Messina, Renzi impedisce ai giornalisti di fare il proprio mestiere

24 ottobre 2016

Manganellate a Palermo per gli studenti. Proteste a Trapani con il premier che entra ed esce da una porta di servizio. Proteste anche a Messina. Dove – come racconta il quotidiano on line tempostretto.it – ai giornalisti è stato impedito di porre domande al capo del Governo. Nella città dello Stretto solo il monologo di Renzi

La visita di Renzi in Sicilia non ha fatto registrare solo le manganellate agli studenti di Palermo (come potete vedere qui) e la protesta dei cittadini di Trapani (come potete vedere qui) e di Messina (come potete vedere qui), ma anche una gestione molto discutibile del rapporto tra il capo del Governo e l’informazione. Stiamo parlando di quanto accaduto a Messina, dove ai giornalisti, come denuncia in un articolo il quotidiano on line, tempostretto.it  (articolo che potete leggere qui), è stato impedito di esercitare il proprio mestiere.

Il titolo dell’articolo di tempostretto.it non dà adito a dubbi:

“Renzi allergico alle domande. Intollerabile il trattamento riservato alla stampa”.

Quello che racconta il quotidiano on line della Città dello Stretto, più che di un Paese civile, sa tanto di regime:

“Quanto accaduto in occasione della visita di Renzi a Messina sabato 22 ottobre – leggiamo su tempostretto.it – ci impone il dovere di non stare zitti, per il rispetto che abbiamo nei confronti dei nostri lettori e ascoltatori e per il rispetto che merita la nostra professione. In entrambi gli eventi in programma, la firma del Patto per Messina all’Università ed il comizio del premier al Palacultura, l’accesso agli operatori dell’informazione è stato organizzato in modo tale da IMPEDIRE e vietare in qualsiasi modo il contatto diretto dei giornalisti con il premier. Non soltanto non è stata organizzata alcuna conferenza stampa, né è stato consentito ai giornalisti di avvicinarsi a Renzi, ma, in entrambi gli eventi, la stampa è stata appositamente relegata il più lontano possibile dal presidente, fotografi ed operatori tv compresi, alla stregua di appestati, contestatori o portatori sani di domande inopportune”.

Insomma, per Renzi la comunicazione è un monologo. Giornalisti, fotografi e operatori tv sono stati relegati in angolo lontani dal premier. Tutti bloccati ad ascoltare le parole di Renzi senza potere intervenire.

“Alcuni giornalisti, con tanto di pass a vista – si legge sempre nell’articolo di tempostretto.it – entrati dalla porta al fianco rispetto a quella destinata al comizio, sono stati bloccati dagli addetti alla sicurezza e costretti a tornare indietro e a rifare la fila insieme al pubblico che assisteva al comizio, nonostante avessero precedentemente già fornito i propri riferimenti e fossero stati identificati. Anzi, la differenza con il pubblico ‘plaudente’ è stata proprio questa: gli unici identificabili erano proprio i giornalisti per via dei pass rilasciati dopo l’accredito. Viene da pensare che evidentemente gli accrediti sono stati richiesti per rendere la stampa ‘visibile’ e quindi renderla ‘innocua’. Paradossalmente se, invece di un microfono o di un taccuino, avessimo avuto un pomodoro, un mitra o un telefono per fare un selfie, avremmo avuto più possibilità di accesso”.

Particolare anche il finale del Renzi-show messinese:

“Nessuno è stato fatto uscire dall’Ateneo fin quando il premier non era già ‘sano e salvo’ e al riparo da ‘incursioni’ giornalistiche, al Palacultura”.

Giornalisti discriminati: “Fatto ancora più increscioso – si legge sempre nell’articolo del giornale on line messinese – è stata concessa una sola intervista in esclusiva del Presidente del Consiglio e non alla Rai, ma ad un’emittente televisiva locale. Un botta e risposta di alcuni minuti, evidentemente concordato e non certamente casuale e improvvisato, come si evince dal video trasmesso dalla stessa emittente”.

Amaro il commento finale di tempostretto.it:

“Se è questo il concetto di libertà di stampa, di diritto all’informazione che ha il PD e questo governo, ce ne dogliamo, ma non intendiamo alle prossime manifestazioni far da ‘pubblico plaudente’, né fare da megafono a dichiarazioni rese sul palco senza contraddittorio. Siamo consapevoli che questo non turberà i sonni del Presidente del Consiglio, ma lo dobbiamo ai nostri lettori ed ascoltatori e lo dobbiamo anche al rispetto della nostra professione che, sia pure dalle ‘periferie dell’impero’, dalle piccole realtà di provincia, ci vede impegnati ogni giorno per raccontare la verità. E la verità non si racconta solo mandando lo streaming di un monologo, ma facendo domande”.

Qualche domanda a chi si accinge a votare sì al referendum del 4 dicembre:

lo capire o no chi è Renzi?

è a un personaggio del genere che intendete affidare il vostro futuro e il futuro dei vostri figli?

Domande ai sindaci di Palermo, Trapani e Messina: rispetto a quello che è+ successo nelle città che amministrate non avere nulla da dire?

 

 

 

 

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