La crisi provocata nel Centro storico di Palermo dalla ZTL: commercianti pronti ad atti estremi

19 novembre 2016

Lo hanno detto ieri, a chiare lettere, nel corso di una conferenza stampa, il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina, e il presidente di Confimpresa, Giovanni Felice. “La disperazione è tanta. Noi non siamo più in grado di controllare la situazione. C’è chi medita il suicidio. Ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Perché qualunque sarà il pronunciamento del TAR Sicilia sulla ZTL – previsto per il 6 dicembre – il Comune di Palermo ha già perso 

L’allarme l’hanno lanciato ieri i rappresentanti di Confimprese e di Confartigianato: a Palermo, a circa un mese dall’istituzione della tassa di circolazione automobilistica contrabbandata come ZTL, i commercianti del Centro storico segnalano uno spaventoso calo delle attività. E’ lì, nella parte antica della città, che la Giunta di Leoluca Orlando, dopo aver preso la batosta prima al TAR Sicilia e poi al CGA, sta riprovando ad alleggerite le tasche dei cittadini con la solita ZTL ‘pirandelliana’: paghi circa 100 Euro all’anno entri e inquini (le uniche auto che non possono più circolare sono le più antiche, considerate le più inquinanti). Il problema è che i cittadini palermitani – ma anche gli abitanti dei paesi vicini a Palermo, da Bagheria a Partinico – si rifiutano di farsi ‘incaprettare’. Così, né gli uni (i palermitani), né gli altri (gli abitanti dei paesi vicini) mettono più piede nel Centro storico.

Il risultato di questa dialettica dell’oscurantismo economico e commerciale è che a farne le spese sono i residenti del Centro storico (costretti a pagare l’obolo) e, soprattutto i commercianti, che stanno subendo un calo dell’80-90 per cento delle proprie attività. Un disastro.

“Non so quello che potrebbe succedere – ha detto ieri Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo nel corso della conferenza stampa promossa assieme a Confimprese -. So che c’è gente pronta a commettere atti estremi. Ci sono commercianti, lo dico senza giri di parole, che sono anche pronti al suicidio”.

Qualche settimana fa commercianti e residenti della parte di Palermo colpiti da questa strana ZTL (che, lo ribadiamo, non è una ZTL) hanno promosso una manifestazione. Erano circa quattro mila. Qualcuno di loro, per la rabbia, ha vandalizzato i cartelli con la scritta ZTL. Gli amministratori comunali, vecchia scuola gesuiti anni ’80 (gli eredi diretti dei gesuiti diventati famosi in Sud America…), ne hanno approfittato per gettarla in cagnara: sono solo violenti, con questi non si può discutere e tiritip e tiritap.

Così, invece di parlare dei danni enormi che questa falsa ZTL sta creando al Centro storico della città e, soprattutto, alle attività commerciali, si è parlato di atti vandalici. La solita ipocrisia di un’Amministrazione comunale di ipocriti.

Il problema – e scusate il bisticcio di parole – è che il problema resta. Così, ieri, Nunzio Reina si è presentato con circa tre mila firme di cittadini che non ne vogliono sapere di questa ZTL.

La conferenza stampa di ieri ha chiarito, ancora una volta, che i commercianti di Palermo non sono contrari alla ZTL: sono contrari alla ZTL attuale. L’ha detto a chiare lettere Manuela Lo Monaco, un’imprenditrice che, quattro anni fa, ha votato Orlando sindaco.

Il messaggio è chiarissimo: non si può vietare ai cittadini di utilizzare le automobili senza fornire agli stessi cittadini i mezzi alternativi per raggiungere il Centro storico. Impossibile dare torto a Manuela Lo Monaco, che si richiama al Piano generale del traffico urbano (Pgtu) approvato dal Consiglio comunale di Palermo nel 2013 (e che, in realtà, è scaduto e dovrebbe essere aggiornato).

