Il Sì dell’Ars alla sanatoria edilizia lungo le coste. Un assist alla mafia in vista delle elezioni?

28 luglio 2016

Al provvedimento manca solo il Sì definitivo dell’Aula, previsto per il 2 Agosto. Gli interessi speculativi (e di altro genere…) inseguono questo obiettivo dal 2001. Dovevano aspettare l’avvento al Governo della Regione del centrosinistra per raggiungerlo. Vi raccontiamo la lunga e tormentata storia della ‘cementificazione’ delle coste della Sicilia. Partendo da chi ha difeso la nostra Isola dal cemento, con riferimento a Piersanti Mattarella. Fino ad arrivare ai nostri giorni, con PD e Forza Italia che avranno già stretto accordi con il diavolo…

Così, dopo aver svenduto un pezzo di Autonomia siciliana in cambio di un prestito di 500 milioni di Euro (soldi che ancora non sono arrivati), dopo aver regalato allo Stato oltre 10 miliardi di crediti che la Regione vantava verso lo Stato, dopo aver ‘asfaltato’ la Formazione professionale, dopo aver azzerato le politiche attive del lavoro, dopo aver riempito la nostra Isola di discariche e di rifiuti che rimangono per le strade, dopo questi ed altri disastri sociali, economici e finanziari il Governo regionale e la maggioranza di centrosinistra, ieri, a Sala d’Ercole, hanno quasi approvato l’ultima canagliata: la sanatoria edilizia lungo le coste.

Una premessa: non abbiamo ancora letto l’articolo o gli articoli del disegno di legge approvato ieri dal Parlamento siciliano: cosa che proveremo a fare oggi. Ma già qualche considerazione è possibile farla. Con l’aggiunta di alcune notazioni storiche che ci riporteranno agli anni di Piersanti Mattarella. Anche per far notare la differenza siderale che intercorre tra il presidente della Regione che sognava “la Sicilia con le carte in regola”, ucciso in circostanze e per finalità mai del tutto chiarite il 6 Gennaio del 1980, e i ‘nani’ che oggi amministrano la nostra Regione.

La Sicilia introduce l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia nel 1976. Lo fa con la legge regionale n. 78 del 1976. In quegli anni c’era una pressione fortissima dell’attività edilizia lungo le coste. La politica siciliana dell’epoca – presidente della Regione era Angelo Bonfiglio – decise di salvaguardare le zone costiere dell’Isola per non lasciare solo macerie alle generazioni future (se ci riflettiamo, l’esatto contrario di quello che sta facendo oggi il PD siciliano che governa la Regione siciliana).

Due anni dopo il posto di Bonfiglio verrà preso da Piersanti Mattarella. Che, per mettere ordine nel ‘complicato’ mondo dell’edilizia, allora in piena espansione, si intesta una grande riforma urbanistica tutt’oggi in vigore. E’ la legge n. 71 del 1978. I passaggi importanti di questa legge sono tanti. Noi ne vogliamo ricordare due che, con molta probabilità, potrebbero avere qualche legame con la tragica fine di Piersanti Mattarella.

Il primo punto è la drastica riduzione dell’attività edilizia nelle aree verdi. Prima di questa legge nel verde agricolo della nostra Isola regnava il caos. Ognuno, con la copertura politica del Comune di appartenenza, faceva quello che voleva. La legge riduce drasticamente le volumetrie nelle aree a verde agricolo, a prescindere dalla volontà dei Comuni.

Il secondo punto è la riproposizione del vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia. In tanti pensavano che, con la grande legge urbanistica, i vincoli sulle coste sarebbero stati allentati. Ma così non fu.

Su questi due passaggi-cardine l’allora presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella tenne la barra del timone dritta. Ci mise la faccia: nelle ultime settimane del 1978 se ne andava in Aula – a Sala d’Ercole – per difendere la legge dagli ‘assalti’ dei ‘lanzichenecchi’ (spesso interni al suo partito, la DC) che avrebbero voluto stravolgere il provvedimento (soprattutto su verde agricolo e coste).

