La sinistra di Crocetta, Raciti e Cracolici? E’ ‘figlia’ di Gigi Colajanni, Simona Mafai, Emilio Miceli e Giuseppe Di Lello…

12 novembre 2016

Che ci piaccia o no, il presente e il futuro sono figli del passato. Se ‘leggiamo’ male il passato, rischiamo di non capire il presente e di non sapere cosa ci riserva il futuro. Sotto questo profilo, il renzismo declinato in salsa siciliana – con la sua bella riforma costituzionale – ci spiega, oggi, il vero volto della sinistra siciliana di ieri…

Da almeno quattro anni, in Sicilia, ci si interroga sulla crisi della sinistra. Ovvero sul perché una formazione politica, che nella nostra Isola ha avuto una propria storia, per molti versi importante, sia oggi rappresentata da personaggi come Rosario Crocetta, Fausto Raciti, Antonello Cracolici e via continuando. E del perché questi soggetti abbiano accettato, supinamente, tutti i diktat di Matteo Renzi, a cominciare dal commissario della Regione, Alessandro Baccei.

Ieri una risposta è arrivata grazie a un convegno organizzato da un comitato per il Sì al referendum sulle riforme costituzionali volute dal Governo Renzi. Scorrendo e commentando i nomi di chi ha preso parte a questo appuntamento si capisce il perché questa formazione politica che sta distruggendo la Sicilia  non avrà futuro.

Il problema è che ciò si capisce oggi, perché ieri, quando questi personaggi attraversavano il mondo della sinistra siciliana da protagonisti, nessuno immaginava che sarebbero arrivati dove oggi sono arrivati.

Piaccia o no, ma il presente e il futuro sono figli del passato. Quando, in politica, tutto diventa difficile da capire, bisogna azzerare la situazione e tornare indietro. E’ tornando indietro e analizzando il passato che in politica si può provare a capire il presente e il futuro.

Torniamo al convegno di ieri, va detto che è stato organizzato da Massimo Accolla, un personaggio che nel Pci palermitano degli anni ’80 del secolo passato rappresentava l’area ‘migliorista’.

La parola ‘migliorista’ stava per denigrazione: si indicavano i dirigenti del Pci troppo a destra, legati all’idea del mercato: non a caso, stavano in parte nella lega delle Cooperative.

Tra questi, in Sicilia, in un ruolo un po’ più alto rispetto ad Accolla, c’era Elio Sanfilippo (che non a caso finirà dirigente della Lega delle Cooperative della Sicilia). Anche Sanfilippo era presente al convegno di ieri.

Ieri c’era pure Luigi ‘Gigi’ Colajanni, diventato segretario regionale del Pci dopo l’assassinio di Pio La Torre. Anche Colajanni era presente al convegno di ieri.

Ieri c’era pure Simona Mafai, consigliere comunale a Palermo negli anni ’80 del secolo passato, allora anima movimentista e critica della sinistra, poi protagonista di una rivista molto ‘In’ negli anni ’90, Mezzocielo, dove le protagoniste erano le donne impegnate in politica e, in generale, nel sociale.

Ieri c’era pure Emilio Miceli, storico dirigente della CGIL siciliana, segretario della Camera del Lavoro di Palermo dopo gli anni bui, quando anche questa organizzazione sindacale reggeva il gioco al Cantiere Navale di Palermo e ai sub appalti ‘latini’ dei sui massimi esponenti. Affari di mafia denunciati dall’operaio Gioacchino Basile messo all’indice da un sindacato che allora, al Cantiere Navale di Palermo, seguiva più gli appalti e i sub appalti che gli operai.

In un certo senso Miceli svolse un ruolo importante, perché riportò la Camera del Lavoro di Palermo ad occuparsi degli operai e non di appalti e sub appalti.

Giuseppe Di Lello, magistrato, in servizio al Tribunale di Palermo negli anni di Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sarà parlamentare nazionale di Rifondazione comunista, eletto in Sicilia, negli anni ’90 e nei primi anni del 2000. Anche lui, ieri, era presente, da relatore, al convegno del Sì.

Quello che ci dobbiamo chiedere è il perché personaggi che, negli anni passati, hanno occupato ruoli di rilievo nella sinistra siciliana, trovino, oggi, del tutto normale che un Presidente del Consiglio abbia patrocinato una riforma costituzionale, quando è a tutti noto – lo spirito della nostra Costituzione è questo – che il capo di un Governo dovrebbe restare fuori dalle questioni legate alle riforme costituzionali, lasciando tale compito alle forze politiche.

Ci dobbiamo chiedere perché trovino del tutto normale che i cittadini non debbano più eleggere i senatori, che invece diventeranno prerogativa della politica, dando a sindaci e consiglieri regionali la possibilità di diventare senatori. Dimenticando che chi svolge il ruolo di sindaco, di solito, non ha nemmeno il tempo di vivere: figuriamoci se può abbandonare la città che amministra per tre-quattro giorni ogni settimana per volare a Roma a ricoprire il i ruolo di senatore!

Per non parlare del fatto – gravissimo! – che questi ‘senatori’ senza mandato popolare, ma mera espressione di elezioni di secondo grado, usufruirebbero anche dell’immunità parlamentare. Come dire che un sindaco o un assessore regionale nei guai con la Giustizia potrebbero farla franca con una semplice designazione al Senato!

Qualcuno si offenderà se ci chiediamo come mai i vari Luigi ‘Gigi’ Colajanni, Simona Mafai, Emilio Miceli e Giuseppe Di Lello sono oggi d’accordo con quanto sopra descritto?

E che dire del fatto che, grazie all’Italicum – proseguimento ‘ideale’ del Porcellum – con il 25% dei voti sarà possibile controllare il 55% de seggi della Camera dei deputati?

Si offenderanno se ricordiamo queste cose? Noi, per sì e per no, di eventuali offese, ce ne faremo una ragione. Anche perché il tema che oggi trattiamo non è questo.

Noi, oggi, vogliamo solo dire che la storia, se analizzata per quello che è, spiega tante cose. Ci dice chi sono e chi sono stati gli uomini e le donne che l’hanno attraversata, soprattutto se da protagonisti.

“La storia – ci ricorda Miguel de Cervantes – è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro”.

La storia della sinistra siciliana degli anni ’80 e degli anni ’90, riletta oggi, è illuminante. Torniamo alla domanda iniziale: perché, oggi, la sinistra siciliana è rappresentata dai vari Crocetta, Raciti, Cracolici e via continuando? la risposta è nel passato. Che abbiamo ‘letto’ male. E che oggi si presenta con la sua ‘vera’ luce politica: passato e presente uniti sotto il segno di Renzi e della sua bella riforma costituzionale…

P.S.

A tale eletta schiera si è unito anche il professore Pasquale Hamel, già capo di gabinetto dell’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Guido Lo Porto, esponente storico della destra siciliana. Hamel, oggi, è uno dei protagonisti del ‘Museo degli orrori del Risorgimento’ di Palermo. Un ‘tocco’, la sua presenza tra i fautori del Sì, che ha arricchito l’incontro di ieri…

 

 

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