Da Berlusconi a Grillo nel solco del culto della personalità

23 aprile 2017

Le condizioni per le quali un solo uomo politico comincia ad essere visto come “l’autorità carismatica” sono varie, ma traggono tutte origine dall’inadeguatezza delle democrazie, in un particolare periodo storico, a risolvere improvvise o lunghe crisi economiche e politiche e dall’incapacità del sistema di rigenerarsi. Fenomeno spiegato molto bene dal sociologo Max Weber. Che ci mette in guardia da regimi oligarchici, dittature, autocrazie…   

Al pari di Berlusconi ai suoi tempi d’oro, anche Grillo sta cavalcando un’onda anomala, quella di una popolarità e di un legittimazione che si rafforza in maniera esponenziale rispetto agli attacchi cui è sottoposto. Le condizioni per cui un solo uomo politico riesca a collocarsi in questa posizione sono le più varie, ma tutte traggono la loro origine dalla inadeguatezza delle democrazie in un dato periodo storico a risolvere improvvise o lunghe crisi economiche e politiche e dalla incapacità del sistema in essere di rigenerarsi e quindi affrontare e risolvere le criticità.

Chi riesce a collocarsi sulla cresta dell’onda ne riceve tutti i vantaggi. Persino gli attacchi delle istituzioni (vedi magistratura nel caso di Berlusconi) lo rafforzano e riesce a far passare nella maggioranza della gente il convincimento di essere vittima di attacchi politici persecutori attraverso l’accanimento giudiziario.

Nel nostro Paese la questione se ci sia stato o no l’accanimento nei riguardi di Berlusconi è diventata irrilevante, perché è stato lo stesso ‘capo’ di Forza Italia, con la sua inettitudine politica e le sua incapacità di tracciare un vero disegno per il Paese, a farsi da parte.

Beppe Grillo vive la stessa stagione. La sinistra ha dimostrato esplicitamente la sua incapacità a tracciare un percorso politico adeguato alle necessità dell’Italia, rinnovando dalle fondamenta lo Stato, imponendo, nell’interesse superiore della Nazione e per la sua stessa sopravvivenza, la soluzione di questioni fondamentali. Per esempio, ponendo fine alla questione meridionale, che è la palla al piede del Paese, diviso a metà e quindi non in grado di reagire e con la forza necessaria “ai colpi e ai dardi dell’oltraggiosa fortuna”.

Fare dell’eliminazione della dislocazione dualistica dell’economia italiana, e quindi della sua intrinseca debolezza, un obbiettivo condiviso da quelle stesse forze che lo hanno determinato e che lo mantengono; togliere con lo sviluppo e il progresso spazio e forza alla delinquenza organizzata che sottrae cospicue risorse all’economia si configurerebbe come una rivoluzione, una sorta di rivoluzione tranquilla. Ma la sinistra, questa sinistra, minimale, litigiosa e cieca non ha questa lungimiranza, non ha il coraggio di mettersi per l’alto mare aperto, e naviga a vista.

Quando Ulisse si nasconde, spunta Tersite, spuntano gli imbonitori, i giocolieri i Colouche, i Ciceruoacchio, i Masaniello. Che brutta cosa non conoscere la storia!

Ed ecco arrivare il leader carismatico de noantri, Beppe Grillo, vociante, e un po’ confusionario, eppure in sintonia con parte del Paese.

Che cos’è il leader carismatico?

Ce lo spiega il sociologo Max Weber:

”L’autorità carismatica è fondata sulla devozione (proprio così, devozione!) all’eccezionale santità, eroismo o carattere esemplare di una singola persona, e dei modelli normativi o ordini rivelati o impartiti da tale soggetto”.

L’autorità carismatica è “potere legittimato sulla base delle eccezionali qualità personali di un capo o la dimostrazione di straordinario acume e successo, che ispirano lealtà ed obbedienza tra i seguaci”.

Ma veniamo ad un punto importante. In quanto tale, l’autorità carismatica si fonda integralmente sulla figura del leader: se questi viene meno per qualunque causa, il potere dell’autorità potrebbe rimanerne annientato.

Il riconoscimento da parte dei devoti (Weber parla addirittura di “dominati”) è “un abbandono completamente personale, pieno di fede, nato dall’entusiasmo o da necessità e speranza”.

Che cosa abbia a che fare tutto questo con la democrazia, con l’esercizio delle virtù civili, con il progresso, la condivisione di percorsi tra i vari attori della società è un mistero.

Come si placa l’onda anomala dei cui ho parlato sopra? In due modi. Il primo lo abbiamo già considerato esaminando il declino del berlusconismo. Errori a manetta, inadeguatezza sistematica, promesse fantapolitiche e consequenziali fallimenti, scoperta, da parte dei dominati, di verità prima non accettate, seppur palesi.

Questa routine può verificarsi sia che “l’Illuminato” raggiunga sia che non raggiunga il proprio obbiettivo, in politica il potere.

“Nel caso in cui l’obbiettivo venga raggiunto – continua Weber – l’autorità carismatica quasi sempre evolve nell’alveo dei confini stabiliti dall’autorità tradizionale e legale (la Costituzione), ma per sua natura tende a contrapporsi a tale autorità e pertanto è spesso percepita come rivoluzionaria. Tuttavia, la sfida costante che l’autorità carismatica pone ad una certa società nel lungo periodo sfumerà quasi del tutto, contestualmente all’incorporazione dell’autorità carismatica in detta società. E così l’autorità carismatica è sostituita da una burocrazia controllata da un’autorità costituita razionalmente o da una combinazione di autorità tradizionale”.

Attenzione però. Dice ancora Weber:

”In politica l’autorità carismatica costruisce dittature, autocrazie, regimi oligarchici” talvolta alimentando un vero e proprio culto della personalità.

Se non fossi convinto della pericolosità dell’evenienza, quasi quasi inviterei gli italiani a provare per credere.

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