La Germania tratta oggi l’Italia come il Nord ha trattato fino ad oggi il Sud

Condividi

“Si è sempre meridionali di qualcuno”, osserva il filosofo Bellavista. Non c’è da meravigliarsi, insomma, se oggi la Germania tratta l’Italia come un Paese di serie B. I tedeschi, in pochi anni, hanno fatto quello che l’Italia non è riuscita a fare in oltre 150 anni: hanno unificato il proprio Paese. Da noi ha prevalso l’egoismo del Nord. E oggi il Nord Italia è il Sud della Germania…

Gentiloni si schiera con la Merkel:

“Meglio un’Europa a due velocità”.

Ma chi gli ha detto che la nostra Italietta farà parte del superclub?

La serie A si conquista, si mantiene e si merita. Nessuno te la regala. Sarebbe come se nel nostro campionato di calcio  dovesse giocare sempre ed in ogni caso, per antichi meriti, la gloriosa Pro Vercelli che vinse ben sette scudetti negli anni 10/20 del secolo scorso.

Per restare a Italia-Germania, non dobbiamo mai dimenticare che entrambe furono poste dalla Storia di fronte allo stesso bivio, anche se in tempi diversi. Entrambi i Paesi potevano scegliere se diventare una nazione o restare due tronconi  separati in eterno.

La scelta miope, egoistica e dissennata dei poteri forti e, conseguentemente, della politica di privilegiare se stessi e la loro  parte – cioè il Centro Nord – ha fatto dell’Italia un mezzo Paese, condannato alla serie B; mentre la scelta tedesca di unificare il Paese trattando i cugini poveri dell’Est da fratelli, ha fatto della Germania la prima nazione europea.

Tutti quelli che non sopportano la superiorità tedesca questo non lo capiscono o non lo vogliono capire.

Quel che è fatto è reso. Se la Germania tratta l’Italia allo stesso modo in cui il Norditalia tratta il Mezzogiorno, dov’è lo scandalo? Nel trattamento che i tedeschi riservano a noi o nel trattamento che una parte di italiani ha riservato e continua a riservare ad altri italiani?

Visualizza commenti

  • Bello l'articolo. Complimenti. Un analisi degna dei migliori bar sport di provincia. Ma forse manco al più accanito tifoso della Longobarda potrebbe venire in mente che non bisogna MAI dimenticare di paragonare l'Italia del Risorgimento alla Germania della Guerra Fredda, liquidando le differenze con un inciso: "anche se in tempi diversi"...ma cose che pure Calderoli si vergognerebbe di dire una vaccata di tali proporzioni.
    Mi rivolgo all'autore: seppur vero che "strada magistra vitae", forse era meglio seguire le lezioni di storia tenute dall'insegnante in classe, invece che quelle tenute dall'ubriacone del bar dopo il quarto bianchino della mattina.
    I ragionamenti son basati sul nulla. L'articolo vorrebbe essere populista, ma trasuda così tanta ignoranza da far pensare che l'autore non riesca ad essere populista, perché non sa che significa.
    Attenzione, perché è dall'ignoranza dell'autore che si genera l'odio che rivolge verso i suoi vicini di casa (nord Italia e Germania). Ciò che mi preoccupa è che il mondo è pieno di articoli come questo, veicoli portatori di odio alimentati ad ignoranza.

    • Ai libri di scuola della propaganda risorgimentale e dei massoni dell'euro, al conformismo mediocre degli pseudo intellettuali salariati noi preferiamo il ragionamento e i suggerimenti dei pensatori liberi. Lei continui a leggere quello che vuole. D'altronde, la sua arroganza, i toni della sua predica traboccante di retorica vuota, rivelano di lei molto più di quanto scrive.

  • @Marco
    ma che vuoi dire? Hai sostanza da mettere sul tavolo, o hai solo mal di pancia? Un po' di Malox?
    Come diceva Seneca (non è un rimedio per la gastrite di cui evidentemente soffri):
    “Molti uomini avrebbero potuto raggiungere la sapienza se non avessero presunto di esservi già giunti.”
    Arripigghiati!!!

  • Scusatemi, non mi ero reso conto di stare mettendo in discussione il leader e il credo di una setta. Sono capitato per caso su questo articolo e leggendolo ho pensato, con estrema arroganza, che le tesi sostenute sono sorrette solo da congetture formulate da una persona che forse non ha ben chiaro l'argomento di cui sta parlando.
    Il paragone poi tra l'unità d'Italia e la riunificazione della Germania poi mi ha portato poi ad esternare tutta la mia arroganza nel tentativo di far notare che sono stati decontestualizzati due eventi storici molto differenti tra loro, per giungere ad un'argomentazione capziosa (a questo si riferiva il mio invito a seguire le lezioni in classe, con buona pace della propaganda risorgimentale).
    Uso ancora un po' di arroganza per concludere notando con ironia che questo è il tipo di propaganda adottato da movimenti come la Lega Nord e per rassicurarvi sul fatto che nessuno potrà mai costringervi a ragionare, né io, che sono Dio, né Seneca, a quanto pare.

