La Regione, i Comuni e la caccia ai cinghiali: l’assessore Cracolici come Obelix?

17 febbraio 2017

Se il presidente della Regione e l’assessore al Lavoro scappano davanti alle telecamere de Le Iene, i sindaci dei Comuni non possono e non debbono scappare davanti ai cinghiali. Parola dell’assessore Antonello Cracolici, che ha autorizzato i primi cittadini dei Comuni siciliani, là dove i cinghiali dovessero alzare la cresta, ad aprire la stagione di caccia che, però, non deve essere chiamata caccia. E la Sicilia diventò la terra di Asterix e Obelix… 

Lui, Antonello Cracolici, assessore regionale all’Agricoltura, mette le mani avanti e, in un comunicato, avverte:

“Le ordinanze sindacali sui cinghiali non rappresentano un via libera all’esercizio venatorio”.

Di questi animali, che ormai sono presenti in tante parti della Sicilia, non si sa che cosa fare. Prima li hanno introdotti, ma adesso i cinghiali, ogni tanto, creano qualche disagio. C’è chi sostiene che entrino nei centri abitati, creando problemi all’incolumità delle persone. Vero? Falso?

“La storia che i cinghiali entrino nei centri abitati e creino pericolo per le persone è una leggenda metropolitana”, sottolinea Aurelio Angelini, docente di Sociologia del territorio all’università di Palermo, da sempre in prima linea nella difesa dell’ambiente.

Non è che, con la scusa del pericolo, la Regione siciliana sta autorizzando i sindaci a dare il via alla caccia ai cinghiali in tutti i giorni dell’anno? Il dubbio è legittimo leggendo il comunicato dell’assessore Cracolici:

“Il modello di ordinanza individuato dall’assessorato Agricoltura, offerto ai sindaci per fronteggiare il problema delle incursioni di cinghiali nei perimetri urbani e comunque nelle aree di competenza dei Comuni non rappresenta in alcun modo una forma di controllo della specie attraverso il normale esercizio venatorio, ma uno strumento di natura straordinaria (extra ordinem) per prevenire ed eliminare pericoli per l’incolumità pubblica”.

Il nostro assessore Cracolici si cimenta in un bell’ossimoro: dà ai sindaci la possibilità, extra ordinem, di aprire la caccia ai cinghiali, ma dice che non si tratta di “esercizio venatorio”.

In effetti, per i cinghiali la differenza è sostanziale: un conto è finire arrostiti “attraverso il normale esercizio venatorio”, mentre altra e ben diversa cosa è finire lo stesso arrostiti extra ordinem. Volete mettere? 

Insomma: se il presidente della Regione e l’assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, scappano davanti a Le Iene, i sindaci siciliani non debbono scappare davanti ai cinghiali!

“L’assessorato Agricoltura – ribadisce uno scatenato Cracolici – ha coordinato il lavoro con i sindaci per definire uno schema di provvedimento che consentirà, se correttamente applicato in fattispecie giuridiche in cui il pericolo risulta essere ‘grave e attuale’, di superare precedenti impugnative da parte del TAR”.

Insomma, se si riuscirà ad aprire la stagione degli schiticchi a base di cinghiali, questa volta nemmeno i giudici amministrativi potranno bloccare la giusta caccia.

E mentre i cacciatori festeggiano, l’assessore Cracolici precisa:

“La predisposizione di un modello di ordinanza che contenga tutti gli elementi per dare legittimità all’atto – si legge sempre nel comunicato dell’assessore – è stata la risposta alle innumerevoli richieste che ho ricevuto in occasione di diversi incontri, anche in sede prefettizia, da parte dei territori interessati da questo fenomeno. Da oggi, pertanto, ciascun sindaco, ai sensi del potere assegnatogli dall’articolo 54 del Testo Unico, quale ufficiale di Governo, con l’adozione di ordinanze contigibili e urgenti, potrà prevenire ed eliminare pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, al fine di scongiurare il ripetersi di gravissimi casi di attacco alle persone che in passato hanno provocato anche una vittima”.

“Siamo alla follia – replica Angelini -. Ammazzare i cinghiali extra ordinem: questa non l’avevo mai sentita! In democrazia certi atti li può adottare solo il Governo con la Protezione Civile. Attivare una proceduta, così come sta provando a fare la Regione siciliana, è un fatto grave. Per abbattere gli animali serve un accordo con il Ministero dell’Ambiente. Abbattimenti che debbono avvenire sulla base di motivazioni scientifiche motivate e condivise. Chi è che ha motivato, scientificamente, il ricorso all’abbattimento dei cinghiali? A me questa storia sa molto di elettorale…”.

In effetti, dopo l’aggressione da parte di un cinghiale, che nell’agosto del 2015 costò la vita a un uomo, a Cefalù, non sono stati registrati altri casi gravi. Certo, non sono mancate le segnalazioni relative a presenze di cinghiali in tante aree della nostra Isola. Ma da qui a dire ai sindaci e ai cacciatori che la Sicilia può diventare la terra di Asterix e Obelix ne corre…

Il dubbio è che, con tre campagne elettorali alle porte (le elezioni amministrative, le elezioni regionali e le elezioni politiche nazionali), si stiano creando le condizioni per una lunga stagione di schiticchi a base di cinghiali. L’assessore Cracolici come Obelix? Mah.

 

 

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