Cantieri navali off limits per Renzi: “Non avrai un voto”. Il PD ormai è il nemico dei lavoratori

16 novembre 2016

Salta la visita del Premier alla Fincantieri di Palermo, dove ad attenderlo non c’erano i signori in cravatta del Politeama che hanno organizzato il comitato di benvenuto, ma i lavoratori amareggiati e gli studenti delusi. Orlando: “Se non viene è la conferma che non vuole occuparsi dei Cantieri navali”. FIOM: “Il Premier in Sicilia solo per fare propaganda”

“Si è registrata una grande attenzione per il Nord e invece una scarsa attenzione per il Mezzogiorno”. Matteo Renzi scopre l’acqua calda.  Ma la scopre troppo tardi. Nella due giorni in Sicilia, che sta per concludersi, ispirata dai sondaggi che danno il NO al referendum costituzionale in netto vantaggio nella nostra regione, il Premier, tra Caltanissetta e Palermo, ha sfoggiato le solite frasi confezionate: “Il binario unico in Sicilia? Inacettabile”. “Meno turisti che alle Baleari: Intollerabile”.

La solita solfa, insomma. E, sullo sfondo, la promessa che, con il Sì, tutto questo potrà cambiare. A volerla dire tutta il Primo Ministro, nonché segretario nazionale del PD,  parla come se fosse appena arrivato a Palazzo Chigi. Come se dei problemi della Sicilia fosse appena venuto a conoscenza. Come se il suo partito, ancora più di lui, non fosse il principale responsabile dello sfacelo attuale  in cui versa la nostra Isola.

Renzi parla anche agli agricoltori, o meglio ad alcune associazioni che dovrebbe rappresentarli, e promette loro che metterà mano al dramma dei produttori di grano che falliscono, mentre le industrie della pasta acquistano grano estero, grano avvelenato.  E, finora, perché non se ne è occupato? Di agricoltura ha parlato al Politeama a Palermo dinnanzi ad  “pubblico organizzato” come nota chi era presente. Il che vuol dire deputati e cortigiani, comprese quelle associazioni di categoria che hanno fatto meno dei Governi per proteggere gli agricoltori siciliani da politiche europee folli che hanno rovinato il nostro comparto più prezioso.

La città, come tutte le volte che viene, cambia volto: centro blindato, polizia ovunque, elicotteri che sorvolano il cielo di Palermo. Una bruttissima immagine, cittadini attoniti, altri arrabbiati perché rimasti bloccati nel traffico, altri ancora spaventati: che è successo?

Ma qualche idea, anche chi non aveva letto i giornali, se l’era fatta: stamattina sui muri di tante strade sono comparse scritte del tipo “Cacciamo Renzi”, “Voteremo No” e così via. Una solerte amministrazione comunale ha provveduto a fare cancellare quelle più vicino al centro, quelle che il Premier avrebbe potuto vedere. Come quelle vicine ai Cantieri Navali, dove era in programma una sua visita. Saltata, perché lì il ‘comitato d’accoglienza’ non si è potuto organizzare. Lì c’erano gli operai e gli studenti che hanno esposto cartelli poco lusinghieri e tutti per il No al referendum: “Mantieni la promessa, al referendum votiamo No e devi andare a casa”. “Non avrai un voto”, e così via.

Meglio non rischiare, meglio limitarsi ai salotti della città. Così il Primo Ministro se ne va, snobbando operai e studenti, che non gli credono neanche quando annuncia sgravi fiscali per le assunzioni dei giovani

Se ufficialmente il motivo della sua nuova venuta riguarda la ormai pluridecennale questione delle infrastrutture necessarie al potenziamento dello stabilimento Fincantieri di Palermo – si legge in una nota degli organizzatori del sit-in – la vicinissima data del referendum sulla riforma costituzionale rende palesi le reali motivazioni della sua presenza, ovvero fare incetta di voti per il Si. Riecco, infatti e non a caso, il Presidente in Sicilia per la terza volta in due mesi e riecco le puntuali manifestazioni di dissenso rispetto alla sua politica e alle sue tournee che esprimono una assoluta e evidente strumentalità a fini elettorali. La rabbia aumenta quandunque al danno si unisce la beffa, quandunque il premier palesa la sua presenza e vicinanza alla popolazione solo per perseguire le finalità relative alla campagna referendaria e quindi ai suoi interessi politici. Ma questo gioco la gente lo ha ormai ben compreso”.

In una nota della FIOM le ragioni del sit-in: “Questo governo non è intervenuto sulla crisi dello stabilimento Fincantieri di Palermo – dice il segretario provinciale della Fiom di Palermo Angela Biondi – nonostante il governo sia l’azionista di maggioranza del gruppo leader della cantieristica navale”.
“Siamo qui a chiedere al governo di prendere una posizione sulla ripartizione dei carichi di lavoro negli stabilimenti del gruppo dato che il Governo è azionista di maggioranza di Fincantieri – dice Francesco Foti della segreteria provinciale della Fiom – Il Cantiere navale di Palermo è attrezzato non solo per attività di lavorazione e trasformazione navale, ma anche per le attività di costruzione”. “In questi anni – aggiunge – la crisi del gruppo ha azzerato l’indotto che nel 2010 impiegava 2.500 operai, su 590 operai diretti di Fincantieri ad oggi ne contiamo 459 e in questi anni hanno vissuto alternando momenti di cassa integrazione a zero ore a rotazione a momenti di attività”.

Davanti ai Cantieri Navali di Palermo c’era anche il sindaco, Leoluca Orlando: “Se non viene è la conferma che non vuole occuparsi dei Cantieri navali” ha detto commentando la fuga di Renzi. Neanche lui, insomma, l’ha presa tanto bene….

E, intanto, è arrivato anche il commento della FIOM: “Il fatto che il premier Matteo Renzi abbia cancellato la tappa al Cantiere Navale di Palermo – dichiara il segretario Fiom Cgil Palermo Angela Biondi – la dice lunga sui reali interessi del governo su questo sito produttivo. Renzi è venuto a Palermo e l’unica tappa che ha deciso di tagliare è stata quella in cui, incontrando i dirigenti e l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, avrebbe dovuto affrontare un’importantissima discussione di merito sullo sviluppo dell’industria navale in questa città”.

“Saltare la visita al Cantiere Navale, dove Renzi è stato informato della pacifica contestazione sul referendum in programma all’ingresso, conferma – aggiunge la sindacalista della Fiom – che il premier è venuto a Palermo e in Sicilia solo per fare propaganda. E’ chiaro che avevamo ragione noi della Fiom. Si dimostra alla fine che anche questo tour era una passerella elettorale. Si dimostra che il governo non ha a cuore questo insediamento industriale, come diciamo noi da anni”.
La Fiom Cgil Palermo smentisce inoltre numeri diffusi da Fincantieri sulla presenza dei lavoratori alla manifestazione di oggi. “Siamo abituati ai numeri bassi forniti dalle aziende sulle partecipazioni agli scioperi ma questa volta i numeri dati – aggiunge Angela Biondi – sfiorano l’assurdo. I lavoratori c’erano e hanno partecipato in modo libero, anche quelli che non erano di turno”.

 

 

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