Gettonopoli a Canicattì, l’avv. Li Calsi: “Il neo sindaco è in conflitto di interessi con la città”

2 settembre 2016

12 consiglieri, tra i quali l’attuale sindaco Ettore Di Ventura (PD) lo sfidante alfaniano, Ivan Paci e il deputato regionale dell’UDC, Tano Cani, rinviati a giudizio dalla Corte dei Conti per danno erariale. La politica nuova avanza… Il commento del legale che, in qualità di consigliere, aveva sollevato il caso

“L’uomo giusto per Canicattì”. “Canicattì riparte”. Sono solo alcuni degli slogan scelti dai due candidati sindaci che si sono sfidati al ballottaggio alle amministrative di Canicattì, lo scorso Giugno. Parliamo di Ettore di Ventura del PD, eletto primo cittadino del comune dell’agrigentino, e dello sfidante alfaniano, Ivan Paci. 

Entrambi, nonostante le promesse di una politica nuova (sotto l’ombrello di vecchi partiti), sono rimasti imbrigliati in uno scandalo che di nuovo non ha proprio nulla. Sono accusati dalla Corte dei Conti di danno erariale e per questo rinviati a giudizio. Che è successo? 

Gaetano Cani

Gaetano Cani

Insieme con altri dieci consiglieri (tra i quali l’attuale deputato regionale in quota UDC, Gatano Cani), questi signori, ‘giovani promesse della politica’, nella qualità di consiglieri comunali decisero di aumentare di oltre il 200 per cento il singolo gettone di presenza per la partecipazione ad ogni seduta consiliare o di commissione permanente. I fatti risalgono al 2003. Nel 2014 la Procura della Corte dei conti di Palermo apre un’istruttoria al termine della quale ha ipotizzato un danno erariale di circa 600 mila euro per i gettoni di presenza pagati dal 2003 al 2014. In caso di condanna i 12 consiglieri saranno chiamati a pagare in solido (dopo l’istruttoria della Corte dei conti il consiglio comunale ha riportato il gettone di presenza a 31 euro). Il processo si aprirà il prossimo anno, a Marzo.

da sinistra: Ettore Di Ventura e Ivan Paci

da sinistra: Ettore Di Ventura e Ivan Paci

Ora, ci si chiede “come possa un sindaco amministrare la città in conflitto di interesse con la stessa avendo preso indebitamente soldi dal comune senza averne titolo e dovendo restituire ben 466 mila euro alle casse del comune”. A parlare, interpretando un interrogativo diffuso, è l’avvocato Fabio Licalsi che ai tempi in cui si sono svolti i misfatti era consigliere comunale. E’ stato proprio lui a denunciare l’accaduto alla Procura della Corte dei Conti: 
“Prendere soldi non dovuti con la coscienza e volontà dell’indebita percezione di soldi del Comune – dice Li Calsi – per me è assimilabile al rubare. Nel caso di specie sono stato io a denunciare i fatti alla procura della corte dei conti. Ovviamente ho fatto questo pubblicamente facendo inserire la mia denuncia nella delibera consiliare e diffidando il segretario ad inviare gli atti alla corte dei conti. Adempimento che ho comunque curato personalmente”.

“Preciso ancora – prosegue il legale- che questo atto illegittimamente assunto dagli stessi consiglieri comunali era già stato votato circa 2 mesi prima. Il sottoscritto fece annullare il primo atto con l’intervento dell’organo tutorio, ovvero con il commissariamento del consiglio comunale da parte dello assessorato enti locali della regione Sicilia. Con inusitata protervia, seppure fosse già intervenuto l’annullamento da parte del commissario, i consiglieri in questione reiterarono la delibera illegittima. A questo punto il sottoscritto chiese con apposito ordine del giorno la revoca della delibera in autotutela, ma di fronte al diniego del consiglio comunale ho dovuto denunciare la indebita ed illecita sottrazione di soldi dalle casse comunali alla corte dei conti”.

“Preciso altresì – sottolinea l’avvocato Li Calsi- che l’attuale sindaco Avv. Di Ventura Ettore, allora consigliere di maggioranza del sindaco Scrimali, tristemente assurto agli onori della cronaca per l’ignominioso scioglimento per mafia della comune, risulta indagato per colpa grave per avere chiesto nella detta delittuosa delibera il voto segreto a fine di occultare e responsabilità dei consiglieri, dimostrando così la piena consapevolezza degli stessi circa il carattere fraudolento ed illecito della delibera da votare”.

“La prossima volta-ironizza l’avvocato- scegliamo direttamente un galeotto: questo è un atto delinquenziale”.

Questi i consiglieri rinviati a giudizio:

Oltre ai già citati Ettore Di Ventura,45 anni, Ivan Paci, 41 anni e  Gaetano Cani 57 anni, i protagonisti della gettonopoli canicattinese sono: Vincenzo Angelo Cuva, 63 anni; Giuseppe De Luca, 56 anni; Fabio Di Benedetto, 51 anni; Francesco Paolo Di Natali, 49 anni;  Diego Ficarra, 47 anni; Rita Guarneri, 42 anni; Renato Li Calzi, 48 anni; Pietro Lionte, 58 anni;  Mauro Zanchi, 54 anni.

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