Disservizio pubblico: la Rai interviene sulle donne dell’est ma tace sul fango di Giletti

21 marzo 2017

Certamente di cattivo gusto il servizio andato in onda sabato scorso, ma ci sembra più grave denigrare un intero popolo e ferire la dignità dei Siciliani come la Rai fa ogni domenica. Però, trattandosi di Sicilia, il linciaggio può continuare, mentre la trasmissione che ha mandato in onda il servizio sulle donne, è stata chiusa…

Due pesi e due misure. La Rai, prendendo atto della protesta sui social, annuncia che Parliamone sabato, il programma condotto il sabato pomeriggio da Paola Perego sarà chiuso. Perché tanta severità? Perché nell’ultima puntata è andato in onda un servizio dedicato alle donne dell’est con tanto di “lista” contenente le ragioni per cui gli uomini italiani dovrebbero preferirle alle donne italiane. Soliti luoghi comuni: le donne dell’est dipinte come servizievoli e sottomesse, quasi decerebrate. E donne italiane piene di ‘difetti’, a partire dall’indipendenza e dal rifiuto di misurare la loro femminilità in base alla loro propensione per i lavori domestici o alle loro tendenze a seguire o meno il modello geisha.

E’ vero? Non è vero? Lo ripetiamo: a nostro parere si tratta di luoghi comuni. Conosciamo donne dell’est colte e libere da qualsiasi condizionamento maschilista che rimarrebbero offese, loro stesse, dagli stereotipi sui loro riguardi. Come sempre, non si può generalizzare.

Ma certamente è di cattivo gusto mandare in onda un servizio del genere, per di più nel primo pomeriggio quando davanti alla televisione ci sono anche bambini che, se abbandonati da soli dinnanzi al disservizio pubblico, in generale e non solo per questa trasmissione, potrebbero davvero trarne messaggi diseducativi.

Comunque, il servizio ha fatto infuriare molti italiani, italiane soprattutto. Giusto? Sbagliato? Fate voi. Ci sono tante donne rimaste indifferenti, altre che non sceglierebbero mai un uomo che preferisce le donne dell’est perché ‘servizievoli’ (la non scelta sarebbe reciproca, dunque), altre ancora che dalla Rai si aspettano questo e altro.

Il tema centrale della vicenda per noi è un altro:  le scuse del direttore di RaiUno, Andrea Fabiano e a quelle della presidente di viale Mazzini, Monica Maggioni. L’indignazione del direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto che è intervenuto con una durissima nota spiegando che la decisione di chiudere Parliamone sabato è doverosa perché “i contenuti contraddicono in maniera indiscutibile sia la mission del servizio pubblico che la linea editoriale che abbiamo indicato sin dall’inizio del mandato”.

Indignazione, etica e rispetto per il pubblico che non vale quando si parla di Sicilia. Sulla Sicilia si può vomitare fango, come fa da diverse settimane Massimo Giletti con l’Arena, ma non un parola di scuse, non un minimo di indignazione. L’opera di denigrazione può continuare indisturbata e, c’è da scommetterci, continuerà. Il circolo della finta antimafia di professione, del populismo più becero, la disinformazione strumentale, i messaggi distorti, il razzismo culturale, la mancanza di un contraddittorio, lo spazio negato a chi avrebbe qualcosa di diverso da dire, tutto può continuare perché si tratta di Sicilia. Magari si farà anche a meno di invitare personaggi scomodi come Vittorio Sgarbi che non ha esitato a parlare di puro fango con cui si travolge la Sicilia.

Evidentemente, denigrare e offendere un intero popolo rientra nella mission del servizio pubblico e nella linea editoriale indicata sin dall’inizio del mandato del cda Rai. 

Sono pure tranquilli: il canone è diventato una vera e propria tassa da cui non si può facilmente sfuggire. Quindi se la godono pure alla faccia nostra: I SICILIANI PAGANO IL CANONE PER ESSERE SBEFFEGGIATI E DIFFAMATI.

Divertente, no?

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