Referendum: Napolitano ha letto quanto scritto nel quesito referendario?

22 novembre 2016

Ce lo chiediamo perché ieri, a Porta a Porta, l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto che l’obiettivo della riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi e approvata – a maggioranza semplice – dal Parlamento di ‘nominati’ non è quello di tagliare il numero dei parlamentari. Ma allora perché Renzi dice l’esatto contrario? Notevole anche la ‘coerenza’ di Napolitano sull’Italicum…

Ormai i fautori del Sì al referendum del prossimo 4 dicembre sulle ‘riforme’ costituzionali volute dal Governo Renzi non sanno più dove arrampicarsi per cercare di convincere gl’italiani. Ieri è stata la volta dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che con le sua parole – non sappiamo se involontariamente o coscientemente – sembra smentire non soltanto il capo del Governo, Renzi, ma anche quanto scritto nel quesito referendario.

Ha detto Napolitano intervenendo a Porta a Porta:

“Quella sul referendum è diventata una sfida largamente aberrante: non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari, ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali”.

Quindi, se non si riduce il numero dei parlamentari non si riducono i costi della politica. Peccato che nel quesito referendario si parla di “riduzione del numero dei parlamentari” e di “contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni”.

Insomma, per Napolitano la riforma costituzionale non deve ridurre il numero dei parlamentari. E poco importa se, non solo il quesito referendario, ma anche il suo delfino – Renzi – dice l’esatto contrario…

Sulla legge elettorale – la nuova legge elettorale: l’Italicum – Napolitano dimostra grande ‘coerenza’:

“Sono favorevole al cambiamento dell’Italicum ha affermato il presidente emerito della Repubblica. E ha aggiungo: “Rispetto a quando questa legge elettorale è stata confezionata e approvata molto è cambiato nel contesto politico. Arrivare a vincere il ballottaggio con il tuo buon 29%, magari su chi ha avuto il 28% dei voti, e ottenere la maggioranza in Parlamento, non credo che vada bene”.

Che strano, quando questa legge è stata approvata tutto il centrosinistra – e tra questi, supponiamo, anche Napolitano – era d’accordo. Il PD renziano pensava di avere, come si usa dire in Sicilia, “il porco dentro” con il 40% dei voti tutto andava bene. Oggi che il PD è di gran lunga sotto il 40% – con il ‘rischio’ che a vincere le elezioni siano i grillini, l’Italicum a Napolitano non piace più: è diventato – sempre come si usa dire dalle nostre parti – “acitigno”. E bisogna cambiarlo.

Che che coerenza politica…

 

 

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