Grano: la CIA replica a GranoSalus. La controreplica: “Dall’Antitrust siamo andati noi, non voi”

21 gennaio 2017

E’ sempre polemica tra la CIA e GranoSalus. La CIA ricorda di aver condotto battaglia per la tutela del grano duro pugliese e, in generale del Sud Italia. Ma GranoSalus gli rinfaccia “i fatti e misfatti della Commissione prezzi della Camera di Commercio di Foggia”. E aggiunge: “I rappresentanti della CIA non erano forse presenti in Commissione insieme a tutte le altre sigle? Presto potremmo essere costretti a saperlo tramite qualche giudice”  

Va su Agra Press la risposta della CIA nazionale a GranoSalus, l’associazione che raccoglie produttori di grano duro del sud e consumatori.

GranoSalus, che nei giorni scorsi è stata oggetto di un attacco da parte della CIA (Confederazione Nazionale Agricoltori) pugliese, ha chiesto ai vertici nazionali di prendere posizione sul grano duro estero – in buona parte di pessima qualità – che arriva in Italia.

Contro questo grano duro estero – imposto all’Italia dalle multinazionali (soprattutto dalle industrie della pasta) – GranoSalus sta combattendo una battaglia. Con l’obiettivo di rilanciare il grano duro prodotto nelle Regioni del Sud Italia.

“La CIA-agricoltori italiani nazionale e la sua struttura regionale pugliese – si legge in un comunicato della CIA nazionale – da 40 anni si occupano della tutela degli agricoltori e dei consumatori. Dell’impegno della CIA a favore degli agricoltori, e delle produzioni, parlano i fatti, i documenti realizzati e l’attivita’ politico-sindacale che caratterizza la storia dell’organizzazione. In tal senso, non si comprendono alcuni appunti che ci vengono rivolti, in Puglia a mezzo stampa, circa la nostra posizione e informazione sulla ‘materia grano’. Da sempre la CIA ha fatto e continuerà a fare giusta informazione nei confronti dei consumatori come emerge chiaramente anche dallo stesso comunicato della CIA puglia del 14 gennaio”.

“Nel testo – prosegue il comunicato della CIA – viene infatti evidenziato come non si ritengono i contaminanti poco rilevanti né tanto meno si ritengono poco utili i controlli. Tutt’altro”.

Detto ciò, per onestà di cronaca, i controlli sui derivati del grano duro, a cominciare dalla pasta, li sta promuovendo GranoSals.

Già GranoSaus ha diffuso le prime verifiche sull’import di grano duro estero in sei porti pugliesi. Ora toccherà anche agli altri porti italiani. A queste verifiche si aggiungeranno i controlli sulla pasta, previsti per i primi giorni di febbraio. I cittadini avranno finalmente la possibilità di scoprire cosa arriva sulle proprie tavole.

Ebbene, questo controlli sono stati disposti da GranoSalus.

“La CIA-agricoltori italiani – prosegue il comunicato – negli ultimi decenni si è mobilitata in più occasioni per difendere il grano italiano e pugliese, ha occupato i porti chiedendo alle autorità preposte ai controlli di attuarli. Lo ha chiesto alla sanità marittima, alle forze dell’ordine per il tramite delle Prefetture (alle quali ha anche segnalato l’arrivo nei porti di navi sospette) e a tutte le istituzioni e gli enti competenti e non solo all’Agenzia delle dogane (la quale ha anche numerosi altri compiti di natura fiscale e tributaria). Come ha fatto nell’agosto scorso, ad esempio, con Agrinsieme, nell’ottica di una azione sempre più sinergica e costruttiva tra le associazioni di categoria agricole, quando ha segnalato l’arrivo in Puglia di una nave mercantile con un nuovo carico di grano dall’estero, dove il glifosato è ampiamente utilizzato nelle fasi di pre-raccolta, chiedendo all’Arpa, alla Asl di Foggia, ai Nas dei Carabinieri e agli organi competenti della Polizia di Stato, della Guardia forestale e della Guardia di finanza di effettuare ed incrementare controlli, e denunciando anche che tra maggio e giugno scorso nel porto di Manfredonia sono stati scaricati 560 mila quintali di grano duro importati da Kazakistan, Russia, Canada e Australia, e chiedendo il relativo blocco delle importazioni”.