La legge passò per come lui e la sua maggioranza (che, in realtà, nel tormentato iter parlamentare, aveva perso qualche ‘pezzo’) l’avevano pensata e voluta.

I mafiosi la presero malissimo. Soprattutto nel Trapanese (la famiglia Mattarella è originaria di Castellammare del Golfo) Piersanti Mattarella dovette affrontare non pochi problemi.

Ma non era solo una questione di Trapani e dintorni. Tutta la mafia siciliana e i vari potentati (tra questi, ad esempio, i potenti della Curia arcivescovile di Palermo che nemmeno l’arcivescovo dell’epoca, Salvatore Pappalardo, riusciva allora a controllare) chiesero e ottennero che la legge fosse pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione dopo oltre tre mesi. Il tempo occorrente per ‘chiudere’ alcune operazioni di edilizia speculativa sul verde agricolo.

Per la cronaca, la speculazione edilizia di Pizzo Sella (che in realtà si chiama Pizzo della Sella) – la collina che sovrasta Mondello – si consuma in quei tre mesi.

Da allora ad oggi la pressione della speculazione edilizia lungo le coste siciliane – in testa la speculazione mafiosa – non si è mai arrestata. La ‘capitale’ di queste speculazioni, sino alla fine degli anni ’80 del secolo passato, è stata la provincia di Trapani: basti pensare a Triscina, a Marinella di Selinunte e a Tre Fontane.

In pratica, nonostante la legge vieti espressamente di costruire entro i 150 metri dalla battigia, hanno costruito lo stesso. Tutto fuori legge. Ma questo non ha impedito agli abitanti di tali case abusive di usufruire di acqua ed energia elettrica.

Tra le fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 la speculazione edilizia lungo le coste si è estesa in quasi tutta la Sicilia. Basti pensare a quello che è avvenuto in tante aree del Catanese e del Siracusano.

A metà anni ’80 la Sicilia registra la rivolta degli “Abusivi per necessità”, capeggiata dall’allora sindaco di Vittoria, Paolo Monello, che verrà eletto al Parlamento nazionale nelle file del Pci. Lo ricordiamo per sottolineare che, nell’assalto al territorio – compreso quello costiero – le responsabilità della sinistra siciliana non sono inferiori a quelle di altre forze politiche.

La pressione edilizia sulle coste, negli anni ’90, è stata così forte che, a un certo punto, qualcuno – non si è mai capito se ironicamente o credendoci per davvero – ha teorizzato che con le Norme tecniche di attuazione urbanistica si poteva andare in deroga all’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia.

In pratica, con i Piani regolatori generali dei Comuni – normati dalla legge regionale n. 78 del 1971 – si sarebbe potuto derogare a quella parte della stessa legge n. 71 che reitera i principi della legge regionale n. 78 del 1976. Una follia che, però, ha trovato ‘scienziati’ disposti a sostenerla.

In alcuni casi – che sono comunque un’esigua minoranza – c’è stata molta confusione creata dalla sovrapposizione di norme nazionali e regionali: norme che, a metà degli anni ’80, alcuni Comuni hanno interpretato in modo ‘estensivo’.

E’ importante sottolineare un elemento: tra la metà degli anni ’80 e la fine degli anni ’90, in molte aree costiere della Sicilia sono spuntati come funghi insediamenti abusivi. Chilometri e chilometri di abitazioni fuori legge – servite di acqua ed energia elettrica (da qui il vezzo, molto diffuso in Sicilia, di non pagare l’acqua, mentre con l’ENEL gli abusivi hanno sempre pagato: non ci chiedete come può un’abitazione rigorosamente abusiva a usufruire del contratto con l’ENEL perché non l’abbiamo mai capito).

Quello che va detto è che questi insediamenti abusivi oggi hanno basso valore di mercato. Con la sanatoria edilizia acquisteranno valore. Non solo. Se verrà consentita la ‘riqualificazione’, assisteremo a un incremento delle compravendite e alla trasformazione di queste aree costiere edificate – oggi trasandate – in villaggi turistici.

