Dobbiamo fermare l’importazione in Sicilia di grano avvelenato

31 agosto 2016

Chi fa entrare in Europa prodotti di serie B non fa un piacere a chi li produce. Fa un piacere a se stesso. E distrugge le economie locali. Che è quello che sta succedendo in Sicilia con il grano e con altri prodotti. Un processo che cancella le tutele dei lavoratori dei Paesi evoluti, portandole a livello di quelle del terzo mondo. Questi criminali vanno bloccati

Il mondo dei  produttori e dei venditori di grano siciliano è in subbuglio, si succedono proteste e proposte, incontri e riunioni (ieri una importante, ve ne parliamo qui, ndr) tra quanti hanno a cuore la salvezza della nostra produzione e  che sanno bene di stare lottando, oltre che per la sopravvivenza della nostra economia, anche per la nostra storia e la nostra identità.

In questa battaglia decisiva, in questo momento cruciale, la politica ci assorda con il suo silenzio, ci indispone con la sua indifferenza e ci disgusta con la sua inutilità.

Un’ulteriore dimostrazione del teorema secondo il quale questi politici, questi ultimi epigoni di un mondo in disfacimento,  credono che ancora una volta basteranno i loro elettori personali, quelli del blocco clientelare, quelli che debbono tutto a loro, compresa la loro miseria, e che gli altri vadano al diavolo. Non sarà così.

Non sembri un paradosso, ma fa ancora più specie la miopia e l’ottusità del sindacato, al quale sfuggono le coordinate di un processo fondamentale in atto in Europa e nel mondo e di cui la crisi del grano è un prodotto.

Abbassare, o meglio, cancellare le tutele dei lavoratori dei Paesi evoluti, portandole a livello di quelle del terzo mondo, e cioè rendendo il lavoro una risorsa a poco prezzo anche nei Paesi evoluti come unica risposta alla produzione  al basso prezzo, perché a più basso costo, proveniente dai Paesi terzi.

Chi fa entrare in Europa prodotti di serie B non fa un piacere a chi li produce. Fa un piacere a se stesso. Questi prodotti sono veleno e contengono veleno.

Distruggono l’economia locale o, pur di sopravvivere, la costringono ad acconciarsi al livello di costo di produzione dei Paesi “invasori”.

Chi fa queste operazioni è un criminale e bisogna fermarlo. Chi non lo ferma è complice.

La Clinton lo ha capito ed è stata chiara. Non permetterò, ha detto, che le importazioni dall’estero avvengano a scapito della forza lavoratrice degli Stati Uniti. Che è quello che vorrebbero Trump e i suoi amici squali.

C’è qualcuno che in Sicilia lo vuole?

Crisi del grano, i consumatori tenuti all’oscuro dei veleni che ingeriscono

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