Palermo, scuole al freddo, ma la politica cittadina pensa alle elezioni. Tanto i ragazzi non votano…

17 gennaio 2017

Nel capoluogo dell’Isola, a pochi mesi dal voto per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale, politica e realtà procedono su binari differenti. Le scuole sono al freddo, ma il sindaco Orlando, che si ricandida, in questa fase è occupato a convincere il PD ad appoggiarlo facendo sparire il simbolo (un goffo tentativo per fare in modo che i palermitani non associno la sua candidatura a Rosario Crocetta). Gianfranco Miccichè non si decide: Fabrizio Ferrandelli o Francesco Greco? I grillini sempre più spaccati. L’unico candidato tranquillo, per ora, è l’Indipendentista Ciro Lomonte

A Palermo politica e realtà proseguono su strade diverse. La politica – con riferimento all’Amministrazione comunale – dovrebbe occuparsi dei cittadini. Ma così non è. Proprio in queste ore, mentre la politica si prepara alla campagna elettorale che nella prossima primavera porterà i cittadini palermitani ad eleggere il nuovo sindaco e il nuovo Consiglio comunale, gli studenti di ogni ordine e grado di Palermo-città, in molti casi, sono stati abbandonati al freddo.

Sembra incredibile, ma è così. Le previsioni meteorologiche, negli ultimi giorni delle vacanze natalizie, hanno annunciato una grande ondata di freddo. In un Comune normale dirigenti scolastici e amministratori comunali si sarebbero organizzati per far trovare ai ragazzi, agli insegnanti e ai docenti le aule riscaldate al rientro dalla vacanze.

Niente di tutto questo è avvenuto. In molti casi gli impianti di riscaldamento non sono stati nemmeno controllati. Incredibile, ma vero.

Questo non è avvenuto solo a Palermo, ma anche in tanti altri centri della Sicilia. Noi parliamo di Palermo, perché mentre gli studenti sono stati abbandonati al freddo, la politica cittadina vecchia e nuova (nel calderone ci mettiamo anche i grillini con le loro divisioni che sanno tanto di vecchia politica) sta dando il peggio di sé.

Parliamo di Palermo con riferimento al Comune, all’Amministrazione comunale che, grazie alla legge che ha istituito la Città Metropolitana, oltre ad occuparsi della manutenzione delle scuole elementari e delle scuole medie, è anche responsabile della manutenzione degli edifici dei Licei e, in generale, delle scuole superiori (il riferimento è al sindaco Leoluca Orlando che, in base alla legge, è anche il sindaco metropolitano di Palermo).

Tutta la scorsa settimana è volata via con studenti, insegnanti e docenti a fare lezione con i cappotti. E la situazione non sembra molto migliorata nonostante le proteste.

Le cronache registrano il ‘caso’ della madre di un ragazzo con disabilità che frequenta un un noto istituto scolastico di Palermo. La mamma ha denunciato agli organi di stampa di essere costretta a tornare a scuola per accompagnare il figlio in bagno perché, scrivono in un comunicato i grillini, “la Regione siciliana non avrebbe rinnovato i servizi per mancanza di liquidità”.

In realtà, nel caso in questione, le responsabilità si dividono tra Regione e Comune di Palermo. Vero che la Regione non ha ancora erogato i fondi. Ma è altrettanto vero che il Comune del capoluogo dell’isola non può pagare 35 milioni di Euro di debito fuori Bilancio e poi non avere i soldi per occuparsi degli studenti disabili!

Del resto, in queste ore il sindaco Orlando è impegnato a convincere i dirigenti del PD ad appoggiare la sua ricandidatura a sindaco partecipando alle prossime elezioni comunali senza il simbolo del PD. Il sindaco uscente ha le sue ragioni: PD, in Sicilia, significa Rosario Crocetta, che nell’immaginario dei siciliani è una sorta di Attila. Per non parlare della sconfitta di Renzi.

Facendo sparire il simbolo del PD, Orlando pensa – e a nostro avviso s’illude – di far dimenticare agli elettori di Palermo la valanga di voti contro il referendum di Renzi e i disastri amministrativi del Governo Crocetta. Ma l’immagine di Orlando e di Crocetta insieme con Renzi – vedere la foto sopra – sono ancora nitide nella mente dei palermitani. Nessuno dimentica.   

