartamenti ed il rinvio dello scrutinio alle ore otto del giorno successivo. Quindi, sigillata la porta di ingresso del seggio, il presidente affida la custodia del locale e la vigilanza esterna della sala alla forza pubblica, alla quale nessuno può avvicinarsi”.

“Alle ore otto del giorno successivo – conclude Musumeci – il presidente ricostituisce l’ufficio del seggio elettorale di sezione e, constatata l’integrità dei mezzi precauzionali apposti sulle aperture ed agli accessi della sala, nonché l’integrità dei sigilli del plico e dell’urna, dà inizio alle operazioni di scrutinio”.

In realtà, quanto proposto oggi da Musumeci era stato proposto all’Ars, appena qualche mese fa, con un emendamento alla Finanziaria regionale, dal parlamentare di Sala d’Ercole, Roberto Clemente (come potete leggere qui).

Emendamento ‘bocciato’ dall’Aula, supponiamo dai parlamentari della maggioranza di centrosinistra. Chissà perché…

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