    • In questo blog c'è sempre stato spazio per tutti e per le opinioni di tutti. Ci scusiamo per i commenti, forse accesi, di qualche nostro affezionato lettore. Ma, probabilmente, ciò che manca al suo commento precedente è proprio il contenuto. Si critica con argomentazioni non con gli insulti. Le pare? In ogni caso, se vorrà aggiungere idee e punti di vista, lei resta il benvenuto.

  • Io trovo in questo sito un equivoco di fondo. I sostenitori si dichiarano almeno autonomisti o addirittura indipendentisti in nome dell'orgoglio siciliano; ma spesso accenti ed argomentazioni riecheggiano temi ed argomentazioni della Lega Nord, il partito che sosteneva la necessità della secessione per liberarsi dai parassiti meridionali. Emblematica è la rappresentazione della storia siciliana ottocentesca, della quale dovreste proclamarvi davvero orgogliosi avendo sostenuto i siciliani quarant'anni di lotte contro il governo di Napoli: ed invece leggo continuamente "articoli" di stampo neoborbonico o polemiche simil-leghiste contro Garibaldi condotte a base di pettegolezzi (la spedizione in Sicilia ? Ma parliamo della Raimondi!) o di patetiche invenzioni (Garibaldi ? Faceva lo scafista!) con lo stesso "animus" a distanza di centosessant'anni - curiosamente- che si può leggere nella propaganda dei cavourriani ortodossi sui quali ricade la responsabilità storica di una annessione frettolosa e sbagliata.

    • Può darsi che qualche articolo possa ricordarle le istanze di qualsiasi partito o movimento che parla di difesa degli interessi territoriali. Non ci sentiamo vicini alla Lega Nord, partito che non stimiamo per diverse ragioni, primo fra tutti il suo collocamento all'interno di un centrodestra che mai ha difeso i territori.E tanto altro ancora. Per nulla neo-borbonici, noi crediamo nella Sicilia e nella forma repubblicana. Forse abbiamo ospitato qualche autore con tali simpatie, ma non è la nostra linea. Cordiali saluti

  • Immagino che l'autore di quest'ultimo commento, quello che mi invita al dialogo e non agli insulti, non sia lo stesso autore del commento che travisava le mie parole permettendosi di esprimere giudizi sulla mia persona.
    Sicuramente la strada del confronto di idee sia la più corretta.
    Ho dato dell'ignorante all'autore dell'articolo ritenendolo in buona fede, altrimenti, come spiegato nel commento successivo, dovrei pensare a un articolo scritto in maniera capziosa per portare acqua al proprio mulino, come farebbe chiunque non possa portare un'argomentazione forte per sostenere la propria tesi, ma vuole sostenerla ugualmente (vedi il riferimento alla Lega Nord).
    Ciononostante avrei dovuto astenermi dal giudicare e se sono caduto nell'offesa me ne dispiaccio e mi scuso.
    Le mie critiche sono rivolte al contenuto dell'articolo. Non so come argomentare le mie critiche se non invitando a constatare che l'unità d'Italia e la riunificazione della Germania sono due cose molto differenti e non solo a livello cronologico. Non so...potrei dire che la Germania e stata "riunificata" perché era nazione prima di scatenare e perdere una guerra che ha devastato mezzo mondo e tentato di sterminare un'intera etnia. Dopo cent'anni di unità e centinaia di anni come popolo, è stata divisa e messa sotto il controllo di due potenze. Che una parte di popolo moriva di fame mentre l'economia dell'altra cavalcava...che erano c'erano "fratelli" nel vero senso della parola divisi da un muro...
    Mentre l'Italia, storicamente suddivisa, è stata "unita" (UNITA, non riunificata) perché....e qui non voglio entrare nel merito...
    Non mi sembra il caso di aprire un dibattito su queste differenze o sulla Pro Vercelli, ma le argomentazioni portate per sostenere le tesi di questo articolo sono quantomeno...fallaci.

  • Suppongo che la Redazione
    de I Nuovi Vespri, abbia messo
    in conto qualche ostacolo, alla
    vera storia del risorgimento
    che vuole raccontare.
    Qualcuno non è d'accordo e
    puntigliosamente lo fa notare.
    Intanto, volevo segnalare un
    articolo sulla Sicilia che, chi
    vuole leggerlo, lo trova sul
    sito Blondet & Friend, dal titolo
    "Sicilia al collasso: le pensioni
    dei politici costano 18 milioni,
    i forestali 250 milioni. Il signor
    Blondet è l'ex direttore del
    giornale la Padania, non nuovo
    ad attacchi contro il meridione
    in genere, e ai siciliani in
    particolare,qui mi pare abbia
    esagerato alla grande. Altro che
    Unità d'Italia.