“La CIA-agricoltori italiani – leggiamo sempre nel comunicato – si è mobilitata manifestando dinanzi alle istituzioni a tutti i livelli (Governo, Regioni, Prefetture) per chiedere interventi a favore del comparto cerealicolo. Solo per citare una delle ultime attività poste in essere: la mobilitazione nazionale del 28 luglio, svoltasi in tutta italia ed anche a Bari sotto la sede del Consiglio regionale, per rispondere alla crisi del grano, nel corso della quale è stata denunciata l’immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, che ha provocato il tracollo dei prezzi, pari a 2 milioni di tonnellate di grano estero nell’ultimo anno. I produttori di grano sono stati oggetto di un’azione di speculazione che non ha avuto precedenti, con il grano duro pagato 18 Euro al quintale (il prezzo di 25 anni fa), largamente al di sotto dei costi produttivi, e con perdite fino al 50% sulla scorsa campagna”.

In realtà, il prezzo del grano duro – almeno in Sicilia, ma nutriamo il dubbio che si sia verificato in altre Regioni del Sud – è precipitato a 14 Euro al quintale! Operazione a tenaglia per distruggere il grano duro del Sud e i suoi produttori, ‘regalo’ delle solite multinazionali!

“A guadagnarci da questa situazione – scrive la CIA nazionale – sono state solo le grandi multinazionali che hanno importato grano dall’estero per produrre all’insegna di un’italianitaà che non e’ reale’. Nel corso della mobilitazione svolta sotto la sede del Consiglio regionale della Puglia la CIA ha ottenuto la approvazione alla unanimità di un ordine del giorno (che e’ stato anche consegnato all’allora premier Matteo Renzi), nel quale si chiedeva la sospensione temporanea delle importazioni, incentivi per stabilizzare il reddito, l’attuazione di misure annunciate nel piano cerealicolo nazionale, di incentivare accordi e contratti di filiera, di prevedere una campagna di promozione e valorizzazione della pasta italiana nel mondo, di perseguire la massima trasparenza delle borse merci”.

“Stessa mobilitazione – prosegua la nota della CIA – è stata attuata a livello nazionale. A fine settembre poi è stata ottenuta sia l’approvazione del decreto che fissa criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo di 10 milioni di Euro dedicato ad interventi a sostegno del comparto cerealicolo, che la risoluzione a sostegno della cerealicoltura nazionale. Quindi l’impegno della CIA-agricoltori italiani è stato costante e continua quotidianamente anche nella lotta alla contraffazione e frodi”.

“Da ciò – conclude il comunicato della CIA nazionale – anche la campagna di sensibilizzazione ‘agricoltura italiana 100%’ a difesa del vero made in italy ideata da CIA-agricoltori italiani Puglia per tutelare anche il grano pugliese e che mira allo stop alle importazioni selvagge senza garanzie, senza certezze sulla qualità del grano, facendo corretta informazione e non creando allarmismi ingiustificati. Motivi, questi ultimi, alla base proprio del comunicato del 14 gennaio scorso”.

Immediata la contro replica di GranoSalus.

