Le angurie ad aprile e a maggio? Noi Siciliani lasciamole mangiare agli altri

9 maggio 2017

In generale, la maturazione naturale di un frutto o di un ortaggio è da preferire a ‘forzature’ o a tutto ciò che è artificiale. Nel caso delle angurie, ricordiamoci che quelle siciliane sono insuperabili (non è ‘sciovisnismo’ agricolo: è la realtà fatta di storia, tradizione e sapienza dei nostri agricoltori). Quindi le angurie mangiamole in estate. Accertandoci che siano siciliane. Idem per i dolci con il gelo di anguria o di melone. Anche nei dolci accertiamoci che la frutta sia di stagione

Da qualche settimana, nei supermercati di Palermo, sono in vendita strane angurie. Sono più piccole rispetto a quelle siciliane. E hanno anche un colore diverso: sono di un verde più chiaro e non presentano le chiazze scure. Buona parte di queste angurie arrivano dall’Egitto, Paese che ormai ci sommerge con la propria frutta e con i propri ortaggi (per esempio, i carciofi). Non è da escludere che alcune di queste angurie vengano prodotte anche nella nostra Isola in serra. Anche nei bar sono in aumento i dolci con il gelo di anguria o di melone.

Perché scriviamo ‘ste note? Perché questa ‘pioggia’ di angurie che arriva in Sicilia dall’Egitto non ci convince molto. Ci dicono che dobbiamo arrenderci alla globalizzazione dell’economia. Ma arrendersi alla globalizzazione significherebbe dire addio alle nostre produzioni tipiche: e questo, in Sicilia, è impensabile, almeno per chi scrive.

Noi siciliani, sulle angurie, potremmo scrivere trattati. Perché le nostre angurie – le angurie siciliane – senza offesa per nessuno, sono ineguagliabili. Ma c’è un tempo per le angurie siciliane che non possiamo ignorare.

Le prime angurie delle nostre parti si possono cominciare a gustare a fine giugno. Il mese d’elezione di questo frutto strepitoso è luglio. Ma anche agosto non scherza: anzi. E poi c’è una ‘coda’ a settembre. Oltre non si dovrebbe andare.

In tutta la Sicilia è possibile coltivare le angurie. Ma la tradizione siciliana di questo frutto – sempre senza offesa per nessuno – si localizza nel Trapanese: le angurie di questa provincia, vuoi per la bravura degli agricoltori di questa straordinaria provincia, vuoi per i terreni sono una delizia per il palato.

Le angurie del Trapanese, di Marsala e, soprattutto, di Mazara del Vallo (un tempo si coltivavano nelle ‘sciare’ di Mazara del Vallo) sono eccezionali (non a caso non è facile trovarle in altre zone della Sicilia perché i trapanesi, quando si tratta di cibo di alta qualità delle loro zone, possono essere considerati i precursori del Km zero: nel senso che i primi a gustarlo sono loro). Ma sono ottime anche le angurie di altre zone della nostra Isola.

L’importante, lo ribadiamo, è rispettare i tempi naturali di maturazione. Piaccia o no a chi magari ha interessi nell’importazione di angurie dall’Egitto, o a chi le coltiva in serra, va detta una cosa semplice semplice: e cioè che le angurie siciliane maturate in pieno campo, con il sole del’estate della nostra Isola sono – sempre senza offesa per nessuno – inarrivabili. 

(Grande rispetto per i serricoltori: ma non dimentichiamo che quelle serricole sono colture ‘forzate’: e, in ogni caso, la maturazione naturale è sempre da preferire).

Che cosa vogliamo dire?

Che se vogliamo mangiare le vere angurie siciliane dobbiamo rispettare due regole.

Prima regola: gustare quelle di pieno campo che maturano in estate: e quindi gustarle in estate e non ad aprile e maggio!

Seconda regola: accertarci che stiamo mangiando angurie siciliane (purtroppo, anche in estate, dalle nostre parti, si trovano angurie che non hanno sapore: non sono angurie siciliane!).

Lo stesso discorso vale per i dolci. La pasticceria siciliana è ricca di frutta. Ma, forse, prima di gustare un dolce alla frutta sarebbe bene riflettere se il frutto che ci stanno presentando accompagnato alla crema, alla ricotta o alla panna è fatto con frutta di stagione: possibilmente frutta siciliana.

Torniamo, così, al gelo di anguria di questi giorni: con quali angurie è stato preparato? Nella migliore delle ipotesi, con angurie siciliane prodotte in serra. Nella peggiore delle ipotesi, con angurie egiziane. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di succo di angurie siciliane surgelato che risale allo scorso anno: cosa piuttosto improbabile…

I ‘terzomondisti’ ci attaccheranno dicendo che siamo prevenuti, che gli ortaggi e la frutta della Tunisia e dell’Egitto e, in generale, del Nord Africa sono meravigliosi. Ci dispiace contraddirli: a nostro avviso non è così.

L’agricoltura e gli agricoltori non sono frutto di improvvisazione. La sapienza, anche in agricoltura, non si acquisisce dall’oggi al domani.

Per non parlare del fatto che, proprio in Africa, le multinazionali hanno piantato salde radici e, sfruttando la manodopera a bassissimo costo e tecniche agronomiche da rapina (peraltro inquinanti), producono a prezzi irrisori frutta e ortaggi che, in molti casi, definire di qualità scadente, è un eufemismo.

Tra l’altro, non sappiamo nemmeno che tipo di pesticidi utilizzano da quelle parti: elemento, questo, tutt’altro che secondario.

Se non credete a quello che leggete, interpellate un agricoltore siciliano e chiedetegli se gusterebbe mai un’anguria egiziana, tra aprile e maggio…

In conclusione, mangiamo angurie e, in generale, frutta di stagione. Lo stesso discorso vale per i dolci alla frutta: accertiamoci che la frutta è di stagione. E, possibilmente, siciliana.

Sempre senza offesa per nessuno.

Foto tratta da scattidigusto.it    

 

 

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