Diego Fusaro e Massimo Costa: No alle riforme costituzionali di Renzi (e di chi lo manovra dall’estero)

11 settembre 2016

Ieri a Palermo, nei saloni del’Hotel La Torre di Mondello, affollato convegno promosso dal Movimento Siciliani Liberi. Dibattito spumeggiante e appassionato. Tema: la riforma-deforma della Costituzione voluta dal Governo Renzi (e dai ‘pupari’ che gli stanno dietro). L’occasione per rilanciare i temi della questione meridionale e di una Sicilia che ha sempre più bisogno dell’Indipendenza

Mentre Renzi gira la Sicilia raccontando la frottola dei 3 miliardi di Euro da spendere nella nostra Isola (una balla totale che fa a pugni con la riduzione dei servizi sanitari, a cominciare dagli ospedali di Cefalù, Noto, Ribera e via continuando), in tante città siciliane fioccano le iniziative per dire No alle ‘riforme’ costituzionali volute dal capo del Governo del nostro Paese e “dalle massonerie finanziarie e bancarie che gli stanno dietro”.

Ieri, a Palermo, ad esempio, è andato in scena un affollato incontro promosso dal Movimento Siciliani Liberi. Appuntamento a Mondello, nel salone convegno dell’Hotel La Torre per ascoltare il filosofo editorialista, Diego Fusaro, e il professore Massimo Costa, leader del già citato Movimento Siciliani Liberi. A moderare il dibattito, il giornalista Giulio Ambrosetti.

Un incontro spumeggiante, con il salone pieno di persone attente. Il filosofo ed editorialista, Diego Fusaro, è partito da lontano, raccontando chi c’è, in realtà, dietro le ‘presunte’ riforme costituzionali del Governo Renzi.

Di fatto, Renzi e la bella Ministra Maria Elena Boschi sono solo due pedine. Dietro di loro ci sarebbero i poteri bancari e finanziari, ovvero coloro i quali oggi controllano in modo quasi militare l’Unione Europea dell’Euro.

Le persone, per i signori che hanno voluto da riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi, non contano più. Debbono diventare solo dei consumatori, senza diritti e senza libertà”.

Fusaro ha ricordato il Jobs Act – altra legge voluta ufficialmente dal Governo Renzi e approvata dal Parlamento nazionale di ‘nominati’ espressione della legge elettorale Porcellum. “Una legge – ha ricordato Fusaro – che è stata voluta per ridurre i diritti dei lavoratori e per aumentare la precarietà del lavoro”.

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Da sinistra: Diego Fusaro, Giulio Ambrosetti, Massimo Costa

Il filosofo editorialista ha più volte citato Socrate. E non l’ha fatto non certo a caso. Socrate è il filosofo “che sapeva di non sapere”. A differenza dei ‘filosofi’ dell’attuale Unione Europea dell’Euro che, invece, presumono di sapere tutto e hanno sempre la risposta pronta a chi manifesta anche il minimo dubbio sulle ottuse politiche economiche e monetarie portate avanti dalla Banca Centrale Europea.

“Oggi – ha ricordato Fusaro – chiunque mette in discussione le politiche economiche e monetarie dell’Unione Europea – viene subito etichettato come xenofobo, razzista e via continuando con gli insulti. Le loro tesi non si possono discutere. vanno accettate in silenzio. Per questo bisogna opporsi. Il convegno che avete organizzato oggi qui è importante. Perché consente di discutere”.

Insomma, a Bruxelles, gli ‘intellettuali’ che oggi governano l’Unione Europea dell’Euro hanno trovato la formula per zittire tutte le voci di dissenso: in Francia sono xenofobi e razzisti (e magari anche fascisti), in Italia sono persone che mettono in discussione le ‘verità’ dei vari Giorgio Napolitano, Mario Monti, Renzi e via continuando. E il dunque ci dice che i Sì alla riforma costituzionale sembrano in netta minoranza.

Massimo Costa, Indipendentista da tempi non sospetti, oggi leader del Movimento Siciliani Liberi, si è soffermato sugli effetti che la riforma costituzionale avrebbe in Sicilia nel malagurato caso in cui dovessero vincere i Sì.

Anche lui è partito da lontano. E ha ricordato gli anni dell’unità d’Italia, quando è iniziata la questione meridionale. Tra una ‘pennellata’ storica e l’altra, è arrivato agli anni del Separatismo siciliano. Una carrellata di fatti personaggi e storie. E anche di fallimenti. Perché fino ad oggi l’Autonomia siciliana è stata applicata solo in parte, in minima parte.

E con la riforma costituzionale targata Renzi? Costa non l’ha detto a chiare lettere. Il suo giudizio, ovviamente è negativo. Ma oggi, più che all’Autonomia – questo almeno ci è sembrato di capire – la Sicilia deve pensare all’Indipendenza.

Sulla questione meridionale è intervenuto anche Fusaro, torinese di nascita, ma attento lettore di Antonio Gramsci che, com’è noto, su tale argomento ha scritto pagine illuminanti e chiare. Ovvero: il Sud Italia è stato conquistato dal Nord Italia, che ha sfruttato il Mezzogiorno per fare i propri, egoistici interessi. Il resto sono chiacchiere.

Ma l’elemento politico importante dell’incontro di ieri è stata la presenza di tanta gente e l’attenzione che hanno riservato alle parole dei relatori. E anche la partecipazione appassionata. Infatti, dopo il doppio giro di interventi di Fusaro e Costa, sono intervenuti, a turno, i presenti, ponendo domande ai due relatori. con3

Domande venate da considerazioni sui disastri provocati in Sicilia dal Governo Renzi, sull’inadeguatezza degli attuali governanti, sulla possibilità di adottare in Sicilia una moneta complementare, sulla questione meridionale, sull’Unione Europea, sui poteri finanziari che oggi controllano l’Europa.

Non è mancata una domanda, espressa in termini un po’ provocatori, sulla mafia. La solita storia: appena in Sicilia si tenta di fare qualcosa, zact!, con la precisione di un’equazione chimica scattano prima i dubbi e poi le immancabili accuse di mafia.

Anche i separatisti, negli anni ’40 del secolo passato, vennero accusati di essere collusi con la mafia. Con molta probabilità, subito dopo lo sbarco degli americani in Sicilia, qualche contatto tra mafiosi e agrari ci sarà stato. Ma pare che siano stati proprio i mafiosi – che, lo ricordiamo, avevano aiutato nello sbarco le truppe militari USA nella nostra Isola-, a dire agli americani che dei separatisti non ci si poteva fidare.

E infatti i mafiosi si in filtrarono nei partiti del cosiddetto ‘arco costituzionale’. Quanto ai separatisti, vennero indeboliti, isolati e qualcuno di loro anche ammazzato.

Tornando alla mafia, il professore Costa è stato chiarissimo: “Noi siamo nemici dei mafiosi”.

Dopo di che qualcuno ha ricordato che i mafiosi, dal 1860, sono ‘alleati’ dello Stato italiano. Un’alleanza iniziata con lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, con Crispi, con Giolitti, con il regime fascista e in tutti gli anni della Repubblica.

Oggi è in corso un processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Dove ‘pezzi’ dello Stato, stando alle indagini degli inquirenti, avrebbero partecipato attivamente alle stragi del 1992 e ai depistaggi delle indagini giudiziarie successive.

Detto questo, l’importante – tornando al tema del convegno – “è votare No al referendum. Per assestare una bella ‘botta’ in testa al Governo Renzi e ai poteri esteri che gli stanno dietro”.

 

 

 

 

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