Italia, 22 ottobre (guarda caso!) 2016, annuncio della dichiarazione di guerra: “Per l’Europa sarà la fine!”

24 ottobre 2016

Un’ora, segnata da un cretino irredimibile, batte nel cielo della nostra patria. L’Italia renziana scende in campo per difendere un immancabile destino: ovvero per riappropriarci del nostro diritto di indebitarci fino al collo e di vedere garantiti dal parco buoi e dai piccoli risparmiatori i debiti delle nostre banche…

Compari di merenda, di terra, di mare, dell’aria!

Calze e camicie della rivoluzione renzista

Uomini e donne d’Italia, del Monte dei Paschi, della Banca Etruria!

Ascoltate!

Un’ora, segnata da un cretino irredimibile, batte nel cielo della nostra patria.

L’ora delle decisioni irrevocabili.

La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori dell’Unione Europea!

Scendiamo in campo al fianco delle democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, degli gnomi di Zurigo e delle Loggi di Obbedienza pronta, cieca e dissoluta.

Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste parole: frasi, promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile negazione del nostro diritto di indebitarci fino al collo e di vedere garantiti dal  parco buoi e dai piccoli risparmiatori i debiti delle nostre banche.

La nostra coscienza è assolutamente tranquilla, anzi non esiste proprio..

Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Mugello ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolgerà l’Europa; ma tutto fu vano.

E che  cavolo! Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della nostra vita di scialacquatori e non considerarli intangibili per l’eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per quei pirla che le hanno accettate.

Bastava non respingere la proposta tedesca  dell’anno scorso, dopo finita la campagna di Grecia.

Oramai tutto ciò appartiene al passato.

Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l’onore, gli interessi, l’avvenire ferreamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se si fa prendere per i fondelli, se evade le tasse, non rilascia scontrini, nega le ricevute, porta il denaro all’estero o lo ficca in cassette di sicurezza e mantiene senza fare un plissé una classe politica di pescecani senza dignità.

Noi, in mancanza di oggetti più concreti impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali (A Bardonecchia  finalmente si cambia!), il problema delle nostre frontiere marittime che saranno presidiate da milioni di trivelle; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, per andare a sbattere come a noi meglio garba nelle banchine dei Paesi africani, poiché un popolo di sessanta milioni di corpi senz’anima non è veramente libero se non ha libero l’accesso normalmente vietato ai non addetti ai lavori .

In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del nostro Presidente  emerito  c.. che, come sempre, ha interpretato l’anima più stupida della patria. E salutiamo alla voce il caro Verdini, il capo della grande ALA alleata.

La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti.

(A questo punto si sente il suono di una sirena d’ambulanza, l’arrivo degli infermieri, rumori di una colluttazione e infine  un grido in lontananza:

“No! Io in reparto  non ci torno!”.

 

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