“Con la sua risposta – si legge nella nota di GranoSalus – CIA Nazionale non molla di un centimetro e tutela solo l’operato di un direttore regionale spinto a fare un’azione squallida, forse commissionata da terzi, nei confronti di tanti agricoltori e consumatori che non si sentono più tutelati né dal suo operato, né dall’operato di tante altre sigle sindacali vuote di significato. La vera prerogativa di un sindacato è quella di risolvere i problemi del mondo agricolo, non di elencarli. Questa dovrebbe essere la sua finalità istituzionale, affinché si renda utile alla società. Non servono né le parate folcloristiche tipiche di altre sigle, né gli inciuci con(f)industriali. Né i racconti prolissi e fuorvianti: la lunga serie di iniziative, prese di posizione, manifestazioni e proteste sembrano caratterizzare gran parte del magro bilancio sotto il profilo della tutela dei redditi degli agricoltori e della salute dei consumatori”.

“Spiace inoltre dover rilevare l’assoluto silenzio della CIA nazionale sullo stile dei propri dirigenti regionali: soffocare i commenti di agricoltori delusi dal loro modo di affrontare le questioni appare uno stile un po’ desueto, non polemico, ma sicuramente autoritario e autoreferenziale che non aiuta né il mondo agricolo, né i consumatori italiani. Oltre la forma, nel merito chiediamo alla Cia Nazionale, e a tutte le consorelle, di esprimere pubblicamente la volontà di un confronto aperto in cui si dica davanti ai consumatori italiani se sono a favore o no dei contaminanti nel grano duro e in tutti i suoi derivati. Se sono state mai assunte iniziative dalla CIA a livello parlamentare italiano ed europeo per abbassare i limiti di micotossine DON, che in Europa sono tra i più alti del mondo a danno dei consumatori italiani. Se sono state mai assunte iniziative concrete dalla CIA, e dalle sue consorelle, verso il Mipaaf e il Ministero della Salute, per adottare il principio di salvaguardia verso le navi di grano duro cariche di glifosato che attraccano nei porti italiani di provenienza extra-UE, senza il rispetto del divieto vigente in Europa e in Italia. Se sono state mai assunte iniziative concrete dalla CIA, e dalle sue consorelle, nei confronti del Mipaaf e del Ministero della Salute, rispetto alle navi di grano duro di provenienza ucraina, russa etc, aree notoriamente contaminate da radioattività, che introducono in Europa e in Italia giganteschi quantitativi di granaglie che finiscono sulle nostre tavole. Se sono state mai assunte iniziative concrete dalla CIA, e dalle sue consorelle, nei confronti di navi che scaricano presso porti inagibili, come quello di Manfredonia”.

A questo punto arriva l’attacco più pesate ai vertici nazionali della CIA:

“Se i produttori di grano sono stati oggetto di un’azione di speculazione, senza precedenti, a guadagnarci da questa situazione non sono state solo le grandi multinazionali – come afferma la CIA – che hanno importato grano dall’estero per produrre all’insegna di un’italianità che non è reale. La CIA infatti sembra essersi dimenticata che il 20 luglio, quando il Ministro ha dichiarato agli industriali che la dinamica internazionale dei prezzi non aveva nessuna correlazione con il mercato italiano, lei era presente al tavolo. Si è forse adoperata per chiedere l’intervento dell’Antitrust?”.
 
“Quando la Cia afferma che il suo impegno a favore degli agricoltori, e delle produzioni, è testimoniato dai fatti, dai documenti realizzati e dall’attività politico-sindacale che ha caratterizzato la storia dell’organizzazione – prosegue la nota di GranoSalus – trascura di illustrare i fatti e misfatti della Commissione prezzi della Camera di Commercio di Foggia, che ad oggi non ha ancora fornito prove sufficienti ai produttori di grano duro, pugliesi e italiani, circa la corretta procedura nella determinazione dei prezzi. I rappresentanti della CIA non erano forse presenti in Commissione insieme a tutte le altre sigle? Presto potremmo essere costretti a saperlo tramite qualche giudice. Così sapremo anche se a mettere in guardia l’opinione pubblica sulle semplificazioni, sulla superficialità che – posta la delicatezza dell’argomento – può ingenerare confusione e disinformazione a danno della credibilità di una battaglia sacrosanta, siano le associazioni serie oppure quelle autoreferenziali”.

 

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