Crocetta, Baccei, il PD e soprattutto Ardizzone hanno decretato il fallimento di 350 Comuni siciliani

5 agosto 2016

Ieri, in occasione della Conferenza Regione-Autonomie locali, il presidente Crocetta e l’assessore Baccei hanno gettato la maschera: non si sono presentati all’appuntamento, mandando funzionari che hanno comunicato ai sindaci non l’arrivo dei soldi, ma altri tagli, in barba alla Legge regionale di Stabilità 2016. I 500 milioni di Euro frutto del ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta non sono arrivati e non arriveranno. Così il governatore dell’Isola, l’assessore Baccei e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone hanno ingannato due volte i Siciliani

E’ ufficiale: la storia dei 500 milioni di Euro che dovrebbero arrivare da Roma in cambio della firma del presidente Rosario Crocetta al ‘Patto scellerato’ con Renzi è una doppia pagliacciata. E’ una pagliacciata (atto primo) perché Rosario da Gela ha ‘incaprettato’ 5 milioni di Siciliani con penalizzazioni e rinunciando ai contenziosi finanziari con lo Stato. Ed è una pagliacciata perché i 500 milioni di Euro non ci sono: sono una presa in giro.

Crocetta e il presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, oltre che ‘ascari’, sono anche irresponsabili: perché hanno fatto votare dall’Ars un accordo che il Governo Renzi non sta rispettando. I 500 milioni di Euro non sono arrivati. E come questo blog scrive da quando è iniziata questa pagliacciata politica e parlamentare, questo soldi non arriveranno. Non arriveranno quest’anno e, forse, nemmeno il prossimo anno.

Quello che succede è incredibile: mentre Sala d’Ercole discute di cambiare la legge elettorale per i Comuni, 350 Comuni della Sicilia rischiano di andare in dissesto. E di far pagare – cosa che nessuno dice – tutto agli ignari cittadini.

La prova di quanto sta avvenendo la racconta il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta.

“Siamo arrivati ad un punto di non ritorno – scrive in un lungo comunicato Amenta – con una Regione ed un Governo regionale che, smentendo se stessi, tagliano ulteriormente i trasferimenti già decisi, decretando il dissesto degli Enti Locali. Il tutto ad Agosto quando già da tre mesi i Comuni avrebbero dovuto approvare i bilanci. Non c’è più tempo, urgente l’intervento del Governo nazionale, dopo c’è solo la morte dei Comuni siciliani”

Amenta racconta di Un incontro “devastante” andato in scena ieri a Palermo. Il riferimento è alla Conferenza Regione-Autonomie Locali. Tema: la ripartizione dei fondi destinati ai Comuni, alle Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina e alle ex Province, oggi Liberi Consorzi.

Avrebbe dovuto essere il giorno della ripartizione dei fondi ai Comuni, con riferimento ai 500 milioni di Euro strombazzati sui giornali dall’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei. Noi, ovviamente, non abbiamo mai credito a questa storiella. E infatti Baccei queste cose le va a raccontare ai giornali che ancora gli vanno dietro.

Amenta racconta che all’incontro con i dirigenti della Regione, per ANCI Sicilia, erano presenti il presidente e il segretario generale dell’Associazione, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, i vice presidenti Luca Cannata, sindaco di Avola, e Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il sindaco di  Niscemi, Francesco La Rosa, il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, il sindaco di Gioiosa Marea, Edoardo Spinella, e il sindaco di Prizzi, Luigi Vallone.

Nell’incontro,, scrive Amenta, “sospeso in quanto l’ANCI Sicilia ha chiesto fosse presente la parte politica (il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e gli assessori al Bilancio e alle Autonomie locali, rispettivamente, Alessandro Baccei e Luisa Lantieri, c he erano assenti), la Regione, smentendo se stessa e la Legge di Stabilità 2016, ad Agosto inoltrato, quando da tre mesi i Comuni avrebbero già dovuto approvare quei Bilanci che non hanno potuto redigere proprio per l’incertezza e l’impossibilità di conoscer gli importi dei trasferimenti regionali, facendo un’ulteriore inversione di marcia, ha proposto ulteriori tagli ai fondi già decisi, decretando, di fatto, il dissesto finanziario dei Comuni, delle nascenti Città Metropolitane e delle ex Province”.

