Cari grillini, il Governo Renzi, spesso, impugna le leggi siciliane per motivi politici e non giuridici

13 ottobre 2016

Precisazione a nostro avviso importante, perché in un comunicato i grillini dell’Ars sembra considerino sbagliato che il Parlamento siciliano legiferi in modo difforme dal Parlamento nazionale. I limiti della legislazione siciliana sono fissati dalla Costituzione e non dal Parlamento nazionale. E meno che mai dalla prepotenza del Governo Renzi che in Sicilia ha la meglio grazie all’ascarismo del Governo e dei partiti che appoggiano Crocetta

Il Governo nazionale di Matteo Renzi ha impugnato la legge regionale numero 16 approvata dal Parlamento della nostra Isola quest’anno. E’ la legge che recepisce il Testo unico sull’edilizia. La domanda, a questo punto, è una: Roma ha impugnato la legge siciliana perché, a giudizio del Governo centrale, ci sarebbero profili di incostituzionalità, o perché la legge siciliana è diversa da quella nazionale?

Nel primo caso l’impugnativa è legittima, anche se, in ogni caso, l’ultima parola non spetta al Governo Renzi, ma alla Corte Costituzionale. Nel secondo caso l’impugnativa del Governo nazionale è fuori luogo, perché il Parlamento siciliano non è tenuto ad approvare le ‘fotocopie’ delle leggi approvate dal Parlamento nazionale.

La Sicilia è una Regione a Statuto speciale, con un Parlamento che ha autonomia legislativa. I limiti delle leggi approvate dall’Assemblea regionale siciliana sono fissati dalla Costituzione e non dal Parlamento nazionale: e meno che mai dal Governo centrale!

E’ necessario fare chiarezza, perché il Governo Renzi e il PD, su questo tema, stanno esagerando: esagera con la prepotenza il Governo Renzi ed esagera in ‘ascarismo’ il Governo regionale di Rosario Crocetta e i partiti che l’appoggiano.

Già è molto discutibile la sostanziale abolizione dell’ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana, Si è trattato di un colpo di mano – l’ennesimo – di una Corte Costituzionale che, dal 1957 (anno in cui con una sentenza abusiva della Consulta veniva “Sepolta viva” l’Alta Corte per la Sicilia) fino ad oggi, ha costantemente e, perché no?, anche scientificamente penalizzato l’Autonomia siciliana.

L’Ufficio del Commissario dello Stato garantiva una residuale – ma importante – terzietà che, invece, fino al 1957, l’Alta Corte per la Sicilia garantiva integralmente.

L’abolizione sostanziale della figura del commissario dello Stato ha consegnato le leggi approvate dal Parlamento siciliano alle burocrazie ministeriali, nemiche dell’Autonomia siciliana sin dai tempi di Luigi Einaudi, l’uomo politico che avrebbe voluto abolire sul nascere lo Statuto della nostra Isola.

Torniamo, adesso, alla legge impugnata nei giorni scorsi dal Governo Renzi. Scrive in un comunicato stampa il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino:

“E’ una legge che abbiamo sostenuto fortemente, ma che era stata snaturata dalla maggioranza dell’Ars e che oggi dovrebbe prendersi la responsabilità e correre ai ripari. Quella del Testo unico dell’edilizia è una legge sulla quale abbiamo creduto, apportando elementi di novità come quelli improntati ad una maggiore tutela del territorio. Durante il dibattito in commissione e poi in aula, purtroppo, sono stati presentati emendamenti che sarebbero dovuti essere oggetto di maggiore approfondimento e che hanno stravolto aspetti del testo, ponendolo in contrasto con alcune norme nazionali. Il M5S ha evidenziato questi errori sin dall’origine, affinché fossero eliminati prima dell’approvazione. Abbiamo segnalato, tra tutti, l’introduzione della singola conformità nella sanatoria ordinaria, che abbiamo osteggiato con forza, e le semplificazioni in materia di impianti di energia rinnovabile, che come è ovvio appartengono alla competenza dello Stato. Dopo l’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri auspichiamo un rapido intervento dell’Assemblea regionale”.

Nella prima parte del suo ragionamento l’onorevole Trizzino non è molto felice. Il parlamentare grillino lamenta il fatto che le norme approvate da Sala d’Ercole sarebbero “in contrasto con alcune norme nazionali”. Da quello che si capisce, a giudizio di Trizzino, questo sarebbe un fatto negativo.

Il Parlamento siciliano può legiferare in materia difforme dal Parlamento nazionale: l’importante è non violare la Costituzione, mentre i desideri di Renzi e delle burocrazie ministeriali li possiamo tranquillamente ignorare.

Certo, il nostro ragionamento – da autonomisti – presuppone che a Palazzo d’Orleans, sede del Governo della Regione, ci sia un  vero presidente della Regione e non un soggetto che – come nel caso di Rosario Crocetta – fa gli interessi di Renzi e del suo partito invece che quelli della Sicilia.

Egregio onorevole Trizzino: sappia che Crocetta è solo un incidente della storia, frutto dell’incultura politica dell’UDC e del PD. Il fatto che il presidente Crocetta non presenti ricorso presso la Corte Costituzionale per difendere le prerogative legislative del Parlamento siciliano non significa che il suo atteggiamento sia giusto. Anzi.

Crocetta ha dimostrato di essere un presidente della Regione siciliana a sovranità limitata e non può essere un esempio da seguire. La sudditanza oggettiva di Crocetta verso Renzi non può contaminare anche una forza politica come il Movimento 5 Stelle. Perché se pensate che il Parlamento siciliano debba legiferare sotto dettatura romana – com’è successo con la legge regionale di riforma delle Province – siete sulla strada sbagliata.

Ricordatevi che anche l’attuale presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone – che dal Parlamento siciliano ha fatto passare questo ed altro (come dimenticare il recente ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta inserito in una legge regionale?) – è un incidente politico della storia.

Insomma, non è con quest’atteggiamento supino verso Roma, egregi parlamentari grillini dell’Ars, che potete pensare di andare a governare la Regione siciliana.

Accettabili, per carità, le vostre riflessioni sugli impianti di energia rinnovabile, le cui competenze appartengono allo Stato. Anche se ciò potrebbe essere messo in discussione: a che titolo, ad esempio, la Sicilia deve produrre più energia di quanta ne consuma, inquinando il proprio ambiente, cosa che avvenendo nella Valle del Mela, in provincia di Messina? Perché Roma deve decidere se, come e quando avvelenare il nostro ambiente?

Dai grillini siciliani ci si aspetterebbe un atteggiamento diverso e non la sudditanza verso il Governo Renzi.

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