Il leader dei Forconi, Mariano Ferro: “Fiumefreddo ci ha tirato in ballo? Ne risponderà alla Giustizia”

15 marzo 2017

L’amministratore unico di Riscossione Sicilia spa, Antonio Fiumefreddo, ha formulato accuse molto pesanti a carico dei Forconi. La replica di questi ultimi non si fa attendere, come potete leggere in questo intervento del leader dei Forconi della Sicilia, Mariano Ferro. “Il signor Fiumefreddo – dice Ferro – dovrà pentirsi di avere detto cose false e di avere seguito i dettami di quel filone Crocettiano finto-antimafioso”  

da Mariano Ferro
leader dei Forconi siciliani
riceviamo e pubblichiamo

“Attenti all’uso della lotta alla mafia per altri fini”.

Non lo dicono i Forconi, lo dice Rosy Bindi, Presidente della Commissione nazionale Antimafia, riferendosi alla vicenda che nei giorni scorsi ha visto il signor Antonio Fiumefreddo, amministratore unico di Riscossione Sicilia spa, puntare il dito contro alcuni deputati dell’Ars accusati di avere evaso il pagamento di cartelle esattoriali. Mai come ora, la Fiumefreddo&Co è riuscita a farci essere totalmente d’accordo con la Bindi. Il cerchio magico, sotto l’ombrello del Crocetta Presidente, è in piena campagna elettorale e con una tempistica strabiliante, come sempre ha fatto, tira fuori dal cilindro l’argomento populista per eccellenza da lanciare sulla scena di questo orribile teatrino politico siciliano.

Nel 2012 il cavallo di battaglia era l’abolizione delle Province, oggi si cambia, oggi il gioco è facile: basta assegnare l’incarico a Riscossione Sicilia spa e scagliarsi sui furbetti della cartellina o, se si vuole, anche su quella deputazione che solo ora si scopre vivere in pensione con vitalizi esorbitanti. Appropriarsi di questi argomenti in un momento di difficoltà diffusa e crescente ti fa accaparrare consensi e sfila dalle mani i temi alla campagna dei populisti.

Sparare a zero contro quei ricchi privilegiati dei deputati che non hanno pagato, come giornalmente si chiede di fare a tutti i normali cittadini che non possono pagarle regolarmente, ed il gioco è fatto. Alchimie politiche da professionisti dell’inganno, una sorta di guerra tra falsi privilegiati dove, mal che vada, ci si guadagna qualche imbecille che ci crede.

In ogni caso, c’è da complimentarsi con i due moschettieri per la tempistica perfetta che sembra quasi studiata in laboratorio. Non esiste argomento migliore per abbindolare un’opinione pubblica il cui risentimento verso questa classe dirigente è noto ed è sempre più forte. Davvero un ottimo lavoro!

E allora si parte, si alzano le barricate, si girano tutti talk-show delle reti nazionali, si spara di tutto, si diventa eroi, obiettivo riguadagnare applausi e consensi nei confronti di un popolo arrabbiato a causa di questa economia isolana al disastro.

Certo, “RiparteSicilia” e come no, riparte alla grande la stessa mistificazione della realtà di un gruppetto di antimafiosi che con l’antimafia ha costruito una sontuosissima carriera da poteri forti, abbastanza sgangherato per la verità, che non fa più paura a nessuno, che con questa farsa dell’antimafia finta ha conquistato il potere per poi formare lo stesso esercito di “clienti” affamati di appalti di lavoro e privi di dignità che costruì la balena bianca.

Solo che a questo punto viene da chiedersi: ma chi è stato in Sicilia l’autore del disastro? Chi ha portato questa terra nelle condizioni in cui è oggi? Chi è il responsabile dei fallimenti, delle chiusure, dei licenziamenti, del calo delle esportazioni, delle dismissioni dell’industria, del disastro
dell’agricoltura?

Una cosa è certa: oggi forse è finalmente chiaro anche ai meno smaliziati il motivo per cui il Fiumefreddo doveva a qualsiasi costo rimanere al suo posto, serviva avere nelle mani Riscossione Sicilia spa per costruire una giusta, sacrosanta, populista e bellissima campagna elettorale anti casta. E se poi chiamiamo Massimo Giletti, guarda caso, e aggiungiamo al caffè domenicale una bella dose di vitalizi vergognosi ne viene fuori un piatto a cui i siciliani non potranno dire di no.

Sono questi gli argomenti che piacciono alla gente e noi glieli serviamo su un piatto d’argento. Gli faremo dimenticare che da questa terra i giovani scappano, che le attività produttive chiudono, che le multinazionali come l’IKEA hanno fatto chiudere migliaia di artigiani e negozianti, a pagano le imposte in altre sedi e nessuno ha detto nulla, che le Province stanno per fallire, che l’agricoltura è massacrata da una concorrenza sleale e ben cinque assessori in quattro anni hanno giocato al nascondino con le agromafie.

