Palermo, i dipendenti Almaviva ‘aspettano’ Renzi: ma è lui il colpevole?

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Ci sono mille e più motivi per protestare contro il Premier. Ma se i dipendenti del call center palermitano non hanno alternative, davvero è colpa del Premier? E chi gli ha consentito di spremere la Sicilia? E chi continua ad usare i soldi dei Siciliani per garantirsi la poltrone invece di investirli per creare nuovi posti lavoro?

Abbiamo sempre seguito le vicende dell call center Almaviva di Palermo e, di conseguenze, delle altre regioni. Vi abbiamo raccontato delle giuste preoccupazioni dei dipendenti che rischiano  il loro posto di lavoro e delle loro proteste, dei loro contratti, delle loro speranza tradite. Così come vi abbiamo svelato tutti i ‘trucchi’ usati dall’azienda per beneficiare dei contributi pubblici, del valzer dei sindacati che non si capisce mai da che parte stanno, degli accordi traditi, della politica parolaia e così via (sotto trovate alcuni articoli sul tema).

Le novità le avete lette su tutti i giornali e ve le riassumiamo brevemente: c’è una trattativa in corso per scongiurare il trasferimento in Calabria di circa 400 dipendenti palermitani. Trasferimento che per molti equivale ad un licenziamento (impossibile vivere fuori dalla propria città con lo stipendio ch si ritrovano). La situazione si è aggravata con la perdita della commessa Enel. E, proprio la società che è subentrata ad Almaviva, si sarebbe resa disponibile ad assorbire 290 lavoratori ( si tratta della Expirivia di Molfetta) che, per cominciare, li assumerebbe al terzo livello e non al quarto. I lavoratori mantengono lo stato di agitazione e, per stasera hanno annunciato un sit-in di protesta davanti il Teatro Santa Cecilia di Palermo dove è atteso il premier Matteo Renzi, in tour  in Sicilia per promuovere il Si al referendum.

E, proprio, sulla protesta contro il Premier che vogliamo soffermarci un attimo. Chi conosce questo blog sa che del suo Governo, eccezione fatta per la legge sulle unioni civili, non apprezziamo nulla. Per la Sicilia e per il Sud in generale è stato e continua ad essere peggio di una calamità naturale, come chi lo ha preceduto.

Ma la domanda che poniamo è la seguente: davvero è Renzi l’obiettivo giusto di questa protesta annunciata? Certo, lo sappiamo, è il capo di un Governo che non è intervenuto lì dove poteva intervenire (le distorsioni del mercato e le delocalizzazioni di cui parla Almaviva), e che viene in Sicilia solo per fare propaganda. Giusto, per carità.

Ma a noi la questione sembra un po’ più complessa. La preoccupazione, se non disperazione, dei dipendenti palermitani del call center è dettata dalla paura di non avere alternative. E di chi è la colpa se in Sicilia, a Palermo, non hanno alternative pur avendo una preparazione culturale medio/alta?

Di Renzi? Fino ad un certo punto. Perché chi ha consentito al Governo italiano, questo come i precedenti, di ridurre la Sicilia in queste condizioni siede a Palazzo d’Orléans e a Palazzo dei Normanni. Chi continua a spendere i soldi della Formazione ad ‘usum delphini’ e non, magari, per i lavoratori Almaviva è a Palermo, non a Roma.

Chi tace dinnanzi agli studi dell’università di Palermo che dimostrano che lo Stato deve alla Sicilia 152 miliardi di euro (potete leggerlo qui) è a Palermo non a Roma.

Quanti posti di lavoro si potrebbero a creare a Palermo e in Sicilia con questi soldi? Tantissimi. Eppure, la classe politica regionale, preferisce tacere per conservare la propria poltrona. Se la perdono quelli di Almaviva, pazienza. Anzi meglio. Gente in più da potere raggirare con promesse clientelari alla vigilia del voto. 

E, allora, è Renzi il bersaglio giusto della protesta? Certo se la merita, ma oggi è Renzi, domani sarà un altro.Finché non si rivolgerà l’attenzione verso i veri responsabili dello sfacelo siciliano, non cambierà nulla.

E hanno nomi e cognomi. Non sono entità metafisiche. Sono gli stessi che, ad esempio, hanno approvato l’ultimo accordo Stato-regione che ha privato la Sicilia dei diritti di riscuotere i tributi pagati dai Siciliani e che, a nome di 5 milioni di Sicilia, sancisce anche la rinuncia ai contenziosi con lo Stato: soldi che la Sicilia potrebbe incassare grazie ai pronunciamenti favorevoli della Corte Costituzionale e che invece i deputati regionali, capitanati da Crocetta, hanno preferito regalare a Roma. QUI TROVATE TUTTI I NOMI. 

I soldi per creare lavoro nuovo, o, se è proprio il caso, per agevolare Almaviva, o per mettere a punto manovre economiche keynesiane che rimettano in moto l’economia, ci sarebbero. Solo che i politici siciliani preferiscono spenderli per assicurarsi la benevolenza delle segreterie nazionali e un posto in lista.

E, allora, va bene protestare contro Renzi, motivi ce ne sono a iosa. Ma il vero problema dei lavoratori e dei Siciliani tutti, si trova dalle parti di Piazza Indipendenza. Tutto il resto servirà a poco.

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