I precari siciliani e la Confraternita della Buona Morte

10 ottobre 2016

Cari precari degli uffici della Regione, dei Comuni, delle ex Province e di enti e società varie. Sappiamo che i signori del PD hanno iniziato la loro lunga campagna elettorale con le solite promesse. Sappiate che i chierici del Partito Democratico non vi stabilizzeranno mai, perché se così fosse perderebbero il potere che hanno su di voi. Per la vostra stabilizzazione serve un cambiamento. E loro non sono in grado di assicurarlo

Da qualche tempo gira per la provincia di Agrigento, ma sono sicuro che sconfinerà presto nelle altre province, un gruppo di politici del PD che si è assunto una missione di carità: fornire assistenza ai precari di ogni tipo, sani, e malati, anche  contagiosi. Questi signori operano come gli antichi chierici, i lectigari ed i paraboloni, e nei casi più disperati, come i fossores, cioè gli addetti alla pietosa sepoltura ai morti.

Il loro vero scopo è però assai diverso e temo per la  loro incolumità fisica.

Vorrebbero infatti convincere i precari che, senza la loro intercessione politica, non hanno alcuna possibilità di conservare il posto. Ma ormai i precari hanno capito che le cose stanno proprio in maniera opposta. Hanno capito finalmente che solo se si libereranno di questa tutela pelosa dei tanti politici cinici e senza scrupoli potranno avere un futuro dignitoso. Ed è già tanto se non li menano.

I precari siciliani hanno capito che a questa politica non torna utile la loro stabilizzazione, che equivarrebbe alla loro libertà personale, all’affrancamento dalla catena di dipendenza in cui i politici li costringono a vivere.

Hanno capito che i nipotini del partito comunista, quello che tentava di lottare per eliminare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di questo sistema di rapporti in Sicilia hanno fatto una politica.

Hanno capito anche che il PD ha venduto la sua dignità di partito per assicurasi l’elemosina romana. Hanno capito che questa elemosina basterà a loro solo per mantenere questa dipendenza da negrieri e che i soldi per la stabilizzazione Roma non li metterà mai. Hanno capito ormai che se il rapporto tra la Sicilia e Roma fosse gestito da una Regione guidata da gente seria, autorevole e determinata, questi soldi, che sono soldi nostri, non potrebbero esserci negati e che,  disponendo del nostro, si troverà certamente una soluzione al precariato che accontenti tutti.

Basta volerlo, basta cambiare.

E non fatevi scrupolo per il saio che ricopre le loro spalle di mascalzoni. Usate il bastone!

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