Il calcio in bocca e i soldi in tasca: l’epopea rosanero al tempo di Zamparini (parte prima)

28 novembre 2016

Cominciamo il racconto dell’epopea rosanero al tempo di Zamparini scritto dal prototifoso Lucas Bahic. Oggi pubblichiamo l’introduzione. Dall’entusiasmo al tradimento della cessione di Luca Toni, dalla strana natura dei tifosi rosanero alle speculazioni…

Nell’anno che precede quello della seconda retrocessione del Palermo di Zamparini  (i numeri ci sono tutti), da vecchio tifoso che le ha viste tutte- partendo da Puskas e Vernazza e passando e ripassando dalle serie A, B, C1, C2, tra radiazioni, resurrezioni e finali di Coppa Italia scippate e non- vorrei offrire ai lettori dei I Nuovi Vespri, qualche spunto di riflessione intorno alla natura del tifoso del Palermo e del suo rapporto con la squadra e con la società.

Quando, dopo avere rotto con i suoi compaesani, Zamparini scelse la sua nuova squadra (e io credo di sapere perché, potendo scegliere, abbia scelto il palermo, ma di questo parleremo più avanti), una cosa però fu subito chiara: il Nostro era prima di tutto un uomo d’affari, e questo noi non avremmo mai dovuto dimenticarlo. E’ ovvio quindi che oltre ad un gustaccio di rivalsa da consumare al Sud, il Presidente lavorò e lavora per un utile extracalcistico. Ci può stare, non me ne scandalizzo (purché non sia l’unico vero motivo). Ma per i tifosi Lui era innanzitutto il Presidente che dopo 30 anni ci portò in serie A. Subito ci parlò di un progetto, di un grande progetto, magari divagando sui suoi termini e glissando sui tempi. E’ proprio questo che non si può perdonare al nostro Presidente. Se avesse detto ai tifosi: sfondo-palermo-1900

Ragazzi, patti chiari e amicizia lunga. Io vi ho riportato in serie A in due anni, mentre i vostri imbelli concittadini che hanno i soldi non hanno saputo o volerlo fare in trent’anni. Bene, Garantirvi la permanenza in A è il massimo che posso offrirvi, il resto è roba mia, e ne faccio quello che voglio. Sappiate bene che appena mi fate scocciare me ne vado e voi, se tanto mi dà tanto, ve ne tornate subito i serie C”, chi avrebbe avuto qualcosa da ridire?

Questo avrebbe dovuto dirci. Oggi ce lo ha detto con i fatti e noi ci sentiamo presi per i fondelli. 

I tifosi dunque cominciarono a sognare. Che c’è di male? Se mi autorizzi a sognare e non mi dici fino a che punto sono libero di sognare o no, perché non sognare in grande? E così ci abbandonammo in massa. Il botteghino chiuse per ferie (un’intera stagione) destando il simpatico stupore di tutta l’Italia. Il Palermo 2004/2005 a volte fu addirittura bellissimo e sempre dignitoso.

Subito dopo, qualcosa, non si capì perché, si ruppe. Anzi, più che qualcosa, secondo me, alla luce degli avvenimenti che seguirono si ruppe molto e noi, purtroppo, non sapremo mai perché. Guidolin se ne andò, assicurandoci che nell’altra vita ci avrebbe spiegato perché. Non ci restò che credere nell’altra vita. Averlo saputo avrebbe fatto bene a noi e anche allo sport. Siamo gente matura, dopo tutto, e almeno nel calcio faremmo volentieri a meno dei misteri. Ma il vero grande errore, prima psicologico e poi economico, fu la cessione di Toni. Fu la rottura di un patto, mi si consenta la parola grossa, etico, con i tifosi. La fine ancora una volta di una illusione. L’acquisizione della consapevolezza che il suo (di lui) progetto e il nostro sogno erano negoziabili, sacrificabili. In nome di che? Forse il messaggio era proprio questo. Il progetto non c’è, tutto quello che avete (abbiamo) è grasso che cola.

Si naviga a vista. Veniamo alle cose spicciole. Toni, si disse, vuole che si ritocchi il suo contratto. Si obiettò che se fosse stato accontentato ci sarebbe stato un effetto trascinamento. E’ difficile credere che una società autorevole non fosse in grado di gestire ambo i corni del dilemma. Si vedrà poi che cambiando solo una parte di una stessa equazione (Zamparini/ Foschi con Della Valle/Corvino)Toni, che anche lì voleva di più, rimase un altro anno a Firenze. Toni, si disse pure, ha ambizioni verso traguardi che col Paleermo non può raggiungere. Strano: il Palermo era in Uefa, poteva solo migliorare (avrei capitto il Milan o l’Inter, ma la Fiorentina era tutta da costruire. Dove, meglio che a Palermo, Toni poteva raggiungere traguardi più ambizioni? (E’ questo conferma il sospetto che progetti veramente ambiziosi il Palermo non ne ha mai avuti). E infine il balletto (al ribasso) della cifra di vendita, fino ad una quasi misteriosa svendita (dieci milioni di euro). tonib

La verità è che il tifoso palermitano ha tanti pregi e un solo difetto: quello, appunto, di essere palermitano. Il che significa che non appena si convince che qualcuno gli ha fatto un regalo, questo qualcuno diventa un benefattore per tutta la vita, gli può ballare in testa e prenderlo per i fondelli come e quando vuole. E nasconde la testa nella sabbia. E così, invece di fare una rivoluzione appena comincia a girare la voce di una probabile cessione di Toni, si stringe le spalle e commenta: “Va sempre bene”. Io sono sicuro che queste cose a Zamparini qualche studioso di servilismo e sudditanza gliele aveva spiegate. Lo stesso studioso che per i motivi opposti gli sconsigliò di acquistare il Napoli, allora anche’esso in offerta speciale. Qualcuno dovrebbe spiegare ai tifosi sprovveduti che il regalo a Zamparini lo facciamo noi palermitani, consentendogli di usare il titolo di società sportiva e di fare tutte le operazioni che vuole, come vuole e quando vuole, e di usare il titolo anche come passepartout per tante altre operazioni e di lucrare su più fronti.

Concludendo con le cose spicciole, tutto questo costò al Palermo nella stagione successiva la perdita di 9 mila abbonati. E’ così che si attuano i progetti? Sono queste le strategie? Questa non è nemmeno tattica bottegaia, è stupidità. E se non è così, il tacere, l’ammiccare, il dire e non dire, in una sola parola la mancanza di serietà, autorizzano ogni congettura. La società e la squadra finiscono ingessate in questa meccanismo perverso di “compra, vendi, specula e vai”. Zamparini quando è con l’acqua alla gola ci chiede di aiutare la squadra. E no! Io personalmente fischierò finché avrò fiato e prego Zamparini di lasciarmi ai nostri gloriosi spareggi con la Battipagliese. C’era più gusto, considerate come sono andate a finire le cose. Soprattutto non verremo più sfiorati dal dubbio più atroce: che quello che vediamo non è vero e che davanti a noi si recita una commedia. Peccato! Zamparini aveva la possibilità di entrare nella storia di questa città come piccolo grande eroe positivo e ha preferito finire nelle pagine gialle di Palermo alla voce “Acquisti e vendite di calciatori”.

Continua…

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