Dunque succede questo: nelle scorse settimane, prima che il ‘Patto scellerato’ Renzi Crocetta fosse approvato da Camera dei deputati e Senato della Repubblica (è stato inserito nella legge nazionale sugli enti locali), Baccei dichiara che i soldi pe ri Comuni sono arrivati.

Una dichiarazione rilasciata per ‘tranquillizzare’ – di fatto per tenere buoni – i cittadini e, soprattutto, i lavoratori di Comuni ed ex Province che da mesi non vengono pagati. Ieri, in occasione della Confereza Regione Autonomie locali Crocetta e Baccei sono ‘fuggiti’, facendo sapere che al posto della quota dei 500 milioni di Euro – che non sonoi arrivati – ci sono nuovi tagli.

“Allo stato attuale – scrive Amenta – sono 300 i Comuni della nostra Isola che non hanno deliberato il rendiconto di gestione finanziaria 2015 (dati al 16 Giugno); 350 quelli che, entro il 30 Aprile scorso, non hanno approvato il Bilancio di previsione 2016 (dati sempre al 16 Giugno); le tre già citate Città Metropolitane e le sei ex Province, oggi Liberi Consorzi, non hanno approvato i rispettivi Bilancio di previsione entro il 30 Luglio. Molti Enti, ad oggi, hanno già avviato le procedure per la dichiarazione di dissesto, altri lo hanno già dichiarato, predisponendo le procedure di riequilibrio”.

“Un incontro veramente devastante, quello di Giovedì 4 Agosto con i rappresentanti della Regione – aggiunge il vice presidente di ANICI Siiclia – dove non si è parlato della ripartizione dei fondi così come stabilito dall’art.7 della legge di Stabilità regionale per l’anno 2016, la n. 3/2016, ma degli ulteriori tagli che unilateralmente, ad otto mesi dall’inizio dell’anno, ha deciso, mentre noi al contrario aspettavamo, dopo l’invio dei famosi 500 milioni da parte dello Stato per il riequilibrio della finanziaria regionale. Così i 115 milioni e i 30 milioni destinati rispettivamente alle spese di investimento dei Comuni e delle ex Province ed utilizzabili espressamente anche al pagamento delle rate di mutuo, non sono utilizzabili per tale finalità, mentre gli ulteriori 50 milioni destinati al pagamento delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento non sono allo stato attuale disponibili e non si ha certezza su quando lo saranno”.

“Per non parlare – prosegue Amenta – delle risorse relative al Fondo perequativo, pari a 340 milioni di Euro, e quelle destinate al pagamento del personale precario, 182 milioni circa. Somme che subiranno un’ulteriore e improvvisa decurtazione del 9 per cento. Si capisce allora come i Comuni ancora oggi, ad Agosto, non siano messi nelle condizioni di poter approntare e gestire i bilanci. Una difficoltà ed una criticità che dipende, come si vede, strutturalmente dalle risorse della Regione come più volte denunciato da ANCI Sicilia e dalla Corte dei Conti”.

“Una vicenda che condiziona fortemente e direttamente la soluzione di altri problemi di Comuni ed ex Province, come l’avvio e la prosecuzione delle procedure di rinnovo contrattuale o stabilizzazione per i lavoratori precari, e la definizione, attraverso l’indizione delle elezioni di 2° livello, del nuovo quadro di governance nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane”.

Il Governo Crocetta e il Parlamento siciliano stanno battendo tutti i record: stanno facendo fallire le tre Città Metropolitane e i sei Liberi Consorzi di Comuni ancor prima di partire.

Intanto nelle ex Province – le già citate Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina e nei Liberi Consorzi – non si sa come andare avanti. A di Siracusa, ad esempio, i dipendenti da tre mesi non percepiscono gli stipendi.

“La Regione e l’Ars – dice Amenta a proposito della legge di riforma elettorale dei Comuni in discussion ea Sala d’Ercole, proprio in queste ore – hanno invece il tempo di ‘giocare” con la nuova legge elettorale per le prossime amministrative, quando tutti i territori dell’Isola stanno collassando, come dimostra l’impossibilità di riscossione di tasse e tributi che vengono così a mancare dalle ‘casse’ dei Comuni”.

