Ars/ Domani in Aula all’insegna del caos. Probabile “No” ai debiti fuori bilancio

19 settembre 2016

Per quale motivo gli attuali parlamentari dell’Ars dovrebbero approvare oltre 135 milioni di Euro di debiti fuori bilancio degli ultimi diciassette anni, o giù di lì, della Regione? Perché è scritto nel Decreto nazionale 118 del 2011 e perché così vuole il Governo Renzi? E un giorno chi risponderà di questi 135 milioni di Euro? Il Decreto 118 e il Governo Renzi o i parlamentari di Sala d’Ercole che voteranno sì a questo provvedimento? L’addio al fondi per l’università Kore di Enna e per il Brass Group. Ancora soldi della sanità per pagare società regionali che nulla hanno a che vedere con la stessa sanità?
 

Non ci sarà solo il “No” alle demenziali e antidemocratiche riforme costituzionali volute dal Governo Renzi. In Sicilia – e questo prima del referendum – si prospetta un bel “No” ai debiti fuori bilancio della Regione siciliana. Questo per un motivo semplice: perché si tratta di un ‘debitone’ fuori bilancio, che parte dal 1999 e arriva fino ai nostri giorni. Benché sempre pronti a ‘obbedire’ a Renzi e ai suoi sgherri del PD, questa volta i parlamentari del centrosinistra di Sala d’Ercole avranno un valido motivo per votare No – o per ‘fuggire’ da Sala d’Ercole, come hanno fatto la scorsa settimana: perché del loro eventuale Sì ai debiti fuori bilancio degli ultimi 17 anni ne potrebbero un giorno rispondere direttamente…

I ‘giuristi’ d’occasione non mancheranno di ‘rassicurare’ i deputati dell’Ars (di centrosinistra, supponiamo: dubitiamo, infatti, che i deputati di opposizione si prendano questa ‘gatta a pettinare’…): “Tranquilli, votate sì, è solo un atto formale”. Peccato che un atto ‘formale’ da oltre 135 milioni di Euro, per chi ha un po’ di sale in zucca, dovrebbe suonare un po’ insolito, se non sospetto. Chissà.

L’approvazione dei debiti fuori bilancio – che alla Regione lo si deve alla riforma della contabilità pubblica (il Decreto nazionale n. 118 del 2011) – è un atto già da anni molto in voga nei Comuni. Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, nei Comuni siciliani assistiamo a un abuso circa il ricorso ai debiti fuori bilancio.

Com’è possibile, infatti, che i Comuni dell’Isola non trovano le risorse finanziarie per pagare i servizi agli anziani, ai malati, all’infanzia e persino ai portatori di handicap e poi gli stessi Comuni – ma che strana combinazione! – si ritrovano decine e decine di milioni di Euro per pagare i debiti fuori Bilancio? Come mai, fino ad oggi, le ‘autorità’ non sono intervenute per fare chiarezza su un punto cruciale che riguarda le categorie più deboli della società siciliana?

Forse perché, in Sicilia, le categorie deboli non hanno voce in capitolo e, oltre a non meritare l’attenzione della politica, non meritano nemmeno l’attenzione delle ‘autorità’?

Un’altra notizia degna di nota riguarda la ‘manovrina’ da 8-10 milioni di Euro. I palermitani conoscono di certo il detto S’affumaru ‘i cazzilli. Riguarda i panellari (di solito con la moto ape) un po’ distratti che fanno bruciare le crocchette che a palermo si chiamano cazzilli. Quando le crocchette si bruciano si usa dire, per l’appunto: S’affumaro ‘ cazzilli’.

Formula linguistica che si utilizza anche per indicare un argomento o un impegno assunto messo da parte (magari sul modello del Governo Renzi, che nei fatti smentisce le promesse che ha fatto agli italiani). Ebbene, dal ‘Palazzo’ ci è arrivata la conferma che domani Sala d’Ercole dovrebbe certificare la ‘morte’ – parlamentare e politica – dei contributi modello ex Tabella H.

Insomma, con la ‘bocciatura’ dei 2 milioni di Euro circa all’università Kore di Enna e i 300 mila Euro al Brass Group si dovrebbe chiudere il capitolo dei contributi.

Ultima notazione: il trasferimento alla SAS – la società regionale che viene pagata con i fondi della sanità siciliana (come vi abbiamo raccontato qui) – dei dipendenti di altre società regionali che dovrebbero essere sbaraccate.

P.S.

Una domanda per il presidente della Regione, Rosario Crocetta, per l’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, e per i parlamentari della maggioranza di centrosinistra dell’Ars:

anche questi dipendenti in arrivo alla SAS verranno pagati con i soldi della sanità pubblica?

Quanti altri posti letto e quanti altri reparti degli ospedali pubblici siciliani contare di sbaraccare?

Non sarebbe più corretto pagare i dipendenti della SAS e delle altre società regionali con i fondi della Regione?

Vorremmo capire: il Governo Renzi scippa i soldi alla Regione, lei, presidente Crocetta, firma ‘Patti’ con Crocetta regalando a Roma i soldi dei siciliani d’accordo con il PD e poi, tutti insieme – per pagare precari, dipendenti della SAS e mutui della Regione prendete i soldi della sanità pubblica siciliana, tagliando posti letto e reparti?

Una cosa del genere vi sembra seria?     

 

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