Centrodestra spaccato? Ma Forza Italia non lavora per la candidatura di Piero Grasso?

16 giugno 2017

Lo confessiamo: non riusciamo ad andare dietro al Gianfranco-Miccichè pensiero. Cinque anni fa si candidò contro Nello Musumeci per fare eleggere Rosario Crocetta. E adesso? Adesso sembra di vedere un film già visto. Con Piero Grasso al posto di Rosario da Gela…

Leggiamo sui giornali che il coordinatore-commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, avrebbe rotto con Nello Musumeci provocando la spaccatura del centrodestra siciliano.

A noi che abbiamo vissuto le elezioni regionali di cinque anni fa, quello che sta succedendo sembra un film già visto.

Cinque anni fa Nello Musumeci era il candidato alla presidenza della Regione siciliana per il centrodestra. Miccichè si mise di traverso. Ufficialmente perché avrebbe voluto candidarsi alla guida della Sicilia. In realtà, era un gioco politico che avrebbe dovuto concludersi con l’elezione di Rosario Crocetta, esponente di una ‘certa’ antimafia, alla presidenza della Regione. E così fu.

In quell’occasione Forza si guardò bene dall’appoggiare direttamente Crocetta. Si candidò lo stesso Miccichè, appoggiato dal presidente della Regione uscente, Raffaele Lombardo. Obiettivo: spaccare il centrodestra e agevolare l’elezione d Crocetta.

Ricordiamolo sempre: Crocetta non è solo il ‘frutto’ dell’UDC di Giampiero D’Alia e del PD: è anche il prodotto trasformista di Lombardo & Miccichè.

La stessa cosa si sta verificando in queste adesso.

Da mesi Musumeci dice a Micciché: io sono disponibile a candidarmi alla guida della Sicilia, se trovi un candidato migliore di me, bene.

Ma Miccichè nicchia. Non dice sì a Musumeci. Ma non trova nemmeno un candidato alternativo a Musumeci. Prende tempo.

Musumeci gli ha detto: facciamo le primarie.

Ma Miccichè rifiuta anche le primarie.

Ieri Musumeci ha detto a Miccichè: ti aspettiamo dall’ottobre dello scorso anno, ora ti devi decidere: se c’è un candidato migliore di me, bene: parliamone. Altrimenti io mi candido alla presidenza della Regione.

Messo alle strette, Gianfranco è sbottato: Musumeci può andare da solo.

In realtà, Musumeci è in campagna elettorale da nove mesi.

E in realtà anche Miccichè un candidato potrebbe averlo.

Vuoi vedere che sta facendo lo stesso gioco di cinque anni fa?

Dicono i maligni: il vero candidato di Miccichè e di Berlusconi in versione Nazareno è Piero Grasso. Sì, proprio lui, lo stesso candidato del PD.

Ma il PD non è tornato ad essere ‘cosa di Renzi’? E Renzi che c’entra con Grasso? Grasso senatore e presidente del Senato non è un’invenzione di Bersani?

Tutto si trasforma, in politica.

Dicono, i maligni, che Forza Italia, a Palermo, avrebbe già sperimentato un mezzo Nazareno sostenendo, sottobanco, Leoluca Orlando Sindaco. Vero? Falso?

Bisognerebbe chiederlo ai tre moschettieri di Forza Italia a Palermo: Francesco, Giuseppe e Giulio. Ovvero Francesco Scoma, Giuseppe Milazzo e Giulio Tantillo. Ma questi parlano?

Ad ogni buon conto tre esponenti della buna borghesia di Palermo sono pronti per i posti migliori: Leoluca Orlando (che si è già risistemato al Comune di Palermo), Piero Grasso (da sistemare alla presidenza della Regione) e Gianfranco Miccichè (che si vorrebbe risistemare alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana).

Ma vedi un po’ ‘sto catanese Musumeci che vuole ‘sconsare’ il gioco ai tre panormiti…

P.S.

Che diranno i catanesi del centrodestra di questa nuova ‘miccicheata’? Non ‘Pino’ Firrarello e Giuseppe Castiglione, che ormai contano poco. Ci riferiamo a tutta la tradizione ex Msi, ex An, finita con Berlusconi dopo la Caporetto di Gianfranco Fini. Anche loro con Gianfranco?

E che fine farà il Cantiere Popolare di Saverio Romano e Toto Cordaro: anche loro con Gianfranco?

 

 

 

 

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