I dirigenti del Partito Democratico di Palermo, ovviamente, rifiutano tale ipotesi. Ma Orlando è in contatto con i vertici nazionali di questo Partito Democratico sempre più grottesco che, pur di mantenere le poltrone, sembra anche disponibile, almeno a Palermo, a trasformarsi un un ‘fantasma’ elettorale: e dovrebbero essere i vertici nazionali a fare ‘inghiottire’ ai dirigenti del PD di Palermo la partecipazione alle elezioni comunali di maggio senza il simbolo (il sottosegretario Davide Faraone sarebbe pronto al ‘sacrificio’).

In tutto questo ci sono i ‘compagni’ di Rifondazione comunista – già ‘inglobati’ e ‘digeriti’ da Orlando – che hanno definito il PD un “ospite non gradito”. Con qualche dirigente del PD di Palermo che ribatte:

“Guardate, cari ‘compagni’ di Rifondazione, che in questi anni i soldi per far andare avanti il Comune di Palermo li ha ‘sganciati’ il Governo nazionale del PD…” (il riferimento dovrebbe essere al Tram che gira 12 ore a vuoto, ma che è stato fonte di lucrosi appalti…).

Insomma, volano gli stracci!

Detto questo, però, più di mezzo PD, in questi anni, ha fatto opposizione all’Amministrazione Orlando: perché mai chi ha fatto opposizione dovrebbe non solo appoggiare la ricandidatura di un sindaco che ha avversato, ma addirittura eliminare il simbolo del proprio partito?

Pensiamo veramente che Orlando e il PD, alle prese con problemi così ‘importanti’, possano trovare il tempo di occuparsi degli studenti della città che, tra le altre cose, non votano perché minorenni?

E l’opposizione? Lì ci sono altri ‘problemi’. Gianfranco Miccichè – eterno ‘capo’ di Forza Italia in Sicilia per grazia ricevuta – non riesce a decidere: appoggiamo Fabrizio Ferrandelli (che dopo aver indossato le ‘casacche’ di cinque o sei formazioni politiche si è autoproclamato candidato ‘civico’) o candidiamo l’avvocato Francesco Greco?

Ferrandelli, con i suoi voti, compenserebbe i voti che alcuni dirigenti e consiglieri comunali di Forza Italia, anche in prima battuta, sottobanco, darebbero ad Orlando; ma Ferrandelli, una vota eletto sindaco, chi lo controllerebbe? Il giorno dopo l’elezione si trasformerebbe in un monarca assoluto, modello Orlando che, da sindaco ‘democratico’, concede a tutti gli alleati la possibilità di fare tutto quello che dice lui…

Lo dobbiamo capire: sono scelte ‘cruciali’. Non è che possiamo pretendere che anche dalle parti di Forza Italia ci si occupi delle scuole?

E il Movimento 5 Stelle? Era una formazione politica che lasciava decidere tutto alla base. In occasione di questo passaggio politico ed elettorale i grillini hanno invertito l’onere della decisione. Per l’occasione due deputati regionali – Giancarlo Cancelleri e Giampiero Trizzino – si sono trasformati in ‘Padri grandi’ dei grillini. E hanno deciso di soffocare la base e di decidere a nome di tutti con l’inaugurazione del ‘Centralismo democratico grillino’.

Il risultato è una baraonda. La base che protesta. Spaccature. Gruppi di qua, gruppi di là. Dicono che sarebbe stato deciso tutto da Grillo in persona: siluramenti e spaccature. Per evitare che il candidato a sindaco di Palermo dei grillini vinca le elezioni.

In effetti, governare Palermo – una città che non ha nemmeno i soldi per riscaldare le scuole – avendo contro la Regione e il Governo nazionale non sarebbe agevole. L’esperienza di Virginia Raggi a Roma insegna.

Insomma, i grillini, in Sicilia, puntano dritti alla ‘conquista’ della Regione. E vogliono evitare incidenti di percorso. Sarà così? Vedremo.

Non convincono nemmeno i ‘Comitati civici’. Un agglomerato informe di consiglieri comunali uscenti e di umanità politica varia. Personaggi che si dimenano di qua e di là, chi per una riconferma a Palazzo di città, chi per una candidatura alle prossime elezioni regionali. Insomma poltrone più che progetti. Avranno un candidato sindaco? Appoggeranno Orlando? Sosterranno Ferrandelli?

Di fatto, in questa fase, l’unico candidato a sindaco che procede con serenità è Ciro Lomonte. E’ il candidato del Movimento Siciliani Liberi: in pratica, gli Indipendentisti siciliani, formazione politica che si annuncia come la possibile rivelazione delle prossime elezioni. Non soltanto delle elezioni comunali di Palermo, ma anche degli altri appuntamenti elettorali.

 

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