E’ morto Bernardo Provenzano, il boss di Corleone

13 luglio 2016

Si è spento il ‘Capo dei Capi’. Aveva 83 anni ed era gravemente ammalato da tempo. La sua latitanza era durata 43 anni. La cattura nel 2006

Stava malissimo da tempo. Tanto che, ad aprile, il peggioramento delle condizioni di salute del boss mafioso aveva spinto i legali a chiedere, ancora una volta,  la revoca del 41 bis – il regime carcerario duro – per motivi di salute.

La situazione è degenerata qualche giorno: l’8 Luglio già si parlava dell’ imminente fine di Bernardo Provenzano.

La notizia della sua morte è arrivata qualche minuto fa (quando scriviamo sono circa le11.40). Aveva 83 anni. Soffriva di cuore e gli era stato diagnosticato un cancro alla vescica.

La sua è stata una delle latitanze più lunghe e misteriose che si ricordino: 43 anni.  E’ stato arrestato nel 2006, a Corleone, a pochi passi da casa sua.

Nel 1997, nel processo per la strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la scorta, Provenzano venne condannato all’ergastolo in contumacia insieme ai boss Salvatore Riina, Pietro Aglieri, Bernardo Brusca, e altri boss.

Lo stesso anno, nel processo per l’omicidio del giudice Cesare Terranova, Provenzano ricevette un altro ergastolo in contumacia insieme a Michele Greco, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Nenè Geraci, Francesco Madonia e Salvatore Riina.

Nel 1999 Provenzano, insieme con altri boss tra cui Nitto Santapaola e Piddu Madonia, venne condannato all’ergastolo in contumacia nel processo contro i responsabili della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque dei suoi uomini di scorta.

Nel 2000 Provenzano subì una ulteriore condanna in contumacia all’ergastolo insieme a Giuseppe Graviano, Leoluca Bagarella e Salvatore Riina per gli attentati dinamitardi del 1993 a Firenze, Milano e Roma.

E ancora, nel 2002 la Corte d’Assise di Caltanissetta condannò Provenzano in contumacia all’ergastolo per l’omicidio del giudice Rocco Chinnici.

Provenzano non ha mai rivelato nulla agli inquirenti. Si porta nella tomba i tanti misteri che hanno contrassegnato la stagione buia delle stragi sulle quali tenta di fare luce il processo sulle trattative Stato-mafia.

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