La denuncia dell’ANFFAS: il Governo Crocetta, sui disabili, rischia di scatenare una guerra tra poveri

13 aprile 2017

Il presidente dell’Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (ANFFAS), Giuseppe Giardina, fa notare che in Sicilia non ci sono solo i disabili gravi. Ce ne sono altri, compresi gli studenti disabili della nostra Isola che sono stati lasciati senza mezzi di trasporto per recarsi a scuola. “Valuteremo se tali provvedimenti hanno profili di illegittimità e se sono addirittura discriminatori e in tal caso, chiederemo alla magistratura di annullarli”, dice Giardina. I grillini dell’Ars sui fondi regionali per i disabili ‘spariti’… 

In Sicilia non ci sono solo i disabili gravi. Ci sono altri soggetti in difficoltà. Occuparsi dei disabili significa evitare interventi confusi e significa, soprattutto, evitare una guerra tra poveri. Questa, in estrema sintesi, la posizione di Giuseppe Giardina, papà di una persona con disabilità e presidente di ANFFAS Sicilia, l’Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale.

“L’articolo 4.3 della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità – dice Giardina – legge dello Stato Italiano a cui anche la Regione siciliana è tenuta ad attenersi, non consente equivoci: nello sviluppo e nell’applicazione della legislazione e delle politiche atte ad attuare la presente Convenzione, come pure negli altri processi decisionali relativi a temi concernenti le persone con disabilità, gli Stati Parte si consulteranno con attenzione e coinvolgeranno attivamente le persone con disabilità, compresi i bambini con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative”.

“Nonostante la Convenzione Onu sia operativa da oltre un decennio – si nelle sempre nel comunicato diffuso dall’ANFFAS – solo da poche settimane i vertici della Regione si sono accorti che in Sicilia i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari sono rimasti solo sulla carta. Oggi bisogna dire grazie a coloro che sono riusciti ad accendere i riflettori sul ‘caso della disabilità siciliana’, ma ciò è il chiaro segno di un sistema patologico che solo i mass-media, evidentemente, riescono a smuovere”.

“ANFFAS – sottolinea Giardina – contesta questo modo di agire e rivendica, anche forte di anni di lotte, iniziative, manifestazioni, proposte che vanno costruiti in luoghi stabili di consultazione e partecipazione attiva nei processi decisionali, in cui siano chiamati a confrontarsi le organizzazioni maggiormente rappresentative, così come recita anche la Convenzione Onu. Le politiche di welfare non possono essere oggetto di interventi ‘emergenziali’ o frutto di spinte emotive o della trasmissione di turno”.

“Il nostro timore – aggiunge il presidente dell’ANFFAS – è che i riflettori, che oggi sembrano essersi accesi su queste tematiche, tornino a spegnersi. Come spenti sono stati in questi anni per le tante iniziative portate avanti da ANFFAS in Sicilia. Forse perché al nostro fianco non c’erano attori, showman o cantanti. Questo perché abbiamo chiesto diritti (termine che sembra essere sconosciuto in Sicilia e che pare addirittura produrre forti reazioni allergiche nella nostra classe politica e burocratica). Forse perché abbiamo chiesto che venissero applicate le leggi. Forse perché abbiamo richiesto che ci spiegassero come venivano spese le risorse destinate alle persone con disabilità e alle loro famiglie”.

A questo punto Giardina ricorda un problema – tutt’ora non risolto -: gli studenti disabili della Sicilia che, al rientro a scuola dopo le vacanze di Natale, sono stati lasciati senza mezzi di trasporto. Una situazione incresciosa che questo blog ha segnalato il 20 gennaio scorso (come potete leggere qui).

Il presidente regionale di ANFFAS sottolinea anche come nessuno sia stato al fianco degli studenti con disabilità, quando questi si sono incatenati, per ben tre volte in meno di due anni, in difesa del diritto allo studio:

“Non una sola dichiarazione dal mondo delle Istituzioni siciliane e della politica tutta. Adesso che finalmente le luci dei riflettori si sono accese, scatenando l’indignazione generale della ‘società civile’, ora che la disabilità sembra al primo posto nell’agenda di governo della politica siciliana, il rimedio è peggiore del male: solo interventi confusi e di emergenza e limitati alla cosiddetta ‘disabilità gravissima’, con parametri e procedure assurde e contraddittorie”.