    • Vede, Salvatore, il problema è se vale la regola per la quale ciò che si racconta deve avere fondatezza: altrimenti può accadere che la Adami e Lemmi risulti fallita al mattino e attiva al pomeriggio, o che 10 gozzi equivalgano ad un brigantino.
      Che la Lega Nord per l'indipendenza della Padania sia contro l'unità d'Italia non è certo una novità: però provi a leggere "Storia senza gloria", testo "storico" leghista (lo trova al sito "lucio.brignoli@padania.it" e ci troverà molte affermazioni che le suoneranno familiari.
      Tante belle cose

  • Gentile Marinelli, certo è
    colpa mia se non riesco a
    farmi capire, la Adami Lemmi
    è fallita, e rimasta fallita.
    I motivi della revoca delle
    concessioni, hanno avuto
    un'altra causale per non
    parlare del fallimento?
    Oppure i Savoia hanno
    dato ad altri l'incarico, per
    non essere coinvolti nella
    storia della prima tangente
    d'Italia, pagata a Milano
    ancor prima dell'Unità ?
    In quanto alla flotta del
    Governo Borbonico, mi
    basta sapere, che era la
    terza in europa, se ci
    riferiamo alla flotta
    commerciale, solo i Florio
    avevano cento navi,una
    flotta che frequentava i
    porti di Londra,Liverpool
    New York, Boston, Genova
    Marsiglia, prima di essere
    affossati dall'Unità d'Italia.
    Mentre la flotta militare
    del Regno delle due Sicilie
    è stata la più importante in
    assoluto delle marine pre-
    unitarie italiane, tanto da
    essere presa come modello
    (per volontà dello stesso
    Cavour) per la nuova Regia
    Marina Italiana, dopo la
    annessione del Regno delle
    due Sicilie, incorporando
    nella nuova marina le navi
    borboniche prese a gratis.
    Per finire, non sono borbo-
    nico, nemmeno neo-borbo
    nico. Mi attengo ai fatti, i
    borbonici erano seri e molto
    concreti, nel meridione
    molte opere le dobbiamo a
    loro, acquedotti, dighe,porti
    telegrafi, ospizi,ospedali,fari
    viadotti e gallerie di alta
    valenza ingegneristica.

  • Egregio Salvatore, credo di essere io a non riuscire a spiegarmi. La "Adriani e Lemmi" ebbe la concessione per la costruzione delle linee ferrate in Sicilia il 25 settembre 1860, e dunque non poteva essere fallita mentre Garibaldi era in Sicilia Ai due soci subentrò poi la società Vittorio Emanuele ma era il 9 luglio 1863.
    Le do sulla flotta Florio una notizia inedita: nel 1836 il brigantino Giuseppe di 104 tonnellate, che navigava per conto di Vincenzo Florio, progettava un viaggio per le Indie carico di merci indigene oltre che di generi coloniali che aveva prelevato a Bahia.
    Quanto alla "Società in accomandita dei piroscafi postali" di Ignazio e Vincenzo Florio, all'atto della sua costituzione, il 1° ottobre 1862, dichiarava la proprietà di sei battelli a vapore (Indipendente, Elettrico, Archimede, Corriere Siciliano, Dispaccio e Marsala) e ne aveva ordinati altri sei, Con Florio era stata stipulata dal neonato Regno d'italia la convenzione per la concessione del servizio postale tra il continente e l'isola di Sicilia e intorno alla Sicilia l'8 aprile 1862. Da qui prenderà slancio lo straordinario sviluppo dell'arcipelago Florio.
    Su tutto il resto, ho già riportato molti dati in un precedente intervento. Sulle dighe costruite in Sicilia dai Borbone la ringrazio in anticipo per le notizia che vorrà darmene.

  • Cominciamo dalle dighe, nel
    Regno delle due Sicilie,
    servivano a convogliare le
    acque dei fiumi, in appositi
    canali e sfruttate per la
    irrigazione dei fondi agricoli
    e per l'attivazione di mulini
    idraulici,frantoi,gualchiere
    etc. Garibaldi prima di partire
    per la famosa spedizione, si
    era accordato con una società
    Livornese con una concessione
    preliminare. Il 25.6.1860 firma
    con decreto dittatoriale, per
    costruirsi una ferrovia da Pa a
    Me, passando per CL e Ct.
    Il 25.9.1860, con decreto n.74
    nella Reggia di Caserta, con
    cede alla società rappresentata
    da i signori Pietro Augusto
    Adami e Adriano Lemmi la
    costruzione delle ferrovie
    nell'Italia del sud, tale decreto
    fu modificato il 13.10.1860 a
    favore della società De la Haute
    la quale aveva firmato un atto
    col governo borbonico,mentre
    il Garibaldi si accingeva ad
    oltrepassare lo stretto nel
    giugno 1860. Per una serie di
    difficoltà finanziarie Adami
    non riuscì a costruire tali
    ferrovie,la cui costruzione fu
    ceduta alla "Vittorio Emanuele"
    del Lafitte,anchessa poco dopo
    fallita. Adami finì per fare il
    magazziniere della Regia mani
    fattura tabacchi,Adriano Lemmi
    riesce a rientrare nell'affare.
    Spero di essere stato esauriente
    anche se la complessità dei
    fatti e tale, che non si può
    spiegare efficacemente in
    uno spazio molto ristretto.

Pubblicato da