Ars vuota: grazie a Renzi i ‘califfi’ di Sala d’Ercole si sono presi una settimana di vacanza!

17 novembre 2016

Renzi è stato in Sicilia l’altro ieri e ieri. Ma la presidenza dell’Ars ha ritenuto opportuno mandare i parlamentari in vacanza anche oggi e domani. In Aula si tornerà martedì prossimo. Il discorso riguarda i parlamentari di centrosinistra, perché le opposizioni di centrodestra e i grillini la vergogna di un Parlamento chiuso per una settimana la stanno subendo. Il risultato è, con molta probabilità, l’esercizio provvisorio, visto che della manovra economica e finanziaria 2017 non c’è nemmeno l’ombra. Proposta dei grillini: riduzion e del 40% circa delle indennità dei deputati per finanziare l’esenzione del Ticket per gli inoccupati

Com’è noto, la settimana politica e parlamentare di Sala d’Ercole sta volando via all’insegna del nulla. L’altro ieri e ieri Matteo Renzi è stato in Sicilia e i deputati del centrosinistra – in maggioranza nel Parlamento siciliano (fuori dal Parlamento dubitiamo che sia ancora così) – hanno ritenuto opportuno andare dietro al capo del Governo romano, come cagnolini dietro il padrone. Non si sa nemmeno se si sono messi in congedo: si sa soltanto che la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, non si capisce bene a che titolo, ha ritenuto opportuno un bel ponte lungo: oggi (giovedì) e domani (venerdì) tutti in vacanza e arrivederci a martedì prossimo. Olè!

Il parlamentare di centrodestra, Toto Cordaro, ha fatto notare che l’assessore-commissario all’Economia della Sicilia, Alessandro Baccei – che di fatto è il vero presidente della Regione per conto di Renzi, anche se nessuno l’ha eletto – aveva assunto il solenne impegno di presentare il ‘Bozzone’ del Bilancio 2017 (che oggi si chiama legge di stabilità) entro il 20 novembre. Promessa alla Renzi, ovvero una bugia: martedì prossimo, 22 novembre, l’Aula dovrebbe iniziare (ma non è detto che questo avvenga) il disegno di legge sull’assestamento di Bilancio 2016, che in realtà è un disegno di legge omnibus sul quale non c’è alcuna intesa tra le forze politiche.

Il risultato – e qui Cordaro non ha torto – è che della manovra 2017 ancora non c’è nulla. Non è da escludere (questo lo diciamo noi) che la legge di stabilità 2017 non venga approvata entro il 31 dicembre per andare all’esercizio provvisorio.

In questo scenario arriva una proposta dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle: esenzione del ticket sanitario per gli inoccupati e per chi non lavora. Come copertura finanziaria i grillini propongono il taglio delle indennità dei parlamentari. Cosa, questa, che dovrebbe creare un mezzo parapiglia: perché se c’è una cosa che i ‘califfi’ non hanno alcuna intenzione di mettere in discussione sono i soldi che, ogni mese, si portano a casa.

I grillini hanno presentato un emendamento al disegno di legge sull’assestamento di Bilancio 2016:

“Norma di contrasto alla casta ed in favore del popolo”, si legge nel comunicato stampa che hanno diffuso. 

“L’emendamento – prosegue il comunicato – prevede una robusta sforbiciata alle ‘pesanti’ buste paga dei frequentatori di Sala d’Ercole (in quest’ultimo periodo per la verità non troppo assidui) che vedrebbero ridotti i loro emolumenti mensili da 11.100 euro lordi a 7.000 euro lordi. Con il taglio degli stipendi degli ‘onorevoli’ siciliani – dice il parlamentare Giancarlo Cancelleri – riusciremmo a risparmiare quasi 4 milioni e mezzo di Euro all’anno. Questo ci permetterebbe di raggiungere due obiettivi. Primo: riuscire a dare la possibilità a tutti coloro che non hanno mai avuto un lavoro di poter accedere alle cure sanitarie in maniera gratuita. Secondo, non meno importante, quello di far vedere ai cittadini che la politica sa rinunciare ad un insopportabile privilegio per fare del bene al popolo”.

Attualmente in tema sanitario in Sicilia si fa distinzione tra inoccupati (coloro in cerca di prima occupazione) e disoccupati, garantendo l’esenzione dal ticket solo a questi ultimi. Tra gli inoccupati rientrano anche i liberi professionisti che hanno cessato l’attività e che attualmente, pertanto, devono pagare per intero le prestazioni sanitarie.

Quello dell’esenzione ticket agli inoccupati è un vecchio cavallo di battaglia del M5S:

“L’esecutivo ha sempre trovato soldi per tutti tranne che per gli ultimi – dice la parlamentare regionale grillina, Vanessa Ferreri, che nelle ultime finanziarie ha presentato questa norma -. Con l’equiparazione degli inoccupati ai disoccupati si porrebbe fine ad una grave ingiustizia sociale e si metterebbe la Sicilia al passo con le altre regioni a statuto speciale, dove questa differenza non esiste”.

Questa la proposta grillina. Restano i problemi da risolvere. L’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, si era impegnato a presentare la riforma del settore forestale. Ma di questa riforma non c’è traccia.

I dipendenti della ex Provincia di Siracusa non percepiscono gli stipendi da cinque mesi. Non si tratta di precari raccomandati da politici e sindacalisti: si tratta di dipendenti pubblici ai quali il Governo Renzi e il Governo Crocetta hanno tolto, di fatto, un diritto: lo stipendio.

Si tratta di un precedente gravissimo: in pratica, il Governo Renzi, al di là delle chiacchiere sulle contestazioni di Roma al Bilancio dell’Unione Europea per avere più soldi, sta mettendo alla prova le nove ex Province dove prestano servizio circa 6 mila e 500 dipendenti. Per ora sta provando a lasciare senza stipendio i dipendenti dell’ex Provincia di Siracusa, poi toccherà ai dipendenti delle altre ex Province.

C’è anche la questione dei precari della pubblica amministrazione, che sono sì diminuiti, ma che solo nei Comuni sono circa 17 mila: per questi finora non c’è nulla!

Quindi gli ex sportellisti: c’è una legge approvata dal Parlamento siciliano che prevede di far lavorare questo personale licenziato dalla Regione. E ci sono pure i soldi: fondi regionali e nazionali. Ma, anche in questo caso, si registra il nulla.

E’ probabile che questo faccia parte di una strategia: dare non i soldi, ma un mezzo segnale prima del 4 dicembre, per cercare di racimolare qualche voto per il sì: ma è operazione poco convinta, perché a parte alcuni forestali più o meno legati al PD, tutti gli altri non dovrebbero avere molti motivi per votare sì.

Questo il PD siciliano lo sa benissimo ed è probabile che tutto questo personale verrà tenuto sulla corda – un mezzo stipendio ogni tanto, giusto per non farli morire – per arrivare a novembre del prossimo anno, quando a queste migliaia di persone verrà promesso tutto: soldi stabilizzazioni e altri miraggi in prossimità del voto alle elezioni regionali.

Questa è la vecchia politica siciliana della quale il PD è ormai il vero garante. Il resto sono chiacchiere.

Foto tratta da seguonewes.it

 

 

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