“E tutte le altre persone con disabilità? – si chiede e chiede Giardina -. Il Presidente Crocetta rischia così di scatenare una ‘guerra tra poveri’ che sarebbe ancor più grave rispetto alla totale indifferenza che ha fino ad oggi dimostrato su questo tema. Valuteremo se tali provvedimenti hanno profili di illegittimità e se sono addirittura discriminatori e in tal caso, chiederemo alla magistratura di annullarli”.

Secondo ANFFAS Sicilia, la battaglia sui diritti delle persone con disabilità siciliana non può e non deve diventare un talent e i riflettori non si debbono più spegnere. ANFFAS ritiene che sia arrivato il momento di passare dalla protesta alla proposta e che, per farlo, occorra unire all’emotività anche e soprattutto i contenuti, “affinché il diritto di cittadinanza delle persone con disabilità abbia concreta e fattiva attuazione anche in Sicilia: la politica siciliana tutta non può e non deve perdersi questa opportunità”.

“Lanciamo un ultimo appello al mondo politico-istituzionale – dice sempre il presidente di ANFFAS Sicilia – affinché le associazioni rappresentative della disabilità siciliana siano finalmente coinvolte. E i processi decisionali e loro giuste istanze, ascoltate ed accolte. Invitiamo infine singoli soggetti e comitati e mondo dell’informazione a rivedere il linguaggio utilizzato in riferimento alla disabilità, evitando di utilizzare, pur a fini provocatori, termini arcaici e discriminatori, che non tutti sono in grado di cogliere”.

“Auspichiamo – prosegue Giardina – a tal riguardo che anche la Sicilia possa vedere la nascita della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Federazione che unisce alcune tra le associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale, regionale e locale impegnate nelle politiche mirate all’inclusione delle persone con disabilità e che il Forum Regionale del Terzo Settore della Sicilia possa essere il luogo in cui questo confronto possa trovare una sintesi all’interno del più ampio ambito appunto del terzo settore stesso”.

“ANFFAS – conclude il presidente – come in questi anni ha sempre fatto, intende continuare a fare rete e a costruire un percorso serio e propositivo in difesa dell’esigibilità dei diritti delle persone con disabilità siciliana”.

Intanto all’Ars si cerca di capire che cosa sta succedendo: nella manovra economica e finanziaria si prevede un intervento in favore dei disabili gravi (non per tutti i disabili: qui ha ragione da vendere il presidente dell’ANFFAS.

Le cronache registrano un comunicato del Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole:

“Un emendamento alla Finanziaria per riparare ad una vergogna colossale: lo ha presentato oggi il M5S all’Ars per rimettere in pista i 20 milioni di euro spariti misteriosamente dal fondo disabili, come denunciato oggi da Repubblica”.

“Il fatto – dice il parlamentare Giancarlo Cancelleri – è di una gravità inaudita. Parte della dotazione che c’era nel fondo disabili nel disegno di legge per l’esercizio provvisorio approvato a fine febbraio non c’è più. Pretendiamo di capire cosa sia veramente successo. Intanto è doveroso riparare al fattaccio. Evidentemente c’è chi continua a volere fare giochetti sulla pelle delle persone. Cosa gravissima sempre. Orripilante quando queste persone sono i disabili”.

P.S.

Il “fattaccio” – come lo chiama Cancelleri – è molto più grave di quanto sembri. Se il Parlamento siciliano ha approvato una legge che prevede uno stanziamento, questo stanziamento non può sparire. Né questi fondi, se sono vincolati a un articolo di una legge, possono essere utilizzati per altre finalità senza un passaggio d’Aula. Oltre che “riparare al fattaccio”, i grillini dovrebbero interpellare il Governo della Regione per capire cosa è successo.

 

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