Acqua pubblica, la sentenza della Consulta? “A favore delle multinazionali e contro lo Statuto”

5 maggio 2017

Siciliani Liberi commenta così la sentenza della Corte Costituzionale che cassa la legge regionale sulla ripubblicizzazione dell’acqua in Sicilia. La vicenda, dimostra, ancora una volta, “come sia difficile tutelare qualsiasi interesse o diritto dei Siciliani dentro i confini dello Stato italiano”

“La sentenza della Consulta che cassa la legge regionale che ripubblicizza l’acqua in Sicilia non è solo un regalo alle multinazionali private, ma l’ennesima violazione dello Statuto che invece, a chiare lettere, attribuisce alla Regione competenza esclusiva in materia di acque pubbliche. E’ quanto sostiene in una nota il movimento indipendentista, Siciliani Liberi.

“Competenza esclusiva che viene elusa dalla suprema corte italiana con i consueti giri di parole e arzigogoli giuridici per i quali il bianco diventa nero e il nero diventa bianco. La vicenda dimostrerebbe ancora una volta come – per l’Italia, e a tutti i livelli, anche giudiziario – l’Autonomia della Sicilia sarebbe solo una burla e il suo Statuto carta straccia, e quindi dimostrerebbe l’impossibilita’ di tutelare qualsiasi interesse o diritto dei Siciliani dentro i confini dello Stato italiano.

“Anche la vicenda delle tasse su Google e sul web, circa un miliardo l’anno, nasconde un’analoga violazione dei diritti della Sicilia. Di questi, infatti, almeno il 5 % circa, pari a 50 milioni l’anno, Statuto alla mano (art. 37), spetterebbero alla Regione, ma sono soldi che la Regione, naturalmente, non vedra’ mai”.

La norma  bocciata dalla Corte Costituzionale è stata votata dall’Ars nell’estate del 2015 fra mille polemiche. In sostanza, non è mai entrata in vigore. Troppi interessi, come potete immaginare, ne hanno impedito l’applicazione. La stessa Regione, dopo che il Consiglio dei ministri aveva proposto il ricorso alla Consulta, ne aveva attenuato la portata.

La sentenza di ieri non fa che liberare del tutto gli appetiti dei privati che continueranno a dettare legge alla faccia del referendum del 2011 attraverso il quale i cittadini italiani, in massa, hanno detto no ai privati.

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