La Sicilia al referendum: il voto dei giovani ha travolto il Governo Renzi

7 dicembre 2016

Oltre il 70 per cento degli elettori della nostra Isola ha detto No alla pessima riforma costituzionale voluta dal presidente del Consiglio e dai suoi sodali. Il dato politico importante è che tanti Siciliani, che alle ultime consultazioni elettorali non si erano recati alle urne, hanno invece deciso di andare a votare. E tra questi la maggioranza è rappresentata da giovani. E’ vero: hanno votato contro e non ha favore di qualcuno. Ma questo è già un segnale importante che lascia ben sperare

La Sicilia ha detto NO al referendum con una maggioranza bulgara del 71,58%.

E’ una grande risposta, soprattutto perché è anche il frutto di un dato che considero estremamente importante: quello dell’affluenza alle urne da parte dei siciliani. Il dato finale è del 56,65%, con un incremento del 9,23% rispetto ai votanti delle ultime elezioni regionali (che hanno fatto registrare, per la prima volta, una discesa al di sotto del 50% degli aventi diritto al voto-47,42%).

Si tratta di ben 180.000 votanti in più che, se fossero stati presenti e avessero presentato una lista alle regionali del 2012, conterebbero oggi all’Assemblea regionale siciliana su a decina di deputati.

Mi piace pensare (non oso dire argomentare, trattandosi di materia friabile) in questo modo. Renzi è riuscito ad alienarsi per intero il mondo dell’istruzione di ogni ordine e grado (in ciò assistito validamente, specialmente in Sicilia, dal sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che, con la sua intelligente e diuturna fatica, è riuscito a portare al suo datore di lavoro un ‘cospicuo’ 28,42% di SI’).

Orbene, questa maggiore affluenza alle une e questa schiacciante vittoria del NO potrebbero (uso il condizionale) attribuirsi ai giovani, agli studenti siciliani che, se ancora non hanno trovato qualcuno per cui votare, almeno hanno trovato  qualcuno contro cui votare.

E’ un primo passo, però, di un’importanza capitale.

Il lavoro che ci aspetta, il lavoro che spetta fare alla nuova politica è quello di costruire un percorso progettuale che metta al primo posto lo studio a tempo pieno, la formazione vera, umana, tecnica e professionale, l’occupazione strutturale e non drogata: in una parola, che metta al primo posto il futuro e l’avvenire dei nostri figli e dei nostri nipoti, cioè di tutti i ragazzi, che sono tutti nostri figli; ma, cosa altrettanto se non più  importante, avere la capacità, la sollecitudine e l’intelligenza e l’autorevolezza di trasmettere un messaggio credibile e renderlo comprensibile.

E’ un nostro dovere perché, leggendo la Bibbia, scopriamo che Dio chiederà a noi del perché il nostro fratello sia finito dannato all’inferno e ci chiederà di quello che abbiamo fatto per impedirlo.

Foto tratta da lasicilia.it

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