“Personalmente – ha detto l’imprenditrice – non sono contraria alla ZTL -. Ma non fatta così! Siamo davanti a danni macroscopici. Mi chiedo e chiedo: perché non si riesce a dialogare con un’Amministrazione comunale che ho votato? Perché non si può dialogare con il Comune di Palermo? Perché insistere nell’errore continuando a produrre danni economici?”.

Il problema, l’abbiamo detto, riguarda i cittadini di Palermo, ma anche gli abitanti di Bagheria, Altavilla Milicia, Aspra, Casteldaccia e via continuando; idem per i centri che si trovano lungo l’asse nord occidentale che, dal capoluogo dell’isola arriva fino a Partinico. Tutti cittadini che, come è stato più volte ribadito nel corso della conferenza stampa di ieri, intanto hanno ridotto la loro presenza a Palermo e che, quando vengono in città si tengono lontani dal Centro storico per paura di prendere le multe.

Quello che sta succedendo – e ieri Nunzio Reina e Giovanni Felice (Confimprese) l’hanno spiegato molto bene – è la chiara dimostrazione della superficialità con il quale il Comune di Palermo sta affrontando una questione delicatissima. La responsabilità non è solo del sindaco Orlando e dell’assessore comunale alla Mobilità (o ‘Immobilità’, come dicono ironicamente i palermitani), Giusto Catania, ma anche dei dirigenti e dei funzionari protagonisti di un pastrocchio amministrativo e trasportistico senza precedenti!

Nella cartella diffusa durante la conferenza stampa di ieri c’è un foglio con la dicitura “Città di Palermo – Piano generale del traffico”. E ci sono tre nomi sottolineati in giallo: Ingegnere Marco Ciralli, dirigente dell’Ufficio Traffico ed Attority; ingegnere Nunzio Salfi, funzionario ufficio Traffico ed Autority; ingegnere Roberto Biondo, funzionario Settore Urbanistica ed Edilizia Privata.

I danni prodotti dall’Amministrazione comunale al tessuto economico e commerciale della città, in appena un mese, sono incalcolabili. Tutte le attività economiche del Centro storico – chi più, chi meno – sono in crisi. Una crisi che non risparmia il mercato storico di Ballarò, via Bandiera, via dei Calderai. E non è nemmeno vero che le cose vanno bene in via Maqueda, dove gli esercizi commerciali di vestiti, piano piano, vanno chiudendo, per essere sostituiti da paninerie, friggitorie e, in generale, da gastronomia non esattamente eccelsa.

Per non parlare di via Roma: nata con lo sventramento del Centro storico della città e diventata riferimento per tante attività commerciali, questa arteria, oggi, sembra un mortorio che peggiora di giorno in giorno. “E non ci vengano a dire che c’è il parcheggio di Piazza Giulio Casare – ha spiegato ieri Nunzio Reina -. Perché questo parcheggio lo utilizzano gli impiegati del Comune, non certo i cittadini per andare a fare la spesa”.

Dal marasma si salva solo il mercato storico del Capo: ma si salva non perché c’è il parcheggio da 3 Euro, che non tutti i palermitani si possono permettere, ma perché si trova in una posizione che lo rende ancora raggiungibile da tanti cittadini.

Impressionante la testimonianza del titolare di un confettificio storico di Palermo: confettificio Veniero, in Piazza Borsa. Chi, a Palermo, almeno una volta nella vita, non si è recato in questo confettificio, che è un pezzo di storia del capoluogo siciliano. Ebbene, questa testimonianza dà la misura esatta del danno prodotto da questa pseudo ZTL:

“Nel 2015, a novembre, che non è un mese particolarmente florido per le nostra attività – ha raccontato il titolare di questo negozio storico – abbiamo incassato 500 Euro circa. Quest’anno, in questi primi quindici giorni di novembre abbiamo incassato 13 Euro e 50. Con un volume di affari così basso come facciamo a pagare i dipendenti'”.

Giovanni Felice ha parlato di “verità a nudo”. E della protesta organizzata per lunedì prossimo, quando dalle 18 e 30 alle 19,00 gli esercizi commerciali spegneranno le luci.

