I grillini: in base alla legge Madia la dottoressa Patrizia Monterosso deve andare a casa

1 agosto 2016

Nuovo ‘siluro’ del Movimento 5 Stelle al segretario generale della presidenza della Regione siciliana. La dottoressa Patrizia Monterosso – scrive in un’interrogazione al Governo nazionale la parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati, Giulia Di Vita – non può continuare a ricoprire il ruolo apicale che occupa ancora oggi negli uffici regionali. La nuova legge prevede la revoca del contratto “in presenza di condanna anche non definitiva, da parte della Corte dei Conti, al risarcimento del danno erariale per condotte dolose”

Stop al contratto del segretario generale della Regione, Patrizia Monterosso, e a tutti quelli dirigenziali effettuati dopo l’entrata in vigore delle legge 7 agosto 2014, la cosiddetta delega Madia”.

E’ quello che in sostanza chiede il Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati con un’interrogazione firmata dalla deputata palermitana a Montecitorio, Giulia Di Vita.

L’interrogazione, diretta a Renzi e ai ministri per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, chiede anche se il Governo nazionale non ritenga opportuno dare un segnale politico di rilievo per evitare alle Regioni e alle istituzioni di tenere un comportamento scorretto con “procedure che sembrano avere il surrettizio scopo di aggirare anzitempo le nuove norme sulla dirigenza pubblica”.

La “delega Madia” demanda al Governo di adottare, “entro i 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, decreti legislativi in materia di dirigenza pubblica e tra i criteri direttivi prevede l’ipotesi di revoca dell’incarico e di divieto di conferimento di incarichi in settori sensibili ed esposti al rischio di corruzione, in presenza di condanna anche non definitiva da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose”

Quanto approvato dalla ‘delega Madia’ – afferma Giulia Di Vita – è il risultato di una proposta di modifica del gruppo M5S, che si è battuto nell’aula parlamentare affinché venisse sancita una norma di buon senso che prevedesse almeno, per l’appunto, la revoca o il divieto di rinnovo dell’incarico ai dirigenti in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose. Un’ipotesi che calza a pennello con la situazione delle dottoressa Monterosso, condannata, ricordiamolo, con sentenza definitiva a risarcire all’Erario quasi un milione e 300 mila Euro. Anche per questo, oltre che per ragioni di opportunità, il suo contratto deve essere revocato”.

Lascia perplessi inoltre – prosegue la deputata – la circostanza che tale rinnovo d’incarico dirigenziale sia operato proprio pochi mesi prima che scada l’esercizio della delega Madia e prima, quindi, di un cambio delle ‘regole del gioco’, le quali non consentirebbero il rinnovo dell’incarico dirigenziale alla Monterosso per il delicato e importantissimo ruolo di segretario generale della Presidenza della Regione”.

Deroghe alla delega Madia sarebbero avvenuti anche in altre Regioni, ad esempio nella Campania. Cosa che che ha portato il M5S chiedere lumi al governo con l’interrogazione della di Vita.

Quindi un affondo per il presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, che nelle scorse settimane ha rinnovato il contratto per cinque anni a Patrizia Monterosso:

Nel caso della Campania – dice la parlamentare – il Governo ci ha dato già ragione, verosimilmente ce la darà anche per la Monterosso, quindi per evitare magre figure Crocetta potrebbe agire d’anticipo”.

Il rinnovo del contratto della Monterosso, secondo il M5S, cozza anche contro le vigenti norme sul pubblico impiego.

“Il decreto legislativo n. 165 del Marzo 2001 – afferma la parlamentare nazionale Di Vita – prevede che l’accertato mancato raggiungimento degli obiettivi o l’inosservanza delle direttive imputabili al dirigente comportino l’impossibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale o la revoca dello stesso”.

Sulla proroga del contratto si era espresso pesantemente anche il M5S all’Ars, che ha definito l’operazione “l’acida ciliegina sulla rancida torta del Governo”.

E’ assurdo – dice il parlamentare regionale grillino, Giorgio Ciaccio – vedere a capo della burocrazia regionale una persona condannata in via definitiva per danno all’Erario. Crocetta con questa ennesima scellerata scelta ha dimostrato di non essere in grado di dare il buon esempio, condizione necessaria per ridare credibilità alle istituzioni, ormai ai minimi storici. Dobbiamo cambiare rotta e passo. Per questo motivo se dovessimo vincere alle prossime competizioni regionali persone in queste situazioni non potranno mai ricoprire incarichi apicali. Stiamo lavorando sull’aspetto legislativo per far sì che vergogne simili non capitino più in nessuna legislatura”.

 

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