Grano duro in crisi, agricoltori in difficoltà e Regione e Comune di Palermo che fanno? Una mostra…

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Invece di aprire una vertenza politica con Roma per ottenere la dichiarazione dello stato di crisi a sostegno dei produttori di grano duro massacrati dagli speculatori, cosa fanno la Regione e il Comune di Palermo? Una bella mostra sulle virtù del grano duro e sulla dieta mediterranea (dimenticando i grani esteri tossici che finiscono sulle nostre tavole sotto forma di pane, pasta, dolci e altro ancora). L’ennesima dimostrazione che la vecchia politica siciliana – di cui l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, sono espressione – è da mandare in blocco a casa

Sembra incredibile. Il mondo del grano duro siciliano è in crisi. L’annata è stata terribile, non per la produzione – buona per la quantità e, come sempre, ottima per la qualità – ma per i prezzi che, nel luglio scorso, sono precipitati a 14 Euro al quintale. Con 24 Euro al quintale gli agricoltori del Sud Italia (perché il grano duro è il prodotto agricolo d’elezione del nostro Mezzogiorno) guadagnano: non tanto, ma guadagnano. Con 14 Euro al quintale vendere il prodotto è un suicidio, perché perderebbero un sacco di soldi.

Per fortuna che il grano si può stoccare. Che è quello che hanno fatto i nostri agricoltori. Siccome ai signori della grande industria della pasta il grano duro del Sud Italia, però, serve per miscelarlo con il grano duro, in molti casi di pessima qualità, che acquistano all’estero (e quindi per migliorare le miscele con le quali producono la pasta), il prezzo è leggermente salito: è a 21-22 Euro.

Rispetto alla domanda il prezzo è basso: ed è in corso una polemica durissima tra i produttori di grano duro pugliesi e la Camera di Commercio di Foggia. Parliamo del mercato del grano duro – quello di Foggia – più importante d’Italia. Un mercato che influenza i prezzi del grano duro di tutta l’Italia.

Il dubbio – manifestato dai protagonisti di GranoSalus, l’associazione che raggruppa produttori di grano duro di tutto il Sud Italia e consumatori – è che i prezzi vangano tenuti bassi per penalizzare gli agricoltori e favorire la grande industria della pasta del nostro Paese.

In tutto questo sul futuro dei consumatori d’Europa pesa la presenza, inquietante, di 4 milioni di grano duro canadese, di qualità tutt’altro che eccelsa, che potrebbe finire sulle nostre tavole, come vi abbiamo raccontato nel seguente articolo:

4 milioni di tonnellate di grano duro canadese ‘tossico’ pronto per essere esportato: indovinate dove…

Ebbene, secondo voi che cosa fanno le istituzioni siciliane rispetto a questa crisi che investe il mondo del grano duro della nostra Isola? Mostre & schiticchi…

Pensate che stiamo scherzando? Leggete con noi il comunicato che ha diramato ieri l’assessorato regionale all’Agricoltura:

“Domani, sabato 17 dicembre (oggi per chi legge ndr) alle 16.00, presso il Palazzo delle Ferrovie, in via Roma 19, a Palermo, l’inaugurazione della mostra sul grano duro siciliano. Saranno presenti l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Palermo, Giovanna Marano“.

“Il titolo della mostra itinerante è ‘Viaggio attorno ad un chicco di grano duro siciliano ‘ prosegue il comunicato – e rappresenta una proposta di studio e approfondimento della filiera siciliana del frumento duro, destinata a studenti, consumatori e operatori del settore. La mostra si compone di 20 pannelli che illustrano i valori culturali, agronomici, nutrizionali, economici ed ambientali che ruotano intorno alla filiera del frumento duro in Sicilia”.

“In Sicilia – prosegue il comunicato – la coltura del grano duro occupa oltre 250.000 ettari (a noi risulta che superi i 300 mila ettari ndr), coinvolgendo decine di migliaia agricoltori, centinaia di centri di ammasso e ditte sementiere, circa un centinaio di molini, e in più panifici e pastifici, industriali e artigianali. In più il frumento duro rappresenta l’elemento principe della dieta mediterranea”.

“L’iniziativa – conclude il comunicato – promossa nell’ambito dei percorsi di valorizzazione delle produzioni cerealicole siciliane, dal Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatore e dall’assessorato regionale all’Agricoltura, si inquadra nell’ambito dell’evento ‘Via Roma e dintorni’ organizzato dall’assessorato alle attività produttive del Comune di Palermo”.

Vedete, cari lettori, mentre noi siamo stati costretti a togliere un articolo su quello che combinano con il grano duro le multinazionali solo perché abbiamo citato la Barilla, come potete leggere qui di seguito:

La multinazionale Barilla all’attacco de I Nuovi Vespri: togliete subito quell’articolo!

mentre non si riesce a capire come fermare le navi che importano in Italia grano duro di pessima qualità pieno di glifosato e micotossine,

mentre in Puglia gli agricoltori che producono grano duro stanno combattendo una durissima battaglia per conto di tutti i granicoltori del Sud Italia penalizzati dai prezzi bassi imposti dalle multinazionali;

mentre ci si interroga sui danni che il glifosato contenuto nel grano duro estero può provocare sulla salute dell’uomo, come potete leggere qui di seguito:

E’ ufficiale: il glifosato contenuto nella pasta provoca la Sla e il morbo di Alzheimer

Mentre ci si interroga sui danni che le micotossine contenute nei grani duri di provenienza estera possono provocare sulla salute umana, come potete leggere qui:

“Il grano canadese che arriva in Europa è un rifiuto speciale che finisce sulle nostre tavole”

mentre i canadesi si catapultano presso la Camera di Commercio di Foggia per cercare di vendere il proprio prodotto;

insomma, mentre succede questo ed altro, cosa fanno la Regione siciliana e il Comune di Palermo? Una mostra sul grano duro siciliano!

Tutto questo non è grottesco?

Invece di chiedere a Roma la dichiarazione dello stato di crisi per il settore cosa fa l’assessore Cracolici? Va a una mostra a fare passerella.

La dimostrazione che la vecchia politica siciliana è ormai alla frutta.

Ci auguriamo che anche gli agricoltori siciliani si rendano conto del basso, bassissimo livello dell’attuale politica siciliana. E dell’inutilità di un Governo regionale che, davanti alla drammatica crisi del grano duro, non trova di meglio che le passerelle…

 

 

 

 

 

 

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