Anniversario da ricordare: 56 anni fa a Palermo la strage del Governo Tambroni

8 luglio 2016

Un testimone di quella tragica giornata di sangue – che allora era un ragazzo – ricostruisce come si svolsero i fatti. La Polizia – reparto Celere – che prima carica con i manganelli e poi spara sulla folla inerme. I morti sono quattro, i feriti 36. Sono 370 persone le prsone fermate e 71 gli arrestati. Le barricate in Piazza Politeama e in Piazza Massimo. Una strage da non dimenticare

di Ignazio Coppola

Diceva Leonardo Sciascia: “Il nostro è un Paese senza memoria e verità ed io per questo cerco di non dimenticare”.

Per non dimenticare l’8 luglio del 1960, un avvenimento della tragica storia del nostro Paese, di cui ricorre oggi l’anniversario, e che i nostri giornali e gli organi di informazione come avviene da molti anni a questa parte nella ricorrenza di quelle tragiche giornate continuano puntualmente ad ignorare.

Ma qualcuno si ricorda, se non pochi, che 56 anni fa, esattamente l’8 luglio del 1960, ci fu in Italia in particolare a Genova, Reggio Emilia e Palermo: un sommovimento popolare contro il governo Tambroni represso nel sangue con decine di morti e centinaia di feriti.

Ecco in particolare quello che avviene in quel lontano ‘8 luglio 1960 a Palermo.

Il centro è presidiato fin dalle prime ore del mattino dalla Celere per disturbare lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per i fatti di Reggio Emilia. Come riportano le cronache del tempo il corteo operaio viene scortato a vista da uno schieramento di polizia degno dell’antiterrorismo.

Improvvisamente iniziano le cariche. La Celere assale brutalmente la folla del corteo con le loro jeep spinte a velocità. Io allora avevo 16 anni e fui testimone trovandomi in via Libertà all’altezza del Politeama di queste cariche della celere che andava per le spicce, manganellando e colpendo i dimostranti e anche coloro che si trovavano a passare da lì per caso. Manganellate a destra e a manca, senza pietà.

I dimostranti si difendono lanciando sassi, bastoni e quant’altro trovano ma, come nell’Intifada palestinese, non hanno armi In breve la zona tra piazza Verdi e piazza Politeama si trasforma in un campo di battaglia. Viene eretta una barricata al centro della strada, ma a questo punto i celerini cominciano a sparare sulla folla.

Il primo a essere colpito è Giuseppe Malleo, un ragazzo di 16 anni che viene raggiunto al torace da una pallottola di moschetto e subito dopo Andrea Cangitano, altro ragazzo di 14 anni, ucciso a colpi di mitra. Quindi Francesco Vella, operaio di 42 anni. La quarta vittima è Rosa La Barbera, una donna di 53 anni raggiunta da uno dei tanti colpi sparati all’impazzata dalla polizia mentre si apprestava a chiudere la finestra di casa.

Altre 36 persone riportano ferite da arma da fuoco, 370 dimostranti vengono fermati e 71 di essi arrestati.  

Questo accadeva a Palermo in quel lontano 8 luglio del 1960 ed è giusto ricordarlo per ricordare le vittime innocenti di quella sanguinosa giornata repressa nel sangue e non dimenticare il loro sacrificio e l’insorgenza del popolo palermitano contro le repressioni poliziesche del governo Tambroni che, in seguito alle rivolte di Genova, di Reggio Emilia e di Palermo fu costretto poi a dimettersi.

Questa vicenda fa parte della tragica storia del nostro Paese. Ma come sovente capita troppo spesso ce ne dimentichiamo.

Foto tratta da archatnuarproduction.blogspot  

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