Cosa vogliamo dire? Che dietro questa sanatoria edilizia – presentata in modo dimesso come un’esigenza sociale, spesso di ceti meno abbienti – si cela, in realtà, una speculazione alla quale sono direttamente interessati ambienti mafiosi.

Nel 2001 quando si insedia il primo Governo regionale con un presidente della Regione eletto direttamente dal popolo – il Governo è quello di Totò Cuffaro – le pressioni speculative e mafiose si fanno sentire. Soprattutto dalla solita provincia: Trapani.

Per la cronaca, va ricordato che il Governo Cuffaro e la maggioranza che lo sostenevano non hanno nemmeno provato a ipotizzare una sanatoria.

Dal 2008 al 2012 opera il Governo di Raffaele Lombardo. I questi anni la Sicilia rischia. Una cordata nazionale, con agganci internazionali, vorrebbe impossessarsi di tutte le coste siciliane. Il progetto prevede di tutto. Va da sé che l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia andrebbe a farsi benedire.

Noi ricordiamo la battaglia condotta in solitudine dal parlamentare del PD, Pino Apprendi. Battaglia coraggiosa, perché il suo partito appoggiava il Governo Lombardo, che non era certo estraneo, almeno in parte, a questa iniziativa speculativa.

Operazione sfumata, la speculazione lungo tutte le coste siciliane (sembra anche grazie all’ex assessore Pier Carmelo Russo). Forse anche per questo Apprendi, nel 2012, non è stato rieletto? Chissà.

E oggi? Due giorni addietro abbiamo incontrato Pino Apprendi. Ha tenuto una conferenza stampa inseme con i suoi avvocati. E’ vittima di una mezza canagliata da parte dei vertici dell’Ars (come potete leggere qui). Gli abbiamo detto:

“Guardi che all’Ars vogliono approvare la sanatoria edilizia”.

Ci ha risposto:

“Non è così. Parlate con Mariella Maggio”.

Mariella Maggio, deputata del PD, presidente della Commissione Ambiente dell’Ars si è opposta, in effetti, alla sanatoria, ‘bocciata’ dalla Commissione con il voto dei grillini.

Noi abbiamo replicato:

“Guardi che l’approveranno comunque”.

Apprendi:

“Se dovesse succedere una cosa del genere la sinistra siciliana potrà andare a nascondersi. Perderebbero la faccia”.

Noi ieri abbiamo sentito Mariella Maggio. Che con noi è molto fredda. Ha ragione: fa parte di un partito che questo blog accusa di ‘ascarismo’ un giorno sì e l’altro pure.

Mariella Maggio ci ha detto (le ultime parole famose):

“Sanatoria? Per ora non se ne parla”.

Poche ore dopo la sanatoria edilizia lungo le coste è stata approvata. Manca solo il voto finale dell’Ars, previsto il 2 Agosto.

Che dire, di altro? Che, con molta probabilità, questo provvedimento è prodromico a un accordo tra PD e Forza Italia, con il corollario di tutte le altre ‘frattaglie’ di centrodestra e centrosinistra. Tutti contro i grillini e contro gli Autonomisti e Indipendentisti che ci saranno pure.

In questa partita, per il centrodestra e il centrosinistra, avere dalla propria parte gli ‘ambienti’ che dal 2001 pressano per la sanatoria edilizia lungo le coste è importante. Questi ‘ambienti’ contano ancora tanto, tanto, tanto…

P.S.

A dimenticavamo due cose.

Prima cosa: la sanatoria è stata proposta da un deputato guarda caso trapanese: Girolamo Fazio.

Seconda cosa: chi voterà questa sanatoria farà l’esatto contrario di quanto fatto nel 1978 da Piersanti Mattarella: sarà cura di questo blog pubblicare i nomi e i cognomi dei deputati che hanno votato e che voteranno sì il 2 Agosto a questa legge.  

 

 

 

 

 

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