E, ancora, che la Sicilia è all’asta nelle mani della speculazione mafiosa, che siamo i primi nel calo delle esportazioni, che siamo l’unica terra ricca di petrolio in cui l’ENI dismette ed in cui continuiamo a pagare la benzina al prezzo più alto d’Italia!

Ma alla gente piace la vendetta e la Crocetta &Co sa come fare per accontentarla. Quel che conta è l’apparenza spicciola e la sostanza dice che occorre dare al popolo gli argomenti che piacciono e che danno una grossa mano a lavarsi la faccia dalla lunga lista di danni e di misfatti di questi cinque lunghi anni pieni di insuccessi e di fallimenti politici che neanche un miracolo potrebbe far perdonare.

Sinceramente consiglieremmo a Fiumefreddo di ringraziare pubblicamente Vincenzo Vinciullo e tutti quei deputati che in Commissione Bilancio dell’Ars, anziché prendere tempo o ammettere, da presunti, perfetti ricchi evasori, le proprie colpe, hanno aperto bocca con un linguaggio da padroni del ‘Palazzo’, con arroganza degna di ragazzotti mafiosetti di quartiere e hanno fatto diventare un eroe martire chi non è né eroe, né martire.

Non potevano fare di più e di meglio per ergere a paladino dei deboli un signore che aveva preparato le mosse come di solito si preparano le mosse in una partita a scacchi. Per quel che ci riguarda, il signor Fiumefreddo non deve preoccuparsi della sua incolumità fisica, per quanto ci riguarda il signor Fiumefreddo dovrà preoccuparsi di salvaguardare il suo patrimonio personale, perché noi lo abbiamo già citato per danni. Sarà il Giudice a stabilire la misura del risarcimento e se non riuscirà a provare quale sia stato “l’accordo o il supporto che la mafia ha dato ai Forconi nel 2012 per fare massima pressione sul Governatore di allora Raffaele Lombardo e costringere la società di riscossione a sbianchettare un milione di cartelle esattoriali”.

E’ la seconda volta che qualcuno prova ad affiancare i Forconi ad associazioni di tipo mafioso, un movimento che invece è nato per mettere in risalto il disagio crescente delle attività produttive siciliane già allora al fallimento e che già allora mal sopportava un sistema fatto di tanti Fiumefreddi che sanno bene come scaricare il barile e rivoltare le frittate.

La prima volta l’abbiamo fatta passare al Lo Bello di turno come una boutade televisiva, oggi chi ha fatto queste gravissime dichiarazioni davanti ad una Commissione nazionale Antimafia dovrà vedersela certamente col Giudice, perché se non avesse prove da produrre a corredo di queste accuse, noi abbiamo tutta l’intenzione di fargliela letteralmente pagare cara. Troppa confusione tra eroi, millantatori e giustizieri.

Occorre fare chiarezza tra chi sono gli accusatori e chi sono gli accusati, chi sono i carnefici e chi sono le vittime di questo diabolico sistema che, scientificamente, riesce a ribaltare la realtà. Occorre che la Giustizia, quella vera, non quella dei giudici amici, faccia chiarezza su questa classe dirigente furba, dalla quale ci aspetteremmo una presa di distanze dalla vera Antimafia.

Un signore che si presenta a Roma in audizione secretata presso la Commissione nazionale Antimafia ed è capace di inventarsi un film di mafia per costruirsi un proprio futuro personale e mantenere in vita il falso progetto politico di questa cricca non può diventare credibile, né tantomeno un eroe. Se in questa vicenda avremo la fortuna di trovare un Giudice che non sia amico di nessuno, il signor Fiumefreddo dovrà pentirsi di avere detto cose false e di avere seguito i dettami di quel filone Crocettiano finto-antimafioso che per la scalata è sempre pronto a regalare quanto ha di più caro.

Per fortuna a Roma qualcuno se n’è accorto e con cognizione di causa, immaginiamo, la stessa Presidente della Commissione nazionale Antimafia ha finalmente voluto dire la sua scagliandosi contro questa fiction indecorosa.

Lo sanno tutte le Questure chi sono i vertici di questo Movimento dei Forconi e siamo sempre pronti a rispondere a qualunque Antimafia. Per fortuna anche i catanesi che frequentavano il Bellini conoscono Fiumefreddo. Su una cosa non abbiamo mai avuto alcun dubbio: la mafia è una montagna di merda che ha distrutto l’eccellenza e la parte più nobile di questa terra sfortunata, ma nella stessa misura oggi non abbiamo dubbi su certa antimafia che, in quanto a merda, non scherza e che anche se ormai sgamata continua a fare teatro.

Politica marcia, mafia e certa Antimafia: questa Sicilia è messa davvero male e ci meraviglia e ci fa pensare che la vera antimafia ancora oggi non abbia proferito verbo e non riesca a dire una sola parola sui comportamenti di certi personaggi, forse aspettano tutti le sentenze.

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