Il vice presidente dell’ANCI Sicilia pone, in verità in solitudine, un tema serio: tanti cittadini Siciliani, a causa di un Governo regionale di ‘ascari’, di scelte politiche e amministrative dissennate e di un Parlamento siciliano gestito con i piedi da un presidente – il riferimento è a Giovanni Ardizzone – che prende ordini da Roma, non hanno più soldi per pagare le tasse: e non le pagano e basta (cosa, questa che non ha ancora capito il sindaco di Palermo e presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, che vorrebbe tartassare i cittadini palermitani per fargli pagare i soldi che il Governo Renzi ha scippato alla Sicilia: ma Amenta non potrebbe provare a spiegarglielo?).

“Siamo già alla morte annunciata – insiste Amenta – impossibilitati a erogare servizi ai cittadini, alle fasce più bisognose e a garantire un futuro ai lavoratori precari. Lo vado dicendo da mesi: serve un tavolo ed un forte intervento del Governo nazionale, vista l’impossibilità di avere interlocutori seri alla Regione. Per questo, come ANCI Sicilia, abbiamo scritto al presidente Renzi, al sottosegretario Claudio De Vincenti, oltre che ancora una volta al presidente Crocetta, per Illustrare come il quadro dei rapporti finanziari tra la Regione ed i Comuni risulta ancora oggi incerto e radicalmente mutato rispetto a quanto originariamente previsto dalla Legge di Stabilità regionale per il 2016, costringendo gli Enti Locali ad un’ulteriore decurtazione del 9 per cento delle  risorse che però, ad oggi, non sono erogate neanche in parte”.

“Tale stato di cose, unitamente alle gravi difficoltà sul fronte della riscossione dei tributi locali – sottolinea sempre Amenta – determina da parte dei Comuni, come più volte segnalato dalla Corte dei Conti, un ricorso anomalo alle anticipazioni di tesoreria che, negli ultimi anni, si sono di fatto trasformate in vero e proprio strumento di finanziamento strutturale. Al Governo nazionale, in conclusione, vogliamo rappresentare come tutto ciò aggravi un quadro istituzionale già pesantemente condizionato dalla lunga fase di stallo nel processo di riordino dell’Ente intermedio e nel processo di associazionismo e fusione di Comuni, dalla condizione dei lavoratori precari e dal sistema integrato di gestione delle acque e dei rifiuti che, come è noto, in Sicilia è lontanissimo da un assetto improntato all’efficacia e all’efficienza del servizio e ad un contenimento dei costi per il cittadino. Se neanche dal Governo nazionale avremo le risposte sperare non resta che chiamare alla mobilitazione i cittadini che più di tutti pagheranno, in termini di servizi mancanti, i tagli che la Regione vorrebbe fare a danno degli Enti Locali”.

P.S.

Il vice presidente di ANCI Sicilia chiede ‘aiuto a Roma. Ma lo sa che a scippare i soldi alla Regione, ai Comuni e alle ex Province siciliane è stato proprio il Governo Renzi? Mobilitazione popolare? sarebbe l’unica cosa seria. Ma Amenta dimentica che la stragrande maggioranza dei sin dai siciliani fa capo al PD e al centrosinistra: sindaci che, a differenza di quanto fa lui nel suo Comune di Caniccatini Bagni, non sono al servizio dei cittadini che li hanno eletti, ma al servizio del Governo Renzi.  

Avviso a tutti i cittadini Siciliani: guardate che questa sceneggiata di Crocetta e di Baccei ha un obiettivo: fare pagare a voi cittadini i ‘buchi’ provocati dagli scippi del Governo Renzi. Quando i Comuni dichiareranno il dissesto, la Corte dei Conti non potrà che dire ai sindaci: trovate i soldi per andare avanti. E i sindaci hanno una sola maniera appioppare nuove tasse e imposte comunali ai cittadini. Riflettete, cari cittadini Siciliani, prima di votare ancora per il PD.  

 

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