Nomina della Monterosso: Crocetta ha commesso un reato?

14 luglio 2016

Le Monterossarie 2/ Nella prima puntata del nostro ‘viaggio’ tra i documenti che hanno portato alla riconferma della dottoressa Patrizia Monterosso alla Segreteria generale della presidenza della Regione siciliana (che potete leggere qui), abbiamo lasciato la Nostra con l’allegato A della deliberazione, a firma del presidente Rosario Crocetta, prot. 10554, indirizzata alla Segreteria della Giunta, senza indicazione dell’ufficio di partenza (e senza la sigla di chi ha esteso tale nota). Abbiamo anche scoperto che lo stesso Crocetta ha incaricato la Segreteria tecnica – cioè un ufficio alle sua dipendenze – di verificare se nell’Amministrazione regionale ci siano altri soggetti in grado di ricoprire il ruolo di Segretario generale. Oggi – 14 Luglio, primo giorno del nuovo incarico per la dottoressa Monterosso (il suo contratto è scaduto ieri) – abbiamo scoperto altre cose. E sorge il dubbio che potete leggere nel titolo…

Nella nota 10554 di invio alla Giunta del carteggio relativo alla dottoressa Patrizia Monterosso, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, afferma di condividere (e ci mancherebbe!) il  contenuto della nota del suo ufficio di Segreteria tecnica, che tutti però ignoriamo. Una curiosità sorge però spontanea: chissà che cosa avrà scritto il titolare della Segreteria tecnica, il dottor Calogero Antonio Lodico, che conosce bene la Monterosso per aver lavorato alle sue dipendenze per anni, sulla circostanza che la stessa MGP è stata condannata dalla Corte dei Conti con sentenza passata in giudicato per danno erariale e che tanti altri procedimenti similari pendono sul suo capino.

Saremo maliziosi, ma crediamo di conoscere  la risposta: “Non mi è stato chiesto”. Ma forse l’astuto gelese ha già in mano il parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato e/o dell’Ufficio Legislativo e Legale. E voi che leggete, che ne pensate?

Tra gli allegati della delibera campeggia, orgoglioso come un vessillo vittorioso, il curriculum della MGP, secondo soltanto a quello di Hillary Clinton. Ne viene fuori il ritratto a tutto tondo di una persona indispensabile per la Regione.

Peccato che, parafrasando Clemenceau, possiamo affermare che di persone indispensabili sono pieni i giardini pubblici.

Prima di volare tanto alto, una considerazione terra terra.

Un Presidente della Regione a. a. l. l. (autenticamente antimafioso, legalitario, legittimista) per evitare ogni ombra di  sospetto, invece di aggiungere requisiti a requisiti (senza però inserire l’unico, vero, dirimente, essenziale requisito per questo lavoro, quello della laurea di materie giuridiche, cosa che avrebbe fatto cadere tutto il bel castello marcondirodirondello, perché la Monterosso quella laurea non ce l’ha), dovrebbe fare due cose:

  • Andare a controllare quelle che sono le competenze normative della Segreteria generale, ovvero in che cosa si  sostanziano per legge i doveri dell’Ufficio, le mansioni, la missione e le funzioni, e valutare i curriculum dei potenziali candidati per verificare la corrispondenza tra quello che deve essere fatto e quello che si è dimostrato di saper fare.
  • Se si tratta invece di una riconferma (come nel nostro caso), deve procedere ad un’analisi tra quello che si doveva fare e quello che si è fatto.

Per esempio, se il Segretario generale ha compiti di organizzazione amministrativa generale, occorre sapere quante e quali  disposizioni e quali e quante direttive ha emanato al riguardo.

Se ha il dovere di controllare la regolarità amministrativa nella Regione, occorre verificare quante ispezioni, quanti controlli ordinari e straordinari presso l’Amministrazione regionale e gli enti regionali sono stati effettuati.

Se deve provvedere alla definizione delle norme di attuazione dello Statuto siciliano, bisogna controllare quanti schemi e quante  proposte sono stati predisposti e su quali articoli (per esempio, l’art 21, l’art. 31 e l’art 38, tutti dimenticati).

Perché? Perché se tu non fai quello che è il must, il tuo compito, il tuo dovere, quello per cui sei pagato, si raggiungono due effetti: le cose non vanno come dovrebbero andare, e tu fai un lavoro diverso da quello per cui il contribuente ti paga. Non lavori cioè per il Presidente e per la Regione, cioè non lavori per le istituzioni.

Fine seconda puntata/ Continua…

 

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