Felice ha citato il caso di un marchio nazionale che opera nel Centro storico, che quest’anno accusa perdite che vanno dal 50 all’80 per cento. Felice, insieme con Nunzio Reina, ha criticato una battuta infelice che, a loro dire, sarebbe stata pronunciata dagli attuali amministratori comunali: “Tanto queste imprese avrebbero chiuso lo stesso”.

Abbiamo chiesto chi ha pronunciato una frase così ‘intelligente’. Messi alle strette, Felice e Reina alla fine hanno affermato:

“L’ha detto anche il sindaco e non solo. Lo hanno detto anche alcuni consiglieri comunali”.

Detto questo, Reina e Felice hanno ribadito che loro sono pronti al dialogo con l’Amministrazione comunale.

“Noi – hanno ribadito – non avremmo nemmeno voluto presentare il ricorso al TAR. Se sindaco e Amministrazione vogliono trovare, con noi, soluzioni condivise, siamo pronti”.

Il ricorso per motivazioni aggiunta al Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia ormai è cosa fatta: il 6 dicembre i giudici amministrativi si pronunceranno sulla sospensiva.

Comunque andranno le cose, l’Amministrazione comunale di Palermo ha già perso.

Se il TAR sospenderà la ZTL il Comune dovrà restituire i soldi che ha già incassato.

Se non concederà la sospensiva, la rivolta dei commercianti del Centro storico proseguirà senza sosta, il Comune avrà grossissime difficoltà ad estendere la tassa di circolazione automobilistica ad altre are della città e, in ogni caso, comunque andranno le cose, se non interverrà il Governo Renzi, l’AMAT fallirà e il Tram andrà a farsi benedire.

Tra i documenti che Reina e Felice hanno consegnato alla stampa c’è una cartella con la quale si pongono alcune domande rivolte – supponiamo – al Comune di Palermo.

Ne citiamo tre.

Prima domanda: “Sono stati fatti gli studi aggiornati sui dati dell’inquinamento nell’intera città? Se la risposta è affermativa, la zona che è stata perimetrata (cioè l’attuale area della ZTL) corrisponde a quelle dove l’inquinamento atmosferico è più alto?”

La seconda domanda riguarda l’AMAT, l’Azienda per il trasporto pubblico delle persone: “Il numero di passeggeri che il servizio pubblico è stato in grado di assorbire è sufficiente a garantire i requisiti di accessibilità al Centro storico?2.

Terza domanda: “Quante strade parcheggio sono state individuate lungo il perimetro della ZTL?”.

 

P.S.

Dalle domande formulate all’Amministrazione si capisce che i commercianti hanno capito che nell’individuazione della zona più inquinata della città ci sono stati, da parte dell’Amministrazione comunale, errori. L’area più inquinata, infatti, è la Circonvallazione, non il Centro storico. Si capisce, anche, che i commercianti hanno chiara carenza di servizi pubblici alternativi alle automobili e la scarsa informazione, soprattutto in favore di chi vive fuori Palermo.

Nel complesso, però, i commercianti pensano che la ‘presunta’ ZTL sia stata appioppata per limitare l’inquinamento e non per fare ‘cassa’ e sostenere AMAT e Tram. Parlando con loro, a fine conferenza stampa, un commerciante ci ha detto:

“Ma se è come dice lei, se tutta questa confusione è stata creata per finanziare l’AMAT e il Tram l’Amministrazione comunale non ce lo poteva dire a chiare lettere prima? Io, personalmente – e, mi creda, non sono il solo – avrei preferito pagare una tassa di scopo, sarebbe stato molto più razionale. C’era bisogno di creare tutto questo ambaradan, rovinando centinaia di attività economiche?”.

 

Giusto per non dimenticare i ‘protagonisti’ di questa ZTL ‘pirandelliana’:

Palermo: ecco i nomi dei consiglieri comunali che hanno votato “Sì” alla nuova tassa di circolazione per le automobili

Geni allo stato puro…

 

 

 

 

 

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