Ars, oggi tutti (o quasi) in Aula. Intanto Musumeci attacca sulle nomine negli esami dei corsi di Formazione

27 dicembre 2016

Oggi torna a riunirsi Sala d’Ercole. All’ordine del giorno, il disegno di legge sull’esercizio provvisorio e la proroga dei precari dei Comuni. Si tratta dell’autorizzazione giuridica, non certo dei soldi per pagargli gli stipendi che non ci sono. Intanto il parlamentare di centrodestra e presidente dell’Antimafia regionale, Nello Musumeci, sferra un attacco al dirigente generale del dipartimento della Formazione, Gianni Silvia. Tema: le nomine nelle commissioni d’esame dei corsi. La replica di Silvia: “Tutto è stato fatto a norma di legge. Solo strumentalizzazioni” 

E’ con ‘sommo’ dispiacere che comunichiamo ai nostri lettori che oggi, 27 gennaio 2016, i 90 deputati dell’Assemblea regionale siciliana che stanno facendo grande la nostra Isola interromperanno le vacanze di Natale per iniziare l’esame del disegno di legge sull’esercizio provvisorio, ovvero sul Bilancio 2017 da gestire in dodicesimi per i primi due mesi del prossimo anno. I ‘Nostri’ dovranno anche occuparsi di ‘addobbare’ una mezza proroga dei precari che operano nei Comuni.

Tranquilli: il Parlamento siciliano non dovrà trovare i soldi per pagare gli stipendi a circa 13-14 mila persone, perché anche questi soldi se li è presi il Governo nazionale (che per ora è a caccia di soldi, visto che deve foraggiare le banche con 20 miliardi di Euro).

Quella che l’Ars approverà entro il 31 dicembre è l’autorizzazione per prorogare i contratti a questo personale. Per i soldi bisognerà capire cosa succederà nelle prossime settimane. Un dato certo è che la Regione non ha ancora erogato ai Comuni i 180 milioni di Euro dei Fondi per il precariato 2016. Un altro dato quasi certo è che le banche – che fino ad oggi con i prestiti hanno tenuto in piedi non soltanto la stragrande maggioranza del Comuni dell’Isola, ma tutto il sistema Sicilia – potrebbero cominciare a chiudere i ‘rubinetti’, almeno per i Comuni dell’Isola (come potete leggere in questo articolo).

Tornando alla ‘fatica’ natalizia – cioè alla convocazione dell’Ars di oggi – va precisato che si è resa necessaria perché il presidente della Regione, Rosario Crocetta, a partire, grosso modo, dalla seconda settimana di dicembre, si era messo in testa di far approvare da Sala d’Ercole una legge di stabilità regionale 2017 dimezzata: metà entro il 31 dicembre, mettendoci dentro le spese obbligatorie, e l’altra metà da rinviare al prossimo anno.

Il dubbio che si è ‘disegnato’ nelle menti dei deputati è che il presidente Crocetta avrebbe voluto ‘arraffare’ la mezza manovra per darsela a gambe. Non sarebbe stata – ammesso che sia stata la sua idea – una cattiva idea, dal momento che le ‘casse’ della Regione sono vuote. Ed è anche logico: a furia di firmare ‘Patti’ con Roma contro gli interessi della Sicilia i soldi sono finiti.

I deputati hanno capito tutto e hanno ‘placcato’ Crocetta: niente mezza manovra, ma solo un esercizio provvisorio. Oggi vedremo quello che succederà. In Aula.

Chi, in questi giorni di Natale, non ha riposato è stato il parlamentare di centrodestra e probabile candidato alla presidenza della Regione, Nello Musumeci (che è anche presidente della commissione Antimafia di Sala d’Ercole) protagonista di almeno quattro-cinque comunicati stampa al vetriolo.

Uno di questi riguarda la formazione professionale. O meglio, gli esami. Storia vecchia che riguarda sia i corsi finanziati dalla Regione (ormai solo con le risorse del Fondo Sociale Europeo), sia i corsi privati.

Siccome la responsabilità dei corsi di Formazione è della Regione, sono gli uffici di questo assessorato che spediscono i funzionari presso gli enti formativi per effettuare gli esami. Con una ‘coda’ di polemiche:

“Il Governo regionale – scrive Musumeci – chiarisca quali sono i criteri adottati dal dirigente generale del Dipartimento Istruzione e Formazione professionale nelle nomine dei presidenti delle commissioni di esami per i corsi di formazione professionale svolti dagli enti formatori”.

L’attacco è al dirigente generale del dipartimento Formazione della regione, Gianni Silvia. 

Musumeci ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Crocetta e all’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, Bruno Marziano, nella quale chiede, fra l’altro, “di conoscere quali siano i motivi che avrebbero indotto lo stesso dirigente generale ad assegnare oltre duecento incarichi ad una ristretta cerchia di dipendenti, senza attingere, in maniera equa, al bacino del personale interno”.

Musumeci chiede, inoltre, che sia avviata un’indagine ispettiva, per “verificare la sussistenza di eventuali violazioni delle norme che regolamentano la materia”.

“Il Dipartimento Istruzione e Formazione professionale – si legge nell’interrogazione – ha, tra gli altri, il compito di nominare i presidenti delle commissioni di esami nei corsi di Formazione professionale svolti dagli enti autorizzati. I suddetti presidenti vengono scelti all’interno del personale assessoriale in possesso dei requisiti previsti dalle norme vigenti. Secondo una denuncia presentata da un’organizzazione sindacale, i parametri adottati per queste nomine non rispetterebbero i dettami della trasparenza stabiliti dalle attuali disposizioni in materia. In particolare, leggendo i dati pubblicati sul sito del medesimo assessorato, si evince che nel corso del triennio 2013/2015 una ristretta cerchia di dipendenti avrebbe avuto assegnate oltre duecento nomine, disposte con Decreto dal dirigente generale, a discapito del resto del personale che, nonostante il possesso dei requisiti di legge, ne avrebbe avuto assegnate soltanto una ventina. A quanto sembra, lo stesso sistema è stato adottato anche per tutto il 2016”.

“Se l’oggetto delle denunce dovesse trovare conferma – conclude Musumeci – il Dipartimento Istruzione e formazione non avrebbe adottato i giusti criteri nella scelta del personale idoneo, in palese violazione delle più elementari norme di trasparenza ed equità. Per queste ragioni, è necessario fare chiarezza con urgenza”.

Pacata ma ferma la replica di Gianni Silvia.

“I nomi dei dipendenti incaricati di svolgere questo servizio – dice Silvia – sono stati individuati dai dirigenti. Io mi limito a prenderne atto. E a farli pubblicare sul sito del dipartimento. Tutto è stato fatto nel rispetto della legge. Non vado dietro alle strumentalizzazioni politiche”.

 

 

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