Gli uffici del dipartimento regionale della Formazione sottolineano che non ci saranno nuove assunzioni e che il personale verrà preso dall’Albo. Ma da indiscrezioni si apprende che, nell’Albo, sarebbero finiti circa 500 nomi che nulla avrebbero a che fare con il mondo della Formazione. Questo consentirebbe di effettuare, almeno in parte, nuove assunzioni… Intanto non mancano le reazioni, da Giovanni Panepinto a Vincenzo Fontana, da Giovanni Lo Sciuto all’UGL siciliana
Com’era prevedibile, il caos si è abbattuto sul mondo della Formazione professionale siciliana. Di scena l’Avviso 8, il bando da 136 milioni di Euro che ha determinato l’esclusione degli enti storici del settore. Inevitabili sembrano i ricorsi, con i rappresentanti di tante sigle pronte a dare battaglia al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR Sicilia) e, a quanto sembra, anche alla magistratura ordinaria.
Politea, Anfe, Unci, Ecap, Enaip, Matesis, Acli di Catania dovrebbero presentare ricorso. Ma non si escludono altri enti. Lo scenario è confuso. A noi gli uffici del dipartimento regionale della Formazione hanno detto che gli enti e le società che sono riusciti – stando alla graduatoria provvisoria – ad acciuffare i finanziamenti non potranno procedere con nuove assunzioni.
“Dovranno pescare tra il personale iscritto all’Albo”, ci hanno detto (come potete leggere qui). Quindi il personale – una parte degli otto mila dipendenti di questo settore – dovrebbe essere tutelata.
Vero. Però abbiamo scoperto una cosa che potrebbe consentire a chi è entrato nella graduatoria provvisoria di aggirare l’ostacolo. Sembrerebbe che nell’Albo, oltre ai dipendenti della Formazione professionale, siano finiti anche soggetti che non hanno avuto a che fare con la Formazione.
Non abbiamo ancora notizie precise, ma questi soggetti iscritti all’Albo che non avrebbero fatto parte del mondo della Formazione potrebbero essere in 500, o forse qualcosa in più.
Intanto non mancano le dichiarazioni.
In difesa dell’assessore Bruno Marziano, PD, si schiera il suo compagno di partito, Giovanni Panepinto, vice capogruppo all’Ars, naturalmente del Partito Democratico:
“Piena solidarietà all’assessore alla Formazione Bruno Marziano al centro di polemiche infondate e strumentali. Le graduatorie delle quali si parla in questi giorni non le ha certo stilate l’assessore al quale comunque, naturalmente, spetta il compito di verificare ogni eventuale contestazione che verrà fatta secondo le procedure previste. L’unica ‘responsabilità’ che può essere addebitata all’assessore Marziano è la determinazione con la quale sta rigenerando la Formazione in Sicilia”.
“L’assessore – conclude Panepinto – è oltretutto determinato a salvaguardare i lavoratori, anche quelli degli enti non ammessi: il tema sarà affrontato già martedì in commissione Lavoro all’Ars nel corso di una audizione chiesta dallo stesso Marziano”.
Sulla vicenda interviene anche il reggente dell’UGL della Sicilia, Giuseppe Messina:
“Con la pubblicazione della graduatoria provvisoria dell’Avviso 8/2016 il Governo regionale ultima quel perverso disegno politico di smantellare il sistema degli enti storici che ancora oggi mantengono un rapporto di lavoro duraturo con una parte degli operatori della Formazione professionale”.
“Una torta di 136 milioni di euro – aggiunge Messina – che non aumenterà l’occupazione stabile ma, semmai, provocherà il licenziamento di altri 2 mila lavoratori che si aggiungeranno ad altri già licenziati. Un vero cataclisma sociale voluto dal PD. Auspichiamo che il Governo del precariato, guidato dal presidente Rosario Crocetta, con in cabina di regia il PD ed i suoi parlamentari ‘pseudo-riformatori’ avvii un confronto immediato per chiedere il rispetto delle regole e di quanto sancito in sede di accreditamento e di istituzione dell’Albo regionale degli operatori e cioè che il personale da utilizzare vada reclutato tra gli aventi diritto e non assunto da precario ex novo”.
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Un paio di chiarimenti all'autore dell'articolo.
Ma quali sono gli "enti storici" esclusi dalla graduatoria dell'Avviso 8? Mi sembra che del suo elenco ci siano tutti, tranne Mateis.
In ultimo. Perchè tanta attenzione agli enti di formazione (che in media chiedono 600 mila euro a progetto) e a quel personale "storico" che ci lavora da anni (però con soldi pubblici e senza, credo, una selezione trasparente) e a nessuno viene da domandarsi se tuta questa "macchina" da 136 milioni che sta partendo è utile ai disoccupati siciliani.
Insomma a qualcuno verrà mai in mente di domandare a assessori, politici e sindacalisti se questi corsi di formazione hanno mai "generato" un posto di lavoro, se gli attestati rilasciati certificano realmente una competenza professionale, se il gioco serve più al circo dei formatori che ai poveri disgraziati che cercano un posto di lavoro in Sicilia.