I fantasmi del passato/ Oggi a Catania convegno di archeologia politica: Casini e l’UDC dicono sì a Renzi…

9 ottobre 2016

Per l’occasione i sopravvissuti dell’ultima transumanza dalla vecchia Democrazia Cristiana hanno scelto i ruderi delle vecchie ciminiere di Catania dove un tempo si raffinava lo zolfo. In un’atmosfera da “A volte ritornano” lo sbrindellato plotoncino proverà l’ultima ‘slinguata’ a Renzi, nella speranza che tanto zelo faccia guadagnare a qualcuno di loro un posto in qualche “collegio sicuro”. Gente seria…

 

Tra archeologia industriale e archeologia politica, i sopravvissuti dell’ultima transumanza dalla vecchia Democrazia Cristiana, l’Unione Di Centro (o, se preferite, quelli dell’UDC), si incontreranno, ruderi tra i ruderi, alle vecchie ciminiere di Catania, estrema testimonianza di quella che fu l’industria della raffinazione dello zolfo, un tempo il petrolio del mondo.

Con questi frammenti Pier Ferdinando Casini puntella le sue rovine, lui che era già parlamentare quando erano vivi e vegeti Breznev e Andropov, Regan e la Tatcher, Bocassa, Pinochet e Varela. C’era anche il muro di Berlino.

E’ sopravvissuto a se stesso, il Ferdi, lui che in oltre 35 anni (trentacinque anni!) di carriera politica (secondo solo al grande vecchio, Napo, bolso capo, che su 91, di anni in politica ne ha trascorsi 75); non si è mai bagnato il ditino in un ministero nella dura arte del fare, preferendo sempre quella del parlare, inutile per il Paese e remunerativa per lui (per lui  che, avendo una bella voce di testa, ben impostata, può sparare banalità e sembrano sentenze).

Oggi per la gioia dei suoi devoti e per la scienza della paleontologia sarà un grande giorno: Casini verrà esposto come  l’urna di Sant’Antonio e l’uomo di Similau, a Catania, dove da quel padre nobile che è sempre stato, guiderà, Illuminerà, benedirà, ammonirà, rianimerà le sue sempre più esigue truppe nell’ultima Crociata, un incrocio, appunto, tra una specie di estremo salvavita, e un ultimo viatico, tanto più inutile quanto più breve è la via da percorrere prima della fine, tra  un‘ultima disperata passata di lingua verso chi oggi sta al potere, e una scampagnata tra vecchi, spaventati, ma irriducibili compagni di merenda.

Il tutto a beneficio del SI al referendum costituzionale. Le truppe sono quelle che sono, un lacero, sbrindellato plotoncino che si spara le ultime le cartucce, sperando che tanto zelo faccia guadagnare a qualcuno di loro un posto in qualche “collegio sicuro”.

Un po’ come ha fatto il grande eponimo, lui, il Casini, che alle ultime elezioni, al Senato, da emiliano ormai sazio, ha preferito agli stantii e insulsi tortellini di casa sua una bella pizza al peperoncino piccante nel collegio di Napoli, confidando nella generosità dei napoletani, che non hanno dimenticato le tante cose belle avute da lui. Case, scuole, posti di lavoro. E santini, tanti santini.

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