Il Fondo pensioni della Regione verrà ‘saccheggiato’ per portare i soldi a Roma?

27 aprile 2017

Non sappiamo se il Parlamento siciliano avrà il coraggio di approvare una norma contro i futuri pensionati della Regione. Ma si sussurra che il Governo nazionale deve fare quadrare la manovra da 3 miliardi e 500 milioni di Euro imposta dalla UE e avrebbe pensato, come al solito, alla Sicilia… governata dagli ascari. Insomma, una parte di questi circa 800 milioni di Euro andrebbe a Roma, un’altra parte alle banche e, forse, solo una parte per spesa corrente della Regione

E’ ufficiale: il Governo della Regione siciliana, che ha regalato un sacco di soldi al Governo nazionale, adesso ha deciso di svuotare anche il Fondo pensioni della Regione. Ha cominciato lo scorso anno, pagando le rate dei mutui dei Comuni prelevando 50 milioni di Euro – mai restituiti – al già citato Fondo pensioni. Ora il Governo regionale si vuole prendere tutti i soldi, rifilando al Fondo beni immobili che, a giudicare da quello che si dice a Sala d’Ercole – dove è in corso il dibattito sulla Finanziaria 2017 – sono sopravvalutati.

Con l’occasione si cerca di fare ‘bagnare il becco’ anche alla banche. Insomma, dopo aver portato alla quasi bancarotta la Regione, il Governo regionale di centrosinistra, a trazione PD, vorrebbe fare sparire circa 800 milioni di Euro. La cosa incredibile è che si tratta dei contributi pagati dai dipendenti regionali che, attraverso un’operazione finanziaria, verrebbero trasformati in spesa corrente.

La storia è sempre la stessa: una storia che questo blog denuncia da quando è in rete: il presidente della Regione, Rosario Crocetta – con l’avallo del PD e di tutti i partiti di centrosinistra – consente a Roma di ‘saccheggiare’ le ‘casse’ regionali. Poi, però, i soldi per andare avanti da qualche parte si debbono trovare. E – con molta probabilità – si dovranno trovare i soldi per pagare anche la ‘quota parte siciliana della manovra da 3 miliardi e 500 milioni di Euro che il Governo Gentiloni sta approntando nel nome della ‘Grande’ Unione Europea dell’Euro.

Dal Bilancio della Regione siciliana, ogni anno, per “il risanamento dei conti’ dell’Italia – conti che non si risanano mai – lo Stato trattiene un miliardo e 300 milioni di Euro. Appena 100 milioni di Euro in meno di quanto paga la Lombardia, che ha un numero di abitanti quattro volte superiore a quello della Sicilia ed è molto più ricca della stessa Sicilia.

Si vocifera da tempo che lo Stato vorrebbe scippare dal Bilancio della Regione siciliana altri 700 milioni di Euro. Magari saranno meno. Ma un’indiscrezione racconta che i soldi che dovrebbero essere scippati dal Fondo pensioni dei regionali dovrebbero servire, in parte (forse in buona parte), per foraggiare Roma.

Le cronache – oltre al dibattuto in Assemblea regionale siciliana – registrano anche una presa di posizione molto critica del sindacato autonomo dei dipendenti regionali, COBAS-CODIR:

“Nella legge Finanziaria 2017 – dicono i rappresentanti di questa organizzazione sindacale – il Governo regionale sta provvedendo a minare gravemente la stabilità finanziaria dell’ente previdenziale, imponendo l’immobilizzazione di quasi il 50% dei fondi dell’Ente in beni immobili per una consistenza di circa 360 milioni di Euro, senza i necessari requisiti di redditività e liquidità previsti dal regolamento. Si tratterebbe di immobili difficilmente commerciabili sul mercato e che abbisognano, invece, di almeno 50 milioni di Euro di interventi di ristrutturazione e adeguamento (interventi che la Regione non ha mai fatto)”.

“Si vuole imporre al Fondo – proseguono i COBAS della Regione – di acquisire subito beni per 177 milioni di Euro appartenenti a un Fondo immobiliare (FIPRS-Previos) di cui la Regione è proprietaria al 35%”.

Gli altri soci sono Trinacria Capital (Intesa, Unicredit, NATIXIS) con il 32,66% e al 32,38 % Sicilia Investimenti (Intesa e Unicredit) con il 32,38%.

Insomma, la Finanziaria della Regine siciliana – scritta dall’assessore-commissario di Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei – più che per i Siciliani, sembra ‘confezionata’ per Roma e per le banche.

Un’operazione finanziaria funambolica che consentirebbe “anche agli altri soci privati (istituti bancari) – dicono sempre i COBAS – di realizzare immediatamente a scapito del Fondo pensioni che avrebbe l’obbligo dell’acquisto. Contestualmente, si vogliono rifilare altri 177 milioni di Euro di presunto valore di altri beni immobili in sostituzione delle rate da 59 milioni di Euro da dovere versare al Fondo Pensioni per gli anni 2017, 2018 e 2019 come versamenti previdenziali dovuti nella qualità di datore di lavoro e derivanti dalle trattenute effettuate mese dopo mese nelle buste paga dei lavoratori”.

Come potete notare, un Governo regionale screditato, retto da ‘bande’ in continua ‘guerra’ tra loro per accaparrarsi quel poco di Regione siciliana che non è stata ancora ‘mangiata’ da questi ‘lanzichenecchi’, non solo vuole ‘depredare’ i fondi del 2017, ma avendo la certezza di perdere le elezioni, vorrebbe incamerare anche i contributi dei dipendenti regionali del 2018 e del 2019.

Sapete qual è la cosa più incredibile di tutta questa storia? Che tale manovra assurda – fatta in parte per portare altri soldi a Roma, in parte alle banche e, forse, in parte per la spesa corrente della stessa Regione – dovrebbe essere approvata dal Parlamento siciliano!

Ci vuole veramente coraggio. Detto questo, ci impegniamo a far conoscere ai Siciliani i nomi dei parlamentari dell’Ars che dovessero votare sì a questa sconcezza.

Sappiamo che potrebbero ricorrere al voto segreto per nascondersi: in questo caso vi daremo i nomi di tutti i parlamentari presenti in Aula al momento del voto. Della serie: nell’eventualità che le opposizioni dovessero decidere di restare in Aula per garantire il numero legale, beh, significherebbe che sono d’accordo con l’operazione e vi daremo anche i loro nomi.

 

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