Ieri manifestazione dei giovani a Palermo. Ragazzi, continuate a manifestare: in gioco è il vostro futuro

10 novembre 2016

Dobbiamo impedire che la Sicilia diventi un Paese per vecchi conservatori pronti a inginocchiarsi ai nuovi despoti, dai capi di governo ai rettori delle università pronti a genuflettersi al potere. Ricordiamoci che la prima cosa che gli antichi greci perimetravano era l’agorà, cuore pulsante della polis. Incoraggiamo i giovani della Sicilia: tornate in piazza, perché è in gioco il vostro futuro!

Un corteo di studenti ha manifestato ieri per le strade di Palermo. Ne dà notizia la stampa locale, sottolineando nel titolo  quello che a suo modo di vedere è stato l’unico effetto conseguito: la paralisi del traffico.

Benedetti ragazzi, ma non avete capito che ormai, di questi tempi, l’unica forma di protesta tollerata è lo standing in, solitario e silenzioso, praticato in casa, preferibilmente in orari notturni? E poi, sentiamo: perché questa manifestazione?  Ah, per la libertà di espressione…

Un momento! Non è come dire il diritto di tutti di manifestare il proprio pensiero con la parola, di cui all’art.21, di una certa Carta costituzionale?

Ma che cosa volete che gliene importi a tanti ormai di questi diritti arcaici? Sono, costoro, ex cittadini (cives) che si sono venduti per la pagnotta.

Che hanno dimenticato, o che non sanno, o che dà loro fastidio ricordare, che il sito più importante di una città libera nell’antica Grecia non era il megaron, il palazzo del potere, attorno a cui si abbarbicava la curtis, ma l’agorà, il cuore pulsante della polis, la prima cosa che i greci liberi perimetravano come luogo aperto e libero, attorno a cui poi costruivano strade e case

Che hanno dimenticato che la parola agorà viene dalla  parola agoraomai, parlare in pubblico, discutere.

Che hanno dimenticato che il cuore della democrazia sta nel potere manifestare il proprio pensiero in modo civile. Che chiudere una sola bocca può essere l’avvio di un percorso pericoloso, perché potrebbe toccare a tutti e potrebbe non esserci nessuna bocca per protestare.

E voi, cari ragazzi, dovete imparare che le manifestazioni del proprio pensiero in terra consacrata, l’università o il Teatro Massimo, dove il nuovo LUI è passato, lasciando la Sua orma, devono essere impostate rispettando la par condicio. Il che significa che chiunque voglia esprimere la propria opinione su  temi attuali e vitali, che lo riguardano da vicino, deve prima andarsi a cercare un interlocutore che la pensi in modo opposto. Così i vostri Magnifici stanno tranquilli e allineati; se non  ne trovate, pazienza, vorrà dire che manifestare nel salotto di casa.

Basta con lo scherzo. Ma che democrazia è questa, perimetrata, limitata  nei suoi valori fondanti?

Ma che Paese si avvia a diventare questo, un Paese per vecchi?

Manifestate ragazzi, manifestate. È in gioco